Quel network russo di profili fake che inquieta la politica italiana: ecco tutti i dati sui troll gestiti da San Pietroburgo

Sedicimila tweet in italiano e 143 finti profili con un bassissimo numero di follower sono finiti nel mirino dell’Fbi. Il primo obiettivo era screditare il governo Renzi. Su Mattarella 35 tweet ma su cerimonie di inaugurazione e sulla visita a Mosca

Sedicimila tweet in Italiano. 143 profili fake. Cinque, particolarmente attivi, con un bassissimo numero di follower. Attorno, una fitta rete di profili tutti ancora da studiare. È questa la rete italiana della Internet Research Agency (Ira), l’agenzia di San Pietroburgo legata agli apparati del presidente Putin e nata per inquinare l’opinione pubblica occidentale, compresa quella italiana. I dati vengono fuori dall’analisi dei 3 milioni di tweet allegato all’indagine dell’Fbi sul Russiagate.

I profili in questione erano stati creati dall’Ira e qualcuno, dalla Russia, li gestiva. Il loro compito era per lo più di ritwittare notizie sulla base di scelte che, apparentemente, sembrano casuali. Ma in realtà hanno un filo politico comune: screditare il governo Renzi nel suo complesso. E, dall’altra parte, esaltare l’attuale ministro degli Interni, Matteo Salvini (“Salvini si prepara al plebiscito al congresso”), oltre che ad amplificare tweet su temi “classici”, come il contrasto alle migrazioni, fatti di sangue particolarmente cruenti e sanzioni della Russia. I profili fake, non a caso, rilanciavano tutte le notizie che arrivavano da Catania e dall’inchiesta del procuratore Zuccaro sulle Ong con navi nel Mediterraneo. Appoggiavano la Brexit, aiutavano Putin.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è nominato in 35 tweet: sono notizie su inaugurazioni, cerimonie. Si parla di Mattarella a Mosca con una dichiarazione di Medved: “Italia e Russia, rapporti ottimi nonostante il momento”. Detto questo, però, pubblicavano con frequenza anche notizie non politiche: dalle scoperte scientifiche ai risultati del campionato italiano almenoché non si voglia pensare che dietro i russi ci fossero anche le squadre di serie A. “Questo però non deve sorprendere. Perché i profili fake – spiega uno degli analisti che in queste ore sta lavorando al dossier – devono comportarsi come quelli “normali” per non dare nell’occhio e non essere bloccati. Ecco perché si muovono a 360 gradi”.

Questi profili spesso interagivano con account di simpatizzanti del Movimento 5 Stelle e della Lega, impegnati quindi sui soliti temi. Dopo lo scandalo del Russiagate gli account creati dall’Ira sono stati disattivati quasi tutti. Mentre hanno continuato a funzionare molti di quelli con cui abitualmente erano in contatto. Alcuni di essi hanno continuato a scrivere di politica. E hanno partecipato, tra le altre cose, quando ci fu il no alla nomina di Paolo Savona a ministro dell’Economia alla campagna #mattarelladimettiti contro il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

A gestire questi account erano persone reali o fake? Al momento non c’è una risposta. Ma, come ha raccontato Repubblica il 30 maggio scorso, sicuramente c’è stata una rete di almeno 380 profili anonimi che aveva partecipato e rilanciato la campagna #Mattarelladimettiti, circostanza sulla quale è in corso anche un’inchiesta della magistratura.

Di questi, alcuni avevano interagito (like e retweet) con una ventina di troll della factory russa, come altri migliaia di utenti.

“Un’operazione di questo genere non mi ha affatto sorpreso” spiega a Repubblica il debunker, David Puente. “Non so chi ci sia dietro l’agenzia di San Pietroburgo. Certo è che la politica da operazioni di questo genere ne trae un grande vantaggio. Detto questo, non sono operazioni soltanto russe. Team qualificati in grado di fare questo tipo di lavoro ce ne sono anche in Italia”

Fonte : Repubblica