Abbiamo effettuato un’esperimento per verificare quanto e come il fenomeno del clickbait può risultare determinante nella veicolazione di notizie false.

Ho preso una foto di una donna soldato con in braccio un cucciolo di cane, gli ho dato un titolo che attirasse l’utenza ed una descrizione (come sottotitolo) che fornisse un sunto per il lettore. Pubblicato questa notizia su un giornale online.

All’interno dell’articolo nelle prime due righe in evidenza era riportato : “Questo vuole essere un esperimento di social engineering, ovvero verificare quante persone sui social network leggono veramente un articolo e quante si fermano alla foto ed al titolo.

Pertanto se siete arrivati sino a qua NON METTETE MI PIACE SUL LINK FACEBOOK, ma condividete l’articolo per avere una base il più ampia possibile per il nostro esperimento.”

Si trattava quindi di un classico Fake creato in questo caso per un esperimento sociale, ma le stesse tecniche sono utilizzate anche per diffondere notizie false ben più dannose come quelle per esempio che riguardano stranieri in ottica xenophobica. Proprio in questi giorni è circolato nuovamente il fake del turista russo il quale per difendersi da un tentato scippo alla Stazione Termini di Roma aveva rotto il braccio ad un ROM.

Se analizziamo i “Mi piace” e li confrontiamo con le condivisioni (che era l’azione richiesta all’interno dell’articolo) emerge che una persona su tre ha letto l’articolo e non si è accontentata del titolo e della descrizione dello stesso, mentre i due terzi della platea non sono andati oltre la vignetta del post.

Altro elemento interessante che emerge da questo piccolo test è l’ENDROSMENT e la CREDIBILITA’ della fonte. Vediamo infatti che le persone tendono a dare per scontata la veridicità di una notizia se la fonte che la pubblica è credibile ed attendibile, mentre va a scemare man mano che la notizia è condivisa e viene a contatto con elementi che non conoscono o seguono direttamente la fonte primaria. Se da una parte questo atteggiamento può essere gratificante per la FONTE primaria, dall’altro si tratta di un comportamento errato da parte del fruitore, perché non esistendo verità assolute si dovrebbe sempre verificare ciò che si legge e a cui viene dato un apprezzamento. Un’atteggiamento critico costruttivo inoltre aumenta il dibattito ed il confronto e crea una sorta di “controllo” sulle fonti che sanno di essere sottoposte ad analisi e quindi saranno incentivate ad essere sempre il più corrette possibili.

Si è trattato ovviamente di un test con nessuna pretesa scientifica in quanto la base del campione è piuttosto limitata ma che può comunque offrire a tutti noi un’elemento di riflessione.