Mentre si trascina una delle più brutte campagne elettorali della storia repubblicana, c’è una parte di candidati che si stanno muovendo nell’ombra, distanti dai riflettori, ma che potrebbero rappresentare una sorpresa (od uno shock a seconda dei punti di vista) il 5 marzo per l’intero sistema politico italiano.

Se nel centrosinistra +Europa con Emma Bonino sta velocemente rosicchiando voti al Partito Democratico e con il centro destra che sembra arrivato al suo livello massimo, c’è una forza che nessuno nomina durante i dibattiti televisivi, che agisce come il vecchio partito comunista attirando una parte dell’elettorato cinque stelle in uscita. Questa forza è Casapound.

I recenti fatti di Macerata dimostrano come una politica incapace e oramai distaccata dal tessuto sociale appare non essere in grado di fornire risposte a tutte quelle persone che vivono in zone o condizioni disagiate, siano essi italiani o stranieri. A queste persone spesso si risponde con massimi sistemi e filosofia politica e non con semplici atti facilmente comprensibili e di verificata efficacia. La rabbia che sale di giorno in giorno e che ammorba tutta la società italiana non sembra derivare da un problema di razzismo proprio dell’Italia o dalla voglia di un ritorno del fascismo, ma da problemi irrisolti a cui la politica doveva dare delle risposte precise di lungo termine invece che provvedimenti tampone emergenziali.

Migliaia di stranieri inoccupati che vagano tutto il giorno sulle nostre strade sono il segno tangibile di una politica incapace. Se è vero che necessitiamo di manodopera straniera per i lavori che gli “italiani non vogliono più fare” allora significa che tutto il nostro sistema di cooperative e centri per l’impiego andrebbe resettato in quanto enti che non hanno fornito le risposte adeguate in questi anni. Se invece prendiamo per buone le teorie di chi sostiene che non essendoci lavoro queste persone andrebbero espulse allora si dovrebbe immediatamente abrogare la legge Bossi Fini in quanto è lo strumento normativo che genera il limbo in cui finiscono le decine di migliaia di persone che non ottengono il permesso di soggiorno per motivi umanitari.

Una politica vera parlerebbe di una nuova legge per l’immigrazione, di fondi certi da destinare alla costruzione di case che possano accogliere chi viene dall’estero (ricordate le case FIAT degli anni 60?), di dove si intende impiegare questa manodopera con numeri certi su base annuale, di percorsi di inserimento non basati sui progetti delle varie cooperative ma organizzati e gestiti dallo Stato proprio così come lo stesso Ministero dell’Istruzione gestisce la formazione degli italiani.

Sono mille i piccoli problemi a cui la signora Maria vorrebbe una risposta semplice che in tempi brevi le diano delle risposte concrete.

La politica negli ultimi quindici anni non ha offerto alcuna risposta vera ai fenomeni geopolitici, sempre in bilico tra opportunismo e propaganda. Ora questo vuoto viene colmato negli slogan da movimenti come Casapound dopo che negli anni passati il vuoto era stato occupato dal movimento grillino, movimento che aveva promesso una maggiore attenzione ai problemi dei cittadini ma che alla prova dei fatti si è comportato come qualsiasi altro partito.

Non si tratta in realtà di “un pericolo di ritorno al fascismo” per come lo intendiamo in Italia, ma sicuramente ci troviamo di fronte al pericolo di un ritorno a sistemi chiusi che guardano a ricette del passato, siano questi di ideologie legate alla destra o all’estrema sinistra.

Certo il pericolo di una forte avanzata delle destre estreme è reale, non tanto perchè gli italiani siano nostalgici del fascismo, ma perchè di fronte alla mancanza di politiche reali si affidano all’idea dell’uomo forte e dell’ordine, seguendo il trend internazionale dell’ultimo decennio.

