Воерцио во время командировки на Донбасс. Фото из его Facebook

Mauro Voerzio durante un reportage in Donbass

La stragrande maggioranza dei media italiani sono sotto il controllo delle lobby russe ed in modo la propaganda del Cremlino è ampiamente rappresentata sulle pagine dei giornali e sugli schermi televisivi.

Il giornalista italiano e attivista Mauro Voerzio in una conferenza stampa a Kiev ha spiegato le modalità operative della propaganda russa in Italia. Ha anche esposto le motivazioni del suo impegno informativo affinchè in Italia non vi sia una voce unica a favore del Cremlino, un tentativo di far pervenire le informazioni dall’Ucraina in modo obiettivo e non influenzate dalla propaganda.

“Ho iniziato a lavorare come freelance durante la rivoluzione del Maidan due anni fa direttamente dalla piazza. Poi in Italia mi sono accorto che in maniera diffusa venivano riportate notizie false della propaganda russa sulla situazione in Ucraina, in particolare, sugli eventi del Maidan. Terminato il Maidan ho anche scritto un libro “Gli Angeli di Maidan” dove ho cercato di trasmettere quanto io avevo vissuto come testimone diretto … Poi è scoppiata la guerra a seguito dell’invasione Russa “.

“In Italia la propaganda russa ha un grande successo per diversi motivi, vi sono motivi storici in quanto l’Italia era il paese con il più importante partito Comunista di Europa durante l’era Sovietica e i suoi dirigenti studiavano a Mosca. Questa collaborazione ha fatto si che collaudati canali ideologici e di finanziamento siano ancora presenti tuttora. Vi è poi un motivo politico interno in quanto tutti i partiti dell’opposzione all’attuale Governo Renzi abbiano interesse a supportare Putin in un’ottica anti Europea. A questo si deve aggiungere la storica amicizia personale dell’ex Premier Silvio Berlusconi che da solo controlla il 50% dei media nazionali”

“La miglior difesa dell’Ucraina contro la propaganda russa deve essere di tipo culturale, si deve investire nel mondo per far conoscere le peculiarità della cultura ucraina e nello stesso tempo puntare sul turismo in incoming.  Infatti se ci fossero più turisti che visitano l’Ucraina la propaganda perderebbe parte della sua consistenza in quanto un turista di rientro da Kiev che sente alla TV un giornalista che racconta che a Kiev ci sono i fascisti che uccidono chi parla russo potrebbe solo mettersi a ridere e di conseguenza la credibilità di quel giornalista sarebbe pari a zero”