Alcuni giorni fa si era innescata una polemica sulle dichiarazioni dell’esponente del Partito Democratico Emanuele Fiano, relativamente a sue dichiarazioni sul popolo ucraino, dichiarazioni che facevano intendere una certa inclinazione degli ucraini al nazismo.

Dopo aver dimostrato che la “fonte” del deputato era alquanto opinabile, Fiano ha fatto una mezza retromarcia scusandosi per l’abbaglio ma insistendo sulla deriva nazista dell’Ucraina.

Capita poi, una settimana dopo, che un Senatore italiano (non un profilo twitter qualunque come quello utilizzato da Fiano come fonte) richiami i “savi di Sion” in un tweet fortemente antisemita.

Quanto le avevamo preannunciato nell’articolo, onorevole Fiano, si è purtroppo avverato presto. Le avevamo chiesto, facendo un esempio, cosa avrebbero dovuto dire i deputati ucraini se in Italia fosse successo quanto poi si è materializzato con il tweet. Lei si immagina Groysmann dire “In Italia l’antisemitismo è di Stato”?

Questo dovrebbe farla riflettere sul fatto che anche nell’opposizione al Governo gialloverde, si tende a dar retta più al bias di conferma che non alla effettiva conoscenza. Il problema della conoscenza, intesa come skills e professionalità, è un dei più maggiori e impellenti problemi che abbiamo in Italia ora. Tutti pensano che basti usare Google o qualche social per potersi fare un’idea su qualsiasi argomento. Ovviamente non è così, anzi è del tutto furviante, perchè tutti noi soffriamo del bias di conferma e quando cerchiamo un’informazione generalmente la cerchiamo in maniera di trovare un risultato che rafforzi le nostre convinzioni.

Le faccio un altro esempio, se io volessi dimostrarle che la comunità ebraica combatte fieramente al fianco dell’esercito ucraino, ed anche di Pravj Sektor, potrei postarle decine di foto come questa

Jewish-Ukrainian brotherhood. Hasidim Asher Joseph Cherkassky and Dmytro Yarosh, Pravy Sektor.

oppure questa

 

Da parte sua, se volesse, con una ricerca su google potrebbe rispondermi con altrettante foto di qualche idiota ucraino che va in giro con le mostrine delle SS.

Ma se vogliamo salvarci da questa pericolosa deriva impostaci dalla disinformazione, dobbiamo tutti cambiare registro, magari interpellando persone che conoscono bene il tessuto sociale e la storia del paese di cui si vuole argomentare, persone che abbiano anche una limpida deontologia professionale e grande conoscenza dell’argomento.

Il caso ha vluto che mentre in Italia un Senatore della Repubblica tirava in ballo il fake storico dei Savi di Sion, il Presidente ucraino Petro Poroshenko era in Israele per la firma del trattato di libero scambio tra i due paesi. A Gerusalemme, il premier israeliano Benjamin Netanyahu, durante la conferenza congiunta, ha ringraziato l’Ucraina in quanto PAESE EUROPEO CON UNA DELLE PIU’ GRANDI COMUNITA’ EBRAICHE.

Un sondaggio condotto dal Pew Research Center nel 2016 ha rivelato un altissimo livello di accettazione da parte della società ucraina contemporanea verso la comunità ebraica, con solo il 5% della popolazione in disaccordo con questo sentimento. Tale dato rappresenta uno degli indicatori più bassi in tutta l’Europa centrale e orientale. La comunità ebraica svolge un ruolo molto importante nella vita politica ucraina, contribuendo con 30 dei 427 parlamentari della RADA ed esprime l’attuale primo ministro, Volodymyr Groisman.
L’Ucraina manifesta un crescente interesse per la storia e il patrimonio ebraico, ad esempio molti consigli comunali e organizzazioni di base in tutto il paese si sono impegnati a ripristinare le sinagoghe, a demarcare le fosse comuni della seconda guerra mondiale e a documentare l’Olocausto in cui morirono 1,5 milioni di ebrei ucraini.

Questi sono dati, fatti incontrovertibili sui quali si dovrebbero basare le dichiarazioni di chi ha grandi responsabilità politiche, a meno che di mettere in atto le medesime strategie e gli atti sconsiderati che il Governo italiano sta attuando in queste ore verso la Francia.

Sono sicuro che lei, onorevole Fiano, sarà pienamente daccordo con quanto scritto e che questo piccolo “inciampo” le avrà permesso di riconsiderare la millenaria storia ucraina e le fornirà un ulteriore stimolo per diventare un alfiere contro la disinformazione.

Dal dialogo nascono gli incontri, dalla disinformazione l’isolazionismo.

Mauro Voerzio