Durante l’udienza del quindici marzo l’avvocato Ballerini ha prodotto un documento relativamente ad un report dell’OSCE sulla libertà di stampa in Ucraina nel primo semestre del 2014.

Effettivamente nel report (di quattordici pagine) sono riportati più di 300 episodi nei quali i giornalisti sono stati fatti oggetto di violenze, omicidi o intimidazioni.

Secondo l’avvocato questo dimostrerebbe come le Forze Armate ucraine perseguissero l’obiettivo di intimidire i giornalisti.

Il report è in lingua inglese e leggendolo sorge qualche dubbio sul fatto che l’accusa l’abbia letto/compreso in quanto questo documento dimostra proprio il contrario di quanto sostenuto dall’accusa.

E’ diviso in due parti :

“There are clearly two phases of the current conflict that have triggered attacks on media freedom in Ukraine. During the first phase – the protests in Kyiv and other cities throughout Ukraine between November and February – one journalist, Viacheslav Veremyi, was killed and nearly 200 others were victims of violence. The second phase is linked to the current crisis and events in the south and east of the country.”

“Ci sono chiaramente due fasi dell’attuale conflitto che hanno innescato attacchi alla libertà dei media in Ucraina: durante la prima fase – le proteste a Kiev e in altre città dell’Ucraina tra novembre e febbraio – un giornalista, Viacheslav Veremyi, è stato ucciso e quasi 200 altri sono stati vittime di violenze, la seconda fase è legata all’attuale crisi e agli eventi nel sud e nell’est del paese “.

Nella prima fase si fa riferimento a quanto avvenuto durante la “Rivoluzione della dignità”, meglio conosciuta in Italia come la rivoluzione di Maidan. In quei tre mesi al potere vi era ancora l’ex Presidente Yanukovich che usava sistematicamente la Polizia per intimorire e rapire i giornalisti presenti sulla piazza. Per fortuna dell’Ucraina l’ex Presidente fu scacciato e da allora la situazione dei giornalisti è molto migliorata (con buona pace dell’accusa).

“I have repeatedly called on the Ukrainian authorities to fully investigate the murder of Viacheslav Veremyi and bring the perpetrators to justice. As it now stands, a suspect has been arrested and the investigation continues. All other attacks on journalists must also be thoroughly investigated. It is clear that of the majority of the 200 journalists received injuries from stun grenades and rubber bullets used by the police. In some cases, journalists were specifically targeted by law enforcement despite displaying clear identification as members of the press.”

“Ho ripetutamente invitato le autorità ucraine a indagare a fondo sull’assassinio di Viacheslav Veremyi e consegnare i colpevoli alla giustizia. Allo stato attuale, un sospetto è stato arrestato e il l’indagine continua. Anche tutti gli altri attacchi ai giornalisti devono essere investigati a fondo. È chiaro che la maggior parte dei 200 giornalisti ha ricevuto ferite da granate stordenti e gomma proiettili usati dalla polizia. In alcuni casi, i giornalisti sono stati specificamente presi di mira dalle forze dell’ordine nonostante mostri una chiara identificazione come membri della stampa.”

Segue la lista dei giornalisti intimiditi dall’ex presidente filorusso Yanukovich, proprio quel Presidente contro cui lottava l’allora volontario Vitaly Markiv in piazza Maidan.

Poi viene descritta la seconda fase

“In March attacks on journalists intensified in the south and east of the country. That these assaults have gone without prosecution is deplorable and points to the breakdown of the rule of law in the parts of Ukraine affected by conflict.
Starting in March in Crimea, in April in Sloviansk and Donetsk, and in May in Luhansk, broadcasting stations and related infrastructure were attacked by unidentified and often armed individuals who then supplanted regularly scheduled television programming with state media from the Russian Federation, although there is a ban on cable rebroadcasts of the Russian television channels”

“A marzo gli attacchi ai giornalisti si sono intensificati nel sud e nell’est del paese. Che questi assalti sono andati senza accusa è deplorevole e indica la rottura dello Stato di diritto nelle parti dell’Ucraina colpite dal conflitto.
A partire da marzo in Crimea, ad aprile a Sloviansk e Donetsk, e a maggio a Luhansk, le stazioni radiotelevisive e le relative infrastrutture sono state attaccate da persone non identificate e spesso armate individui che poi sosituirono regolarmente programmi televisivi programmati con i media statali della Federazione russa, anche se vi è un divieto di ritrasmissioni via cavo della televisione russa.”

“While the situation in Crimea dominated the headlines in February and March, the situation for journalists on the peninsula is still dire today, with regular threats and harassment and possible eviction from the region for those who are not considered loyal to the effective de facto  authorities and for those who refuse to change citizenship.”

“Mentre la situazione in Crimea ha dominato i titoli di febbraio e marzo, la situazione per i giornalisti sulla penisola sono ancora oggi terribili, con minacce e molestie regolari e possibili espulsione dalla regione per coloro che non sono considerati leali alle autorità di fatto effettive e per coloro che rifiutano di cambiare cittadinanza.”

In questi passaggi l’OSCE dice che a partire da marzo, nei luoghi ove è scoppiata la guerra e sono stati occupati dalle truppe russe, i giornalisti vengono regolarmente intimiditi e molestati. Non parla in alcun modo di autorità ucraine.

Per quanto riguarda il caso Rocchelli, viene proprio riportato in questo rapporto che :

“On April 27, new accreditation procedures were introduced by unofficial local leaders in Sloviansk. According to the new procedures, journalists without accreditation are not allowed into administrative buildings, to attend press briefings and could possibly be barred access to the town.”

“Il 27 aprile, nuove procedure di accreditamento sono state introdotte dai leader locali non ufficiali a Sloviansk. Secondo le nuove procedure, ai giornalisti senza accreditamento non è permesso entrare in edifici amministrativi, per partecipare alle riunioni stampa e potrebbe essere vietato l’accesso alla città.”

“On May 2, journalists from BuzzFeed and the television channels Sky News and CBS were detained by armed individuals for three hours at a road block in Sloviansk. They were blindfolded, interrogated and some of them were reportedly beaten before they were released. On the same day, a lifenews.ru correspondent in Sloviansk, Hermine Kotanjyan, reportedly received death threats through social media platforms.”

“Il 2 maggio, i giornalisti di BuzzFeed e i canali televisivi Sky News e CBS sono stati arrestati da persone armate per tre ore in un posto di blocco a Sloviansk. Sono stati bendati, interrogati e alcuni di loro sono stati picchiati prima di essere rilasciati. Lo stesso giorno, il corrispondente di lifenews.ru a Sloviansk, Hermine Kotanjyan, ha ricevuto minacce di morte attraverso piattaforme di social media.”

Questo documento dimostra esattamente il contrario di quanto sostenuto dall’accusa e cioè che l’esercito ucraino sta combattendo contro un’invasione russa che sta cercando di imporre il suo sistema di censura alla stampa ed alla libera circolazione di idee. Vitaly Markiv era lì per quello ed infatti era stato il fixer di diversi giornalisti italiani. Markiv non aveva alcun motivo di uccidere un giornalista italiano, Markiv non aveva alcun motivo di uccidere nessun giornalista. A Sloviansk invece c’erano diverse persone (con gli episodi proprio riportati dal rapporto OSCE), che  avevano interesse ad imprigionare, intimidire o uccidere giornalisti stranieri. La domanda che ci si pone da oltre due anni è perché la Procura di Pavia non abbia mai voluto prendere in considerazione questa pista investigativa che portava direttamente a Igor Strelkov.  sarà forse perché si sarebbe dovuto chiedere rogatoria a Mosca??