Mosca inserisce anche il centro demoscopico Levada tra gli “agenti stranieri”, Le autorità denunciano finanziamenti dall’estero per oltre 4 milioni di euro in due anni. Direttore dell’istituto: “Ce lo aspettavamo; atto repressivo, è la fine dei sondaggi indipendenti in Russia”. La mossa arriva a meno di due settimane dalle elezioni legislative.

Il ministero della Giustizia russo ha inserito anche l’istituto demoscopico, indipendente Levada Center nella lista delle organizzazioni ritenute “agenti stranieri”.

L’etichetta di memoria sovietica, è stata introdotta con una controversa legge nel 2012 per classificare le organizzazioni no-profit, che si occupano di politica e sono finanziate dall’estero. Apparire nell’elenco significa essere soggetto regolarmente a controlli molto rigidi, tanto che alcune Ong hanno deciso di chiudere.

La richiesta per l’avvio di verifiche sulle attività e i finanziamenti del Levada era arrivata dal senatore e leader del movimento Anti-Maidan, Dmitri Sablin, che ora si dice soddisfatto della decisione delle autorità. Le perquisizioni al Levada sono state condotte dal 12 al 31 agosto scorso, nel periodo in cui l’organizzazione ha anche svolto un sondaggio, in cui ha registrato un calo di gradimento del partito di governo Russia Unita: 31%, dal 39% di luglio. Ma secondo i responsabili del Centro, non vi è un collegamento diretto tra i due fatti.

Il presidente della Commissione Esteri del Consiglio della Federazione (il Senato russo), Kosachev, ha reso noto che il Levada “ha ricevuto da fonti estere oltre 300 milioni di rubli, in due anni” (circa 4,145 milioni di euro). Molti di questi finanziamenti provengono, a detta del senatore, da organizzazioni negli Usa, Gran Bretagna, Norvegia, Lituana e “altri Paesi che non nutrono amore per la Russia”.

“Ridurremo il numero dei contratti con clienti stranieri nell’auspicio di far rimuovere lo status”, ha dichiarato il vice direttore di  Levada, Aleksei Grazhdankin.

La notizia arriva a meno di due settimane dalle elezioni per il rinnovo della Duma di Stato, previste il 18 settembre. “Le conseguenze di una tale decisione per noi sono devastanti”, ha commentato ad Afp il direttore dell’istituto Lev Gudkov. “Con questo si impone, in pratica, la censura politica e l’impossibilità di avere sondaggi indipendenti. È il tipico comportamento di un regime repressivo”.

Il Levada è ritenuto l’istituto di sondaggi più autorevole nel Paese ed è il primo, che ha iniziato a effettuare sondaggi d’opinione a livello nazionale, a partire dal 1988. Ora non potrà più occuparsi di sondaggi elettorali. Il centro porta il nome del sociologo russo, Yuri Levada (1930-2006). Gli altri istituti demoscopici nel Paese sono tutti a controllo statale.

Gudkov aspettava da tempo una tale decisione, ma non ha nascosto “rabbia e frustrazione” nella sua intervista al giornale Novaya Gazeta, a cui ha dichiarato che verrà presentato appello contro l’iniziativa del ministero, pur nella consapevolezza “che non abbiamo molte possibilità”. Gudkov è tornato a criticare la stessa legge sugli agenti stranieri, che finora ha colpito già circa 140 organizzazioni, tra cui Memorial che si occupa di diritti umani, e Golos che monitora i processi elettorali. Mosca ha sempre detto che la nuova legislazione mira a proteggere la Russia dai tentativi esteri di influenzare la sua politica interna, ma in molti accusano che di fatto mira a silenziare chi denuncia manipolazioni nel voto e altri abusi. “È talmente ampio il campo d’azione della legge che vi può rientrare di tutto – ha spiegato Gudkov – tossisci dove non è necessario o guardi nella direzione di un qualche funzionario e tutto può essere considerato attività politica”.

Gudkov si è detto convinto che dietro l’inserimento del Levada nella lista degli agenti stranieri non via sia un ordine diretto dell’amministrazione presidenziale. “Si tratta di un vento che arriva dal blocco dei siloviki (gli uomini provenienti dagli apparati di sicurezza), responsabili di tutta la politica repressiva nel Paese. Di sicuro, questo potere corrotto e mafioso reagisce con molto nervosismo alla pubblicazione dei nostri dati”, che registrano la denuncia dell’opinione pubblica della corruzione della politica. “Ecco che ripartono all’attacco col patriottismo, evidentemente hanno di nuovo rubato alla grande”, ha concluso Gudkov, citando lo scrittore satirico russo Saltykov-Schedrin.

Fonte Asianews.it