Tutti a parlare di fake news, ma come si combatte la disinformazione?». È la domanda di fondo che ci arriva da tempo da più parti da diversi lettori. Se n’è discusso settimana scorsa a Roma alla conferenza internazionale «#GlobalFactV», la quinta da quando esiste il mestiere del «fact-checking» (letteralmente, «verifica dei fatti»): un mestiere giovane che però sta coinvolgendo centinaia di persone in tutto il mondo, impegnate a fronteggiare un fenomeno ormai globale come quello delle notizie false. Si sono messe a confronto le esperienze più diverse e i metodi più all’avanguardia per cercare i fatti e separarli dalle bufale. Tra gli esperti invitati a parlare dal Poynter, l’istituto di ricerca Usa dedicato a migliorare il giornalismo, c’era Anna Zafesova, la nostra collega che segue la Russia, che ha spiegato a oltre 200 fact-checker da 56 Paesi diversi che cos’è e come funziona la «disinformazia» di stampo sovietico.

I fact-checker colgono in fallo i politici, ma anche i giornalisti. I social network e i motori di ricerca hanno già cominciato a impegnarsi a non diffondere notizie false, collaborando con i media e con i fact-checker per non trasformarsi in veicoli delle bufale .

Il ruolo più importante è quindi quello dei lettori. «Sono loro i destinatari della disinformazione, e loro le sue prime vittime. Senza di loro le fake news avrebbero vita brevissima, sparirebbero in pochi clic. Informarsi, scegliere bene di chi fidarsi, non farsi ingannare da rabbia e paura, non fermarsi al titolo per mettere un like, ma leggere tutta la notizia, e magari anche confrontare cosa dicono di questa notizia altre fonti: nel mondo di oggi, l’informazione è sempre a portata di mouse, mai nella storia dell’umanità c’è stata tanta informazione disponibile per tutti e ovunque. Questi sono i veri vaccini contro le bugie.

Le bufale non esisterebbero se milioni di persone non le ripubblicassero, magari pensando solo di fare uno scherzo. Un mondo dove i politici si vergognino di essere stati colti a dire il falso è possibile se gli elettori non gli perdoneranno le bugie». Quanto tempo spendiamo a informarci per capire dove andare in vacanza, quale ristorante scegliere o quale frigorifero comprare? «Finché riserveremo alle notizie sul mondo nel quale viviamo meno attenzione di quanta ne dedichiamo alle qualità del nostro prossimo frullatore, qualcuno (produttore del frullatore incluso) potrà prenderci in giro».

Fonte : Anna Masera La Stampa