La logica è un elemento importante che dovrebbe rappresentare una luce polare per i cittadini di tutto il mondo. E’ anche una preziosa arma contro la disinformazione. 

In molti in queste settimane hanno sostenuto la narrativa russa secondo la quale l’Ucraina dovrebbe arrendersi alla Russia per evitare sofferenze alla sua popolazione. Chi sostiene tale narrativa critica il presidente ucraino per il fatto di non ricercare un dialogo con Putin nel quale lo stesso dovrebbe cedere alle richieste dello Zar per il bene del suo paese.

La logica è che Zelensky è il capo della diplomazia Ucraina mentre Putin di quella russa.

La stessa logica però non è applicata a Papa Francesco. Papa Francesco è il capo della diplomazia Vaticana e cattolica nel mondo, mentre il suo alter ego è il Patriarca di Mosca Kirill.

Secondo tale logica Papa Francesco non dovrebbe richiedere la fine delle ostilità perché questo indispone la sua controparte. Infatti, chi ha seguito in questi anni la “politica estera” del patriarcato di Mosca, sa benissimo che questa guerra contro l’Occidente è ampiamente supportata dall’apparato ecclesiastico, anzi è spronata da esso.

All’indomani dell’attacco all’Ucraina, il patriarcato di Mosca ha benedetto la guerra elogiando Putin per il “suo alto e responsabile servizio alla popolazione russa” e aggiunto che il Patriarcato farà la sua parte in questa guerra “per l’educazione patriottica del popolo russo”.

Il Patriarca Kirill ha tenuto un sermone dove ha giustificato la guerra contro la Gay-Europa.

Il Patriarcato di Mosca appoggia la denazificazione dell’Europa e non sono mancati in passato i richiami a tale narrativa, come quando paragonò i matrimoni dello stesso sesso a pratiche naziste.

Il Patriarca Kirill, succeduto nel 2009 ad Alexei II era un agente del KGB (secondo gli archivi desecretati della stessa Russia). Era il capo del dipartimento delle relazioni estere della Chiesa russa.

Anche l’organo stampa italiano del Vaticano, Avvenire, è in difficoltà con Kirill e cerca in qualche modo di attenuarne la portata, con un colpo al cerchio ed uno alla botte.

Evidenziata così la chiara e inequivocabile contrapposizione, perché non si adotta, sui media, con Papa Francesco lo stesso metodo che si adotta con Zelensky? Perché il secondo dovrebbe arrendersi alle richieste russe mentre Papa Francesco, in nome della pace, non dovrebbe accettare le richieste della Chiesa russa? Perché la Chiesa cattolica non dovrebbe schierarsi apertamente a favore dell’azione militare contro quelle società che propagandano i matrimoni omosessuali?

Non è forse la Chiesa un elemento della diplomazia mondiale? Perché nessuno critica Papa Francesco per il suo perdurare nel condannare la guerra che invece è benedetta dal Patriarcato di Mosca? Non c’è il pericolo che questa rigidezza non indisponga ulteriormente la Russia?

Mi rendo conto che le precedenti domande risultino insensate, risultano insensate perché la logica le rende tali. Ma allora perché continuare a sostenere altre posizioni altrettanto insensate? Perché continuare a sostenere che sarebbe giusto per l’Ucraina piegarsi al volere di Putin?

Chissà che questo semplice esempio possa riportare qualcuno a ragionare sulle cose e non a prendere per oro colato quanto altri hanno stabilito si debba pensare.