Un articolo apparso sul sito di Sputnik Italia sostiene che è in atto una vera e propria repressione da parte delle autorità ucraine nei confronti del Patriarcato di Mosca.

Come sempre l’articolo non è firmato e non riporta alcuna fonte. Vi è solo un inciso raccontato dall’arcivescovo Ilarion “Essi cacciano con la forza la congregazione alla quale la chiesa è appartenuta per decenni. Ci sono stati casi in cui i fedeli, rifiutando di darla vinta ai dissidenti, si sono barricati nella chiesa restandoci per diversi giorni senza cibo né acqua” senza ovviamente citare ne dove ne quando questo sarebbe avvenuto. Quindi una generalizzata caccia alle streghe scatenata dalle autorità di Kiev contro esponenti religiosi vicini a Mosca.

In realtà alcuni provvedimenti sono stati presi nei confronti di prelati del Patriarcato di Mosca, ma sono provvedimenti motivati e che nulla hanno a che fare con la “professione del prete”.

Il caso è quello di Aleksandr Kanievsky, un prete del Patriarcato di Mosca che professa nella regione di Kharkov. Molto conosciuto per le sue posizioni pro russe ed autore di alcuni testi quali “Europa Occientale, incesto SI“, “Gloria alla scuola Sovietica“, ” L’accordo con l’Unione europea avvantaggia gli omosessuali“.

Sino a qua si tratterebbe ancora di “libertà di pensiero” anche se un pò discutibile in un paese in guerra e per di più tesi sostenute da chi dovrebbe parlare di anime e religione. Ma il vero problema per il prete è il suo vizietto di frequentare prostitute e sottoporle anche a giochi strani e sevizie.

Nel video girato di nascosto, il Prelato (secondo cui Sputnik Italia è un perseguitato del Governo Ucraino) si intrattiene con una “pecorella smarrita” nell’intento di “redimerla”.