Come preannunciato nei giorni scorsi in un nostro precedente articolo, iniziano ad arrivare gli articoli degli inviati de “Il Giornale” chiamati a Donestk per rafforzare e amplificare l’offensiva propagandistica preannunciata.

Questo articolo porta la firma di Sebastiano Caputo ed è pubblicato su Tempi. Del suo profilo leggiamo Sebastiano Caputo è nato a Roma il 22/02/1992. Reporter autodidatta è pubblicista dal 2013. In passato ha scritto per i quotidiani “Rinascita” e “La voce Ribelle” di Massimo Fini. A oggi collabora con le testate “Il Giornale”, “Treccani”, “La Verità” e “Tempi”. Sostenitore di Assad è anche ospitato sulle pagine di Sputnik.

Nonostante sia giovane ha una certa padronanza con le tecniche della disinformazione, infatti nella parte introduttiva utilizza uno dei cavalli di battaglia della propaganda russa che accomuna i combattenti ucraini all’ISIS (cosa già ampiamente dimostrata falsa) “C’è un filo invisibile che lega la Siria all’Ucraina. Due paesi strategici in preda alla destabilizzazione, due guerre ancora in corso, a loro modo, speculari. Da un lato i jihadisti dell’Isis e di Al Qaeda, dall’altro gli estremisti di Pravy Sektor e Svoboda.

Un’altra affermazione del tutto falsa è “ha qualificato come “terroristi” tutti quegli ucraini russofoni che hanno scelto di ritornare progressivamente dalla Grande Madre“,  che guarda a caso riprende un fake degli inizi di aprile

Poi un lapsus “Non si sa ancora se accadrà come in Crimea, dove c’è stata un’annessione plebiscitaria“, semmai sarebbe stata una consultazione referendaria “plebiscitaria”, un’annessione militare non è mai plebiscitaria.

In questo passaggio invece la conferma che si è trattato di un tour organizzato “«I sovietici hanno avuto la loro guerra contro l’invasore tedesco, questa invece è la nostra guerra patriottica», esulta Daniil Bezsonov, portavoce dell’esercito della Repubblica popolare di Donetsk (Rpd). I segni dei combattimenti sono scolpiti sugli edifici ridotti in macerie ai lati della strada. Oltre le case, si intravedono le postazioni militari ucraine. «Guarda laggiù: ci sono le trincee, distano solo cinquanta metri l’una dall’altra», indica Mikhail Andronik, corrispondente di guerra dell’esercito, mentre guida l’automobile a 200 chilometri orari. «Dobbiamo sbrigarci, siamo in un punto pericoloso, possono individuarci e colpirci»” “Tra i soldati che svuotano il camion con il materiale c’è anche Eduard Bassurin”

Guidare la macchina oltre gli 80 km orari in Donbas è impossibile in quanto le strade sono piene di buche e crateri provocati dal conflitto, Pantelejmonovka descritta come un villaggio sul confine di guerra dista 27 km da Avdivka e non è interessato dagli scontri.

Pantelejmonovka

Che dire poi del passaggio in cui la vita di trincea prevede che alle 20 si vada in discoteca ??? E non sembra che se la passino male, ragazze, vodka, Kalian e da quanto si capisce tra le righe anche prostitute (per non farsi mancare nulla del magico mondo russo). “Dopo le 20 cala il sole ed è tutto buio. Ma le luci si accendono in qualche locale. Tra i più popolari c’è il Beerkoffe, gestito da un deputato della Repubblica di Lugansk che si chiama Denis Kolesnikov. Le ragazze, alte e bionde, di etnia russa, guardano i clienti entrare e uscire mentre fumano sigarette firmate “Don tabak”. Come tutti i fine settimana il posto è pieno e offre musica dal vivo rigorosamente in lingua russa. I camerieri, giovani in abito tradizionale, servono birra artigianale, vodka e kalian, una versione locale dell’arguilé mediorientale. Sulla pista ci sono solo donne. Gli uomini dicono che ballare è “roba da femmine”, perciò si limitano a guardare. Qui gli occhi, tutti blu, sono un’arma di seduzione potentissima. Al Beerkoffe c’è sempre chi arriva da solo e se ne va accompagnato. Ma il locale rimane prima di tutto il luogo per eccellenza degli appuntamenti non organizzati. Si incontrano tutti qui: deputati, giornalisti, militari, uomini di affari e dei servizi segreti, occidentali.Ci sono persino i rappresentanti dell’Ocse

Anche qui un lapsus “Cent’anni dopo la rivoluzione bolscevica, il popolo russo sembra vivere la profezia di Fatima. Fa impressione la religiosità dei russi di oggi”, evidentemente di ucraini ne ha incontrati pochi ma è sempre stato “accompagnato” dagli uomini della GRU o dell’FSB

Un servizio costruito attorno ad alcune keywords care alla propaganda russa, un’altro di quei tanti tour organizzati dalla Russia per reporter occidentali in cui vedono il fronte con il binocolo (come successe anche a Valentina Petrini di Nemo) ma in compenso hanno il tempo per frequentare discoteche con simpatiche signorine.