Il Manifesto, quotidiano comunista in Italia, esce con un nuovo, ennesimo, articolo contro l’Ucraina. Purtroppo come spesso accade tali articoli non si basano sull’analisi dei fatti, ma su teoremi precostituiti e confezionati dagli spin doctor della propaganda Russa.

Ovviamente il giornalista Yurii Colombo che scrive l’articolo lo pubblica da Mosca o dalla sede moscovita del Manifesto.

Manifesto Fake

Il Manifesto va ricordato anche per un suo articolo pubblicato durante i giorni della strage di Maidan in cui si rammaricavano che l’infermiera Olesya Zhukovska era ancora viva nonostante colpita alla gola da un cecchino di Yanukovich. Una forma di odio che ricorda molto la polemica di questi giorni scatenata dall’ANPI che ha definito “fascista” una bambina di 13 anni e ha giustificato – neanche tanto velatamente – il suo stupro e il suo assassinio, nel 1945, ad opera di alcuni partigiani vigliacchi e folli. (parole di Sansonetti). Una dimostrazione di livore ideologico che incita all’odio verso chi la pensa diversamente e non si fa scrupolo di utilizzare la manipolazione dell’informazione per raggiungere i propri scopi. Un odio tipicamente maschilista che punta a colpire le donne in quanto considerate più indifese, e meglio ancora (per il Manifesto) impossibilitate a difendersi anche legalmente.

Inutile ricordare che Olesya Zhukovska non era ne nazista ne legata ad alcun movimento politico, era una volontaria che faceva l’infermiera nella piazza, ma il fatto di stare in quella piazza la “condannava” ad essere agli occhi della disinformazione una nazista. Nessuno ne parlò più al Manifesto dopo quell’occasione semplicemente perchè Olesya non era più utile al loro scopo.

In questo nuovo articolo, pubblicato con i soldi dei contribuenti italiani e delle centinaia di migliaia di Ucraini che risiedono e lavorano in Italia, si utilizza il filone trito e ritrito del Golpe fascista.

“Il contesto in cui si consumò la strage fu la rivolta che esplose in po’ tutte le grandi città ucraine contro l’ascesa al potere, dopo l’insurrezione di Piazza Maidan, del nazionalismo antirusso e neofascista.Falso, le poche manifestazioni che ci furono nel paese furono organizzate dalla Russia e non avevano alcun carattere “antifascista”. Per smentire il Manifesto basterebbe ricordare che la maggior parte dei mercenari italiani partiti per arruolarsi tra le fila dei cosiddetti filo russi provengono dal mondo dell’estrema destra, che in Crimea come osservatore venne invitato da Putin nientemeno che Roberto Fiore di Forza Nuova e che a Torino il “Consolato” della DNR è stato aperto da Fratelli d’Italia e sostenuto dal Fronte della Gioventù di Torino.

NEL PALAZZO, a seguito di un nutrito lancio di bottiglie molotov da parte dei militanti di destra, scoppiò un incendio e 26 dimostranti antifascisti rimasero uccisi per le ustioniFalso, le morti non furono causate dalle ustioni ma da colpi di arma da fuoco sparati all’interno del palazzo di cui ancora oggi si disconosce l’origine.

RESTARONO APERTE solo l’inchiesta contro gli antifascisti e quella per il ruolo avuto dalla polizia, di copertura e appoggio, all’assalto di neofascisti alla sede sindacale.Falso, non si trattava di “neofascisti” ma di gente comune insieme agli ultras della locale squadra di calcio (ma questo per il Manifesto non fa differenza, per loro se sei ucraino allora sei un criminale fascista a meno che non stai dalla parte di Andrea Palmeri che pur essendo dichiaratamente neo fascista è considerato da loro un eroe moderno).

Va ricordato che il Manifesto è uno dei giornali in Italia che riceve più fondi pubblici, 2 milioni di euro, fondi pagati con le tasse degli italiani e anche dalle tasse di centinaia di migliaia di ucraini che risiedono e lavorano in Italia.

Leggendo gli articoli pubblicati da tale giornalista si ha idea della sua mission, infatti il 50% è contro l’Ucraina mentre l’altro 50% è a favore di Putin. Viva l’informazione libera ed indipendente !