Le parole (in gergo tecnico keywords) sono la base della propaganda a fini disinformativi. Con l’uso delle parole si possono distorcere eventi pur non scrivendo nulla di falso. La guerra Russia – Ucraina ne è disseminata. L’Ucraina è stato ed è il grande poligono dove operano le “truppe cibernetiche” del Cremlino.

Le parole vengono studiate ed inviate ai partner internazionali come si usava una volta fare con le veline nelle redazioni.

Se si monitorano le parole sui social e sui media si può ricostruire chiaramente tutta la catena di comando e controllo e tutta la catena logistica che supporta lo sforzo in questa guerra di comunicazione.

Analizzandole scopriremo che la maggior parte dei servizi televisivi e gli articoli apparsi sui giornali in questi giorni sulla crisi in atto nello stretto di Kerch, sono costruiti attorno a queste parole chiave.

Sin dalle prime ore dopo l’incidente hanno iniziato a circolare in Russia servizi televisivi costruiti su precise indicazioni che con tutta probabilità sono state preparate in precedenza dell’attacco.

Le navi ucraine hanno tentato di forzare il blocco

E’ ovviamente un fake in quanto le navi ucraine avevano il diritto di passare da Kerch e non vi era (e non potrebbe esservi) alcun blocco navale russo.

Le navi ucraine erano in acque territoriali russe

Questo è un doppio fake in quanto primo la comunità internazionale non riconosce la penisola di Crimea come territorio russo e quindi va da se che riconosce anche quelle acque come territoriali dell’Ucraina, ma secondo e non meno importante la stessa FSB ha rilasciato le coordinate da cui si evince che le navi ucraine erano in acque internazionali comunque

“Poroshenko cerca l’incidente per un vantaggio elettorale”

Assodato che l’azione è stata eseguita dalla marina russa sotto diretto comando di Mosca, come si evince dall’audio delle comunicazioni dei militari russi pubblicate, l’attuale situazione obbliga il Presidente Poroshenko ad adottare misure eccezionali in quanto i servizi di intelligence ucraini e lo Stato Maggiore temono un’operazione su vasta scala da parte della Russia la quale ha ammassato negli ultimi giorni migliaia di soldati al confine ucraino e centinaia di mezzi corazzati. Non si è sentito alcun giornalista o analista porsi questa domanda visto che è altamente improbabile che lo Stato maggiore russo tema una invasione della Russia dai confini ucraini. Quindi a cosa servirebbero tutte queste divisioni in stato Ready To Combat?

“Poroshenko con la legge marziale vuole imbavagliare l’opposizione nelle elezioni presidenziali”

Fake, la legge marziale è per 30 giorni, le elezioni saranno a fine marzo e quindi ci sono i sessanta giorni previsti per la campagna elettorale.

“Incidente nel mare di Azov”

L’incidente è un atto di guerra, navi della marina militare russa hanno speronato e sparato a tre navi militari ucraine. Hanno fatto 23 prigionieri che tra l’altro si trovano in una condizione veramente anomala perché fermati da altri militari in un’azione di guerra ma portati di fronte ad un Tribunale civile per il ridicolo reato di essere “entrati nel territorio russo senza permesso”. Essendo dei militari dovrebbero godere della Convenzione di Ginevra.

“Chiediamo una De-Escalation da entrambe le parti”

Queste le parole che provengono dall’Europa che tradotto significa “non ce ne importa nulla”, una versione modernizzata di “Deeply Concerned”. Anche qui nessun giornalista ha provato a spiegare in che termini dovrebbe avvenire questa de escalation da parte ucraina. Gli hanno quasi affondato tre navi, gli negano il passaggio in uno stretto che sino al 2014 prima dell’invasione era il loro territorio, hanno fatto 23 prigionieri, e cosa dovrebbero de escalare ??? Autoaffondarsi tutte le navi? Permettere alle truppe di Mosca di arrivare a Kyiv senza sparare un colpo?

“L’Ucraina è storicamente Russia”

Ancora oggi Sergio Romano insiste su questa keyword andando a rinvangare vecchie dominazioni di più di cento anni fa. Per correttezza allora dovrebbe scriver un articolo dove dice che l’Alto Adige è austriaco, la Valle d’Aosta francese e così via. Lo stesso Romano usa anche lui la parola chiave “Incidente”

“Scenario di guerra ipotetico”

La guerra è in atto da quasi cinque anni.

“Il peccato originale della Crimea”

Questo peccato si chiama occupazione armata o invasione con 27.000 uomini dei reparti speciali russi che nel 2014 occuparono i territori ucraini manu militare dando inizio al conflitto tra i due paesi.

In generale vengono scritti gli articoli e creati i servizi televisivi sostituendo alle parole corrette dei termini che in qualche modo giustifichino l’operato russo, così l’occupazione di Crimea e Donbas diventa una “ribellione separatista”, l’atto di guerra in mare un “incidente” le frottole raccontate dal Cremlino “dichiarazioni”.