Soddisfazione per la vittoria dei partiti euroscettici. Ma gli analisti sono prudenti: «Roma sarà fedele alla Nato»

In Russia c’è chi non nasconde la propria soddisfazione per l’esito delle elezioni italiane. Ma gli esperti nutrono seri dubbi su un possibile ribaltamento a favore di Mosca della politica estera del nostro Paese. Leonid Slutsky, uno dei più potenti deputati russi, nonché presidente della Commissione Esteri della Duma, sostiene che l’avanzata delle forze populiste e anti-europeiste permetterà «ai rapporti russo-italiani di svilupparsi in modo costruttivo». Il motivo è semplice: sia la coalizione di centrodestra sia il M5S – afferma Slutsky – «invitano al rafforzamento del partenariato con la Russia e alla cancellazione delle sanzioni illegali dell’Ue». Il parlamentare bolla come «illegali» le sanzioni di Bruxelles contro Mosca, ma non le azioni che le hanno scatenate: l’annessione russa della Crimea e il sostegno militare del Cremlino ai separatisti del Donbass. Il suo collega Konstantin Kosachyov, a capo della Commissione Esteri del Senato russo, definisce invece il voto italiano «un nuovo grattacapo» per l’Ue, a cui ora «toccherà negoziare non solo con i nuovi arrivati di Ungheria e Polonia, ma anche con un gigante come l’Italia». Poi rincara la dose paragonando il voto ai cinquestelle a quello per Trump alle presidenziali Usa del 2016, nelle quali si sospetta che il Cremlino abbia interferito per sostenere il repubblicano. Il voto a M5S in Italia – scrive Kosachyov su Facebook – «è simile al voto negli Stati Uniti a favore di Donald Trump», che ha «sfidato il sistema in modo analogo» ai pentastellati.

L’ascesa di Trump alla Casa Bianca non ha però migliorato i rapporti tra Russia e Usa. Nonostante le promesse elettorali del miliardario americano, le relazioni tra Mosca e Washington non sono meno tese che ai tempi della presidenza Obama. Miglioreranno adesso quelle tra Russia e Italia? Il direttore del Centro Carnegie di Mosca, Dmitri Trenin, dubita che ci saranno drastici cambiamenti da questo punto di vista. «L’Italia – spiega – è da tempo tra i Paesi europei con un atteggiamento tra i più amichevoli verso la Russia. Ma in ogni caso – prosegue – è improbabile che con un nuovo governo l’Italia si smarchi dal resto dell’Ue sulla questione delle sanzioni alla Russia». L’esperto sottolinea che «negli ultimi tre decenni le relazioni tra Russia e Italia sono state ottime a prescindere dalla composizione del governo di Roma». «C’è da sperare che rimangano tali – aggiunge – ma esiste un doppio limite a questa vicinanza: l’Ue e la Nato. L’Italia – afferma – agirà seguendo la comunione di interessi con l’Unione europea e l’Alleanza atlantica». E’ un po’ più cauto il politologo Aleksej Makarkin. «Nessun partito – spiega – ha ottenuto abbastanza seggi per governare da solo, quindi per valutare l’impatto del voto sulle relazioni tra Russia e Italia bisogna vedere che esecutivo sarà formato e che tipo di politiche adotterà». Secondo Makarkin, potrebbe comunque ripetersi quel che è successo in Grecia: «Dopo la vittoria di Tsipras si ipotizzava un radicale avvicinamento di Atene alla Russia, ma questo – rimarca l’esperto – non è avvenuto. 

La Russia è accusata di aver cercato di interferire sul voto italiano – e in quello di molti altri Paesi occidentali – diffondendo sul web messaggi anti-Ue e anti-immigrati. Le reciproche simpatie tra Mosca da una parte e Lega e M5S dall’altra sono sotto gli occhi di tutti. E il partito di Salvini ha persino un accordo di collaborazione politica con il partito di Putin, Russia Unita. A dicembre l’ex vice di Obama, Joe Biden, ha accusato Mosca di ingerenze per favorire alle urne «la Lega nazionalista e il populista M5S». Trenin però non dà troppo peso al ruolo russo nelle elezioni occidentali. «Non sono per niente d’accordo – dice – sul fatto che il sostegno del Cremlino abbia svolto una funzione significativa, o persino tangibile, nel voto in Europa e negli Usa. I risultati di queste elezioni – spiega – riflettono le divergenze tra le élite e la gente comune: il Cremlino – conclude – cerca di sfruttare questa spaccatura, ma non è stato certo lui a crearla».