Il 14 marzo, 8 giorni prima degli attentati a Bruxelles, la testata russa Lifenews ha riportato (archivio) che due fratelli bielorussi di nome Ivan e Aleksey Dovbash e un loro amico Marat Yunusov progettavano un attentato in Belgio.

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Dopo gli avvenimenti del 22 marzo Lifenews è giunto alla conclusione che proprio questi due fratelli e il loro amico erano i terroristi che si sono fatti esplodere sulle stazioni della metropolitana e in aeroporto. Lifenews ha inoltre sottolineato (archivio) che i servizi di sicurezza russi avevano avvisato il Belgio degli “attentati ipotetici dalla parte di IS e in particolare dei due fratelli bielorussi”. Secondo Lifenews prima dell’attentato i fratelli combattevano in Siria.

Ben presto dopo gli attentati la pubblicazione bielorussa Sputnik, creata e finanziata dal Cremlino, ha pubblicato un articolo (archivio) che cita le fonti nel servizio di sicurezza bielorusso. La fonte riporta che i “due indagati Ivan e Aleksey Dovbash sono originari della regione di Homel’ e il terzo Marat Yunusov è del Daghestan, hanno ottenuto la cittadinanza russa qualche anno fa”. In conformità con la fonte i fratelli hanno lasciato la Bielorussia nel 2008 e si sono recati in Belgio, inoltre “uno di loro ha sicuramente fatto crescere la barba”.

 

Sembrava che Lifenews avesse pubblicato la notizia del secolo e i belgi avessero ignorato l’avvertimento profetico dei media e dei servizi di sicurezza russi.

Però subito dopo gli attentati la redazione bielorussa Svaboda e Euroradio hanno pubblicato l’intervista con Aleksey e Ivan Dovbash, i cosiddetti “terroristi-kamikaze”. “Se veramente siamo i minatori suicidi perché siamo ancora vivi?”, dice uno dei fratelli. “Se siamo dei terroristi perché non ci arrestano?” Inoltre loro hanno negato il fatto che sono stati in Siria. Durante l’intervista Aleksey Dovbash ha parlato della sua conversione all’Islam, ma le sue parole non hanno affatto a che fare con le dichiarazioni di Lifenews sul passato terroristico e la partecipazione nella guerra di Siria. I fratelli si sono anche rivolti alla polizia dopo la calunnia promulgata da Lifenews, ma gli hanno detto che sono soltanto voci e accuse ingiustificate pubblicate nella stampa.

 

Se i fratelli non hanno mentito a Radio Svoboda e Euroradio, i Dovbash sono innocenti e Lifenews ha fatto una dichiarazione falsa sulla loro responsabilità circa l’attentato di Bruxelles. L’analisi della storia dei “terroristi bielorussi” pubblicata dai mass-media russi e bielorussi fa vedere che vengono citate solo tre fonti: Lifenews, che accusa i due fratelli e Yunusov, Sputnik con la fonte esclusiva nei servizi di sicurezza e TUT.by (archivio) il media bielorusso pieno di commenti dei familiari dei “fratelli-terroristi”.

 

Bisogna sottolineare che la maggioranza dei mass-media hanno modificato le loro notizie pubblicate dopo l’intervista su Radio Svoboda e Euroradio.

Prendendo in considerazione il cosiddetto “successo” precedente di Lifenews, che è alla caccia dei scoop giornalistici, trascurando l’etica e la verità, bisognerebbe fare un’inchiesta aggiuntiva e acclarare la causa prima delle accuse. Bisogna ringraziare specialmente Radio Svoboda e Euroradio per l’uso dei media sociali nel corso dell’inchiesta giornalistica volta a svelare le accuse false contro i due fratelli. 

Bellingcat