Pubblichiamo un articolo di ucrainanews.it relativo alla famosa lettera di Yanukovich nella quale chiedeva alla Russia di Putin l’intervento militare in Ucraina. Questa faccenda è interessante perchè evidenzia uno dei tanti modi in cui la propaganda russa agisce. In questo caso si tratta di riscrivere la verità negando completamente ciò che è accaduto solo tre anni fa. Un’altro esempio di “Ministero della verità” di Orwelliana memoria.

L’Amministrazione del Presidente della Federazione Russa non avrebbe mai ricevuto una lettera a nome di Viktor Yanukovich, ex Presidente ucraino.

Questo è quanto affermato dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov e riportato da interfax.ru.

“Il fatto è che nessuna lettera è ufficialmente arrivata all’Amministrazione del Presidente. Nessun documento del genere è stato registrato dall’Amministrazione”.

Ma di quale lettera si tratta?
Procediamo con ordine:

1 marzo 2014: Il Consiglio Federale, appoggiando la richiesta del Presidente Putin, permette l’ingresso delle Forze Armate russe sul territorio ucraino, in Crimea, dove già due settimane prima erano arrivati militari russi senza i segni distintivi.

A giustificare l’intervento russo è una lettera scritta da Viktor Yanukovich a Vladimir Putin, in cui l’ex Presidente chiede di “usare le Forze Armate della Federazione Russa per il rinnovo di pace, legalità, ordine, stabilità e difesa della popolazione ucraina“.

Due giorni dopo, la lettera in questione viene letta durante la riunione del Consiglio di Sicurezza da Vitaliy Churkin – rappresentante russo presso l’ONU. Churkin sbandiera un foglio affermando che si tratta di una fotocopia della dichiarazione originale di Yanukovich.

Nel mese di gennaio 2017 la Procura Militare ucraina riceve dall’ONU la fotocopia ufficiale del documento allegato dalla Federazione Russa alle dichiarazioni di Churkin. Il Procuratore Generale ucraino Yuriy Lutsenko scrive sulla sua pagina personale di Facebook che la Procura ha ricevuto prove innegabili del tradimento di Stato da parte di Viktor Yanukovich.

Un mese dopo, il 22 febbraio, a due giorni dalla morte di Churkin, in un’intervista Yanukovich nega di aver chiesto l’intervento delle Forze Armate russe e di aver mai scritto una lettera: avrebbe soltanto “indirizzato una dichiarazione“.

Una dichiarazione, però, scritta su un foglio e presentata da Churkin come una richiesta in prima persona da parte di Yanukovich.

Il 9 marzo, Yuriy Lutsenko pubblica su Facebook una lettera ricevuta dalla Procura Generale della Federazione Russa. Stando al testo, né l’Amministrazione del Presidente né il Consiglio della Federazione avrebbero ricevuto nessuna lettera da parte di Yanukovich riguardo la richiesta di intervento delle forze militari. In generale, nessuna dichiarazione dell’ex Presidente ucraino sarebbe stata usata come pretesto per richiedere al Consiglio Federale l’autorizzazione per l’intervento dell’esercito russo.

Il 16 marzo, Dmitriy Peskov conferma quanto dichiarato dalla Procura Generale russa: nessuna lettera è stata registrata dall’Amministrazione del Presidente.

Tutte queste dichiarazioni sono in contrasto con quanto affermato dallo stesso Presidente Putin, che più volte ha nominato la richiesta ufficiale da parte di Yanukovich.

Il 17 marzo, la portavoce del Ministero degli Affari Esteri russo Maria Zaharova torna a ribadire quanto detto dall’ex Presidente ucraino il 22 febbraio: “Non è una lettera. E’ una dichiarazione di Yanukovich. Non ha mai negato di averla firmata“. Zaharova spiega che Yanukovich ha scritto questa dichiarazione senza farla vedere a nessuno.

Ma allora come è finita nelle mani di Churkin? Il rappresentante russo non può più esprimersi in merito.
Ci sono dei punti critici intorno a questa contorta storia. Presupponendo che la lettera non ci sia mai stata, la Russia si priva di un mezzo di giustificazione dell’invio delle truppe (non che non ne abbia altri). Ma questa negazione è necessaria al Cremlino per proteggere Yanukovich, accusato in patria di alto tradimento, di cui questa lettera sarebbe un’ulteriore prova.

Il problema semantico conta fino ad un certo punto: la possiamo chiamare lettera, dichiarazione o appello, resta il fatto che è stato un testo scritto in prima persona da Yanukovich e presentato all’ONU dal rappresentante del Governo russo.