Conversazione di Formiche.net con Geysha Gonzalez, Associate Director dell’Eurasia Center all’Atlantic Council

Non dobbiamo limitarci a pensare che il Cremlino segua una sola strategia per interferire nei processi democratici europei. Non c’è un’unica tattica per destabilizzare i paesi target. Se un determinato tentativo fallisce, si passa ad altri sistemi di condizionamento, fino a quando il risultato non è raggiunto“. Sono queste alcune delle riflessioni condivise con Formiche.net da Geysha Gonzalez dell’Atlantic Council, per approfondire gli aspetti più interessanti del report “The Kremlin’s Trojan Horses”, recentemente presentato anche in Italia presso il Centro Studi Americani di Roma.

Gonzalez, il tema delle interferenze russe in Europa è sempre più scottante. Ci sono rischi di condizionamento per la campagna elettorale italiana in vista delle prossime elezioni amministrative?

I russi hanno provato a condizionare praticamente tutte le ultime tornate elettorali in Europa. Questo basta a farci pensare che anche l’Italia potrà essere oggetto dei tentativi di ingerenza del Cremlino. Con la campagna elettorale che entra nel vivo ci aspettiamo diverse possibili “operazioni”. Non mi riferisco solamente ai tentativi più o meno coperti di sovvenzionare alcuni partiti. Parlo, piuttosto, di disinformazione, un concetto chiave per comprendere il disegno rivolto a destabilizzare il sistema politico italiano.

Quali sono i rimedi per contrastare i tentativi di interferenza?

So che in Italia sta crescendo sempre di più l’attenzione sulle fake news e apprezzo gli sforzi delle istituzioni per diffondere una cultura di resilienza contro tale fenomeno. So anche, però, che questi sforzi nella maggior parte dei casi sono destinati alle giovani generazioni e potrebbero non avere un’efficacia immediata alle prossime elezioni. Credo, allora, sia davvero importante promuovere una campagna per aumentare la consapevolezza verso la minaccia e sono convinta che tutte le forze politiche, a partire da quelle più responsabili, debbano impegnarsi in questa dimostrazione di maturità.

Come mai il report “The Kremlin’s Trojan Horses” si concentra su alcuni paesi europei e tra questi l’Italia?

Il report dell’Atlantic Council nasce con l’obiettivo di dimostrare in che modo i network di influenza dei russi abbiano infiltrato le democrazie occidentali. Tra tutte le esperienza riportate, gli autori hanno deciso di focalizzare l’attenzione su Spagna, Grecia e Italia. La scelta è nata dalla volontà di rendere chiaro a tutto il mondo come anche delle democrazie affermate e solide possano subire dei tentativi di condizionamento.

Esiste un precisa strategia dietro i tentativi di interferenza in Italia e negli altri Paesi europei?

Mi sento di dire che l’obiettivo finale è senza dubbio la destabilizzazione e, meglio ancora, la messa in pericolo della democrazia su cui si fondano gli ordinamenti occidentali. Con ciò intendo dire che dietro le operazioni di influenza del Cremlino non esiste un obiettivo specifico e definito. Il risultato che si vuole raggiungere è la messa in discussione del rapporto di fiducia che i cittadini hanno nei confronti delle istituzioni e il conseguente sovvertimento dei valori democratici su cui si regge l’Occidente.

C’è un modo per smascherare i tentativi di interferenza?

A questa domanda c’è una sola risposta: “Follow the money!” Se si segue il denaro e il network finanziario che alimenta l’influenza ci si può fare un’idea abbastanza precisa sulla gravità della minaccia. E attraverso la ricostruzione dei sistemi di finanziamento è anche possibile capire quali siano i partiti effettivamente coinvolti nel processo.

I sistemi di influenza cambiano di Paese in Paese?

I fatti dimostrano che non esiste una sola “toolbox” in mano ai russi. Non utilizzano le stesse tattiche per tutti i Paesi target. Quando uno specifico “tool” fallisce, si passa ad altri sistemi di condizionamento, fino a quando il risultato non è raggiunto. Debbo ammettere che si dimostrano assai abili nel premere i bottoni giusti nel cercare le vulnerabilità specifiche per il contesto in cui operano. La loro bravura sta proprio nel riuscire ad identificare i punti di debolezza su cui lavorare.

La partita delle influenze si gioca solo a livello nazionale o riguarda anche le organizzazioni internazionali?

Credo che la partita si giochi su un piano superiore, che riguarda tutte le istituzioni. Ad essere in pericolo è il concetto di democrazia, ad ogni livello. Con ciò intendo dire che la minaccia interessa anche l’Unione Europea e la Nato, che ha sperimentato a proprie spese la distruttività degli attacchi cyber e delle campagne di disinformazione. Tutto ciò non si circoscrive all’ambito nazionale. Il vero obiettivo sono le nostre istituzioni e i valori di democrazia su cui si regge l’Occidente.