Stopfake vi aveva fatto conoscere Paul Manafort quando nessuno ne parlava, era l’agosto del 2016. Aprivamo l’articolo con “Paul Manafort è stato lo spin doctor dell’ex Presidente ucraino Viktor Yanukovich e che per anni ha intessuto affari e lobbismo con alcuni degli attuali uomini di affari russi ed ucraini implicati nella delicata questione della guerra in Donbass”

Primo procedimento sulle interferenze russe sulle elezioni presidenziali americane del 2016 che hanno portato all’elezione di Trump. I capi d’accusa erano 18, sui restanti 10 la giuria non ha raggiunto l’unanimità

Colpevole per otto capi di imputazione, di cui cinque per frode fiscale: è il verdetto raggiunto dalla giuria del processo a Paul Manafort, l’ex capo della campagna elettorale di Donald Trump.

I giurati non hanno però raggiunto il consenso su altri 10 capi di imputazione. E il giudice del processo ne ha dichiarato la nullità. Il verdetto è arrivato dopo oltre due settimane di processo durante il quale sono stati ascoltati 27 testimoni e presentati 388 documenti per dimostrare, oltre ogni ragionevole dubbio, come l’ex manager della campagna di Trump, abbia orchestrato trame per non pagare le tasse su introiti legati a consulenze per il governo ucraino e per frodare le banche in modo da ottenere finanziamenti.

La condanna rappresenta una schiacciante vittoria per lo speciale procuratore Robert Mueller che indaga sul Russiagate, ovvero sulle presunte collusioni tra la campagna elettorale di Trump e il Cremlino e che nell’ambito della sua indagine ha scoperto i crimini di Manafort.

fonte : La stampa