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Un tribunale di Mosca il 27 gennaio ha prorogato per altri 3 mesi gli arresti domiciliari imposti a Natalya Sharina, Direttore della Biblioteca della Letteratura Ucraina a Mosca. La custodia cautelare applicata alla donna di 58 anni non le permette nemmeno una breve passeggiata per raggiungere a piedi una clinica in quanto tale richiesta è stata respinta. I suoi avvocati avevano presentato tale istanza in quanto la donna necessitava un esame medico per problemi costanti con la pressione alta.

Sharina è accusato di “far circolare letteratura estremista”, ma i suoi avvocati sottolineano che gli inquirenti non hanno mai spiegato quali azioni specifiche la stessa è accusata. Gli investigatori hanno affermato che hanno ancora bisogno di interrogare alcuni testimoni e di ricevere la valutazione ‘linguistico-culturale’ e psicologica sui libri, e su alcune altre attività investigative. Niente di tutto questo giustifica il prolungamento degli arresti domiciliari sentenza pronunciata dal giudice Yevgeny Naidenov.

Sharina è stata riconosciuta come prigioniero politico da parte del Memorial Human Rights Centre nel novembre 2015. Secondo il suo avvocato Ivan Pavlov, in qualità di prigioniero politico ha recentemente ricevuto 100 mila rubli da parte di Khodorkovsky e dal Navalny Assistance Fund. Pavlov ha spiegato che lei avrebbe dato i soldi per il personale della Biblioteca della Letteratura ucraina i cui stipendi sono stati tagliati poco prima di Capodanno e rischiano di perdere il posto di lavoro a causa di questo attacco alla libreria ucraina a Mosca.

Come riportato, il 28 ottobre, gli agenti di polizia OMON hanno effettuate le perquisizioni alla Biblioteca della Letteratura ucraina a Mosca, alla casa di Sharina così come in quella del capo dell’Associazione degli ucraini in Russia, Valery Semenenko. Sharina è stata poi presa in custodia.

Il giorno seguente il comitato investigativo della Russia ha riferito che la donna 58 enne bibliotecaria è stata accusata di ‘incitamento all’inimicizia nazionale o l’odio, denigrando la dignità umana “(articolo 282 § 2 ter del Codice Penale russo). Le accuse possono portare una condanna fino a 5 anni di reclusione. Il comitato investigativo ha affermato che nel periodo 2011-2015, Sharina, come Direttore della Biblioteca della Letteratura ucraina, “ha diffuso tra i visitatori libri di Dmytro Korchynsky segnalati dall’autorità giudiziaria come materiale estremista e quindi vietato l’uso”.

Il comitato investigativo ha inoltre affermato che gli stampati contenenti  “propaganda di Stato anti-russa e anti-russia” sono stati rimossi. Non ci sono informazioni su ciò che realmente è accaduto e il personale della biblioteca crede che solo un libro di Korchynsky sia stato presumibilmente ‘trovato’.

Il Memorial HRC osserva che Korchynsky stesso in molte occasioni è stato presente in un campo giovanile pro Cremlino nella regione di Mosca durante gli anni 2000. Lui e la sua organizzazione ‘Bratstvo’ sono piuttosto noti in Ucraina quali provocatori, e si sospetta che sia stato usato per provocare la reazione della polizia.

Un solo libro di Korchynsky è sulla lista russa dei materiali “estremisti”, quindi la citazione “libri” al plurale del comitato investigativo è già un termine manipolativo. Libri sul’Holodomor come genocidio del periodo 1932-1933 sono anche’essi nella lista del ‘materiale estremista’, ma lo è anche un importante lavorodi Rafael Lemkin famoso penalista russo prima di usare il termine genocidio.

La persecuzione della direttorice della Biblioteca della Letteratura ucraina evidenziano come non ci sia tregua in quella che è definita “la campagna anti-ucraina che continua dalla primavera del 2014, i media statali e le dichiarazioni fatte da alti funzionari della Federazione russa. Uno degli scopi di questa campagna è quello di avviare procedimenti penali contro i cittadini che esprimono pubblicamente una posizione su quanto sta accadendo in Ucraina che è diversa dalla posizione ufficiale”

Con Halya Coynash, i diritti umani in Ucraina