Non è un caso che la propaganda del Cremlino in questi anni abbia puntato molto sulla figura del suo Presidente come “l’uomo più forte in Europa”, così come non è un caso che i russi abbiano stretto accordi politici e finanziato quasi tutti i movimenti dell’estrema destra europea, con una visione avveduta a lungo termine su come si sarebbe evoluta la geopolitica. Va anche detto che i sostenitori dell’Eurasia hanno fatto di tutto per creare le condizioni ideali affinchè il vento di destra si espandesse in Europa. Quasi nessuno ha mai sottolineato che la guerra in Siria sia stata utilizzata dalla Russia per ingrossare il flusso di stranieri in fuga vero l’Europa. Dopo l’intervento russo in Siria si sono creati ulteriori due milioni e mezzo di profughi che sono fuggiti destinazione Europa. Nessuno si è mai soffermato sul perchè l’aviazione russa bombardava continuamente grossi centri abitati come Aleppo e Idlib senza che vi fosse una presenza ISIS che invece stava molto più a est. Si trattatava di bombardamenti che colpivano scuole e ospedali con il chiaro intento di terrorizzare la popolazione civile e stimolarla ad emigrare. Milioni di profughi sono stati la benzina elettorale per quasi tutti i movimenti di destra europei che nel frattempo hanno cavalcato il tema per fini elettorali. Un perfetto cortocircuito che vedeva da una parte la Russia spingere milioni di persone verso il nostro continente e dall’altro i partiti xenofobi giurare la loro fedeltà ideologica a Putin descritto come l’unico in grado di salvare l’Europa dall’invasione.

In Crimea hanno sfilato tutti, dai neonazisti dell’AFD, al FPO austriaco ai Jobbik ungheresi per non parlare dei nostrani Leghisti e Grillini, e tutti hanno offerto i loro servigi al regime putiniano riconoscendo di fatto l’occupazione militare russa e la necessità di terminare le sanzioni contro di essa. A Sanpietroburgo ogni anno si svolge il raduno internazionale dei movimenti neofascisti e neonazisti con la benedizione tacita del Cremlino.

L’onda nera internazionale che monta nel vecchio continente in questa prima fase sembrerà coesa e inarrestabile ma ben presto comincerà a litigare creando quel domino che metterà gli stati europei uno contro l’altro, proprio come nei disegni di Zar Vlad. Forse involontariamente ma si sta replicando il modello russo creando delle micro tensioni nel cuore dell’Europa.

Cosa è la proposta austriaca di dotare i cittadini italiani dell’alto Adige se non la replica del modello Donbas ? Quanto tempo passerà prima che l’Austria non inneschi con l’Italia questioni per “i suoi cittadini di minoranza linguistica tedesca?”

La mancanza di una visione della nostra dirigenza politica e la voglia di sfruttare tutto a fini elettorali, da una parte o dall’altra, rischia di farci risvegliare ben presto in un incubo. E’ sotto gli occhi di tutti che la tensione e la violenza si sta riappropriando delle nostre strade, spesso fomentata da gruppi extra parlamentari di cui non si conoscono bene le ramificazioni internazionali e chi vi sia dietro a finanziarli.

In questo complicato panorama internazionale l’Ucraina dovrebbe essere insieme esempio e monito per noi europei ed invece di studiarne gli eventi e gli effetti preferiamo declassare la vicenda ad una “guerra civile” o peggio ancora “un colpo di stato nazista”. Con questo modo di ragionare rischiamo davvero di disegnarci un futuro oscuro fatto di centri sociali che aggrediscono i rappresentanti dello Stato, di Traini che sparano all’impazzata in nome di una “razza”,di italiani comuni che disertano le urne perché non si sentono più rappresentati.

Nel prossimo futuro il pericolo non è il ritorno del fascismo per come ce lo stanno dipingendo in questi giorni, ma l’affacciarsi di forme di autoritarismo che utilizzeranno la porta di servizio e non quella principale per affermarsi, proprio mentre noi siamo concentrati sul dito che indica la luna.

Casapound se prenderà il 3% rappresenterà uno shock certamente, ma i problemi  rimarranno tutti sul tavolo e se qualcuno non si prenderà la responsabilità di sporcarsi le mani allora in un futuro prossimo quel 3% potrebbe diventare un problema e trasformarsi in qualcosa di più grande e consolidato fornendo magari una porta di servizio a chi sta lavorando per destabilizzare la nostra democrazia.

Non si sa mai in questi casi dove sia la sottile linea rossa, quella che indica il punto di non ritorno. Di sicuro ci siamo molto vicini.