In questa estate olimpica con il mondo distratto dall’evento sportivo planetario, dal terrorismo in Europa e dalla guerra in Siria e dalle imminenti elezioni Presidenziali in America, Putin cerca di riprendere il centro della scena acuendo la crisi con l’Ucraina e minacciando un massiccio intervento militare.

Sarebbe però un errore analizzare i fatti senza tenendosi ancorati alla realtà, tralasciando quell’elemento essenziale che ha caratterizzato la Russia negli ultimi anni e cioè che la sua arma principale nella conduzione di queste moderne guerre è la propaganda e la disinformazione.

E’ probabilissimo che ci troviamo di fronte ad una nuova “finta tensione” creata ad arte (anche in maniera abbastanza maldestra) semplicemente per tornare al centro della scena internazionale, quella scena che manca molto allo Zar di Mosca e che lo colpisce più duramente delle stesse sanzioni.

Se leggiamo i recenti fatti con gli strumenti della propaganda russa, ci accorgiamo che da alcune settimane (se non mesi) è cambiato il leit motiv di propagandisti e troll. E’ stato infatti abbandonato lo stereotipo dell’Ucraino nazista e fascista, stereotipo che resiste ancora in paesi come l’Italia dove la scarsa formazione politico culturale della classe media è più facilmente suggestionabile con argomentazioni che possano essere riportate all’interno dell’alveo della politica interna.

Questo stereotipo è stato sostituito con una nuova “keyword” TERRORISMO.

Chi si occupa di SEO (l’ottimizzazione dei siti internet nei motori di ricerca) conosce l’importanza di focalizzare la parola chiave che permetta di avere la massima diffusione del proprio lavoro. E’ una tecnica usata anche dagli utenti di twitter che spesso taggano loro post aventi ad esempio argomenti sportivi con TAG tipo #aleppo o #isis Questa tecnica permette una maggior visione dei loro tweet ad un pubblico più vasto rispetto quello atteso.

E’ indubbio che in questo momento storico in Europa la maggior attenzione alle notizie siano quelle inerenti il terrorismo, i nostri giornali e telegiornali ne fanno un gran uso e spesso occupano più del 50% degli spazi disponibili.

Da alcuni mesi abbiamo assistito ad una serie di articoli di siti russi utilizzati per diffondere la propaganda nei quali si riportava di campi di addestramento dell’ISIS nel sud dell’Ucraina o di combattenti dell’ISIS presenti nel Donbass che combattevano contro i russi. Anche l’Italia non è stata immune e Lucia Goracci in un suo servizio ad Aleppo asseriva di avere le prove della presenza di Ucraini di Leopoli che combattevano per il Califfato, fake che fu smascherato in poche ore e che riservò alla giornalista RAI una misera figura.

Nonostante tutto i segnali ci dicono che la Russia ora punterà maggiormente sulla keyword “terrorismo” per cercare di far associare nell’immaginario collettivo dell’occidente l’Ucraina ai terroristi, una immagine ancora più deleteria di essere definiti fascisti o nazisti.

Da una parte ciò dovrebbe tranquillizzare in quanto significa che Putin non ha alcuna intenzione di aumentare la pressione militare in Ucraina aprendo nuovi fronti, dall’altra preoccupa vedere accrescere il potenziale della disinformazione russa e gli effetti che ha sulle società occidentali che spesso sembrano essersi trasformate in spugne che assimilano tutto ciò che gli viene propinato senza nessuna capacità autonoma di analisi.

Infatti se mettiamo in fila gli avvenimenti degli ultimi giorni in Crimea verrebbe quasi da sorridere e ci si potrebbe fare anche l’idea che i servizi russi siano un po’ arretrati per la serie di errori macroscopici commessi nel confezionare il fake, ed alcune domande dovrebbero sorgere spontanee in chi vorrebbe riflettere come ad esempio :

Che bisogno c’era di infiltrare personale militare in divisa mimetica quando qualsiasi cittadino ucraino può entrare senza alcun problema con la propria auto in Crimea ?

Perchè degli spetnaz ucraini in una azione di sabotaggio nei loro zaini dovrebbero avere dei pacchi di Pepe ?

Perchè l’FSB nel primo annuncio asseriva che uomini con divise ed insegne militari russe avevano aperto il fuoco contro una guarnigione in Crimea e il primo arrestato nelle immediatezza dei fatti era in abiti civili ?

Perchè secondo l’FSB i due gruppi di sabotatori avrebbero attraversato il lago di Syvash sotto un intenso fuoco di copertura e migliaia di residenti della zona non hanno avvertito alcun colpo ?

Perchè l’FSB non ha rivelato l’esatta location di dove sono avvenuti i fatti ?

Chi sarebbe stato ucciso ? Perchè non hanno fornito nessun dettaglio ? Perchè non è stato permesso agli osservatori dell’OSCE di accedere al luogo dello sventato attentato ?

Ed ancora come mai nel servizio televisivo del primo canale russo viene inquadrata una luna piena quando quella sera vi era una luna al 50%, come mai la tenda usata dai sabotatori risulta essere una foto scaricata da un sito di vendita di fotografie ?

E’ chiaro che è successo qualcosa, nelle ultime ore sta circolando una testimonianza che una sparatoria ci sarebbe si stata ma sarebbe accaduta tra militari russi ubriachi e uomini dei servizi di sicurezza dell’FSB. Un’incidente che manipolato poteva risultare utile al disegno russo di accomunare l’Ucraina al terrorismo internazionale. Questa ipotesi è la migliore perché nella peggiore siamo di fronte di un fake creato totalmente a tavolino.

E’ probabile che nelle prossime settimane assisteremo a nuove performance della propaganda russa sulla tematica terrorismo tanto in Europa nessuno si chiederà mai se abbattere un aereo con 298 persone a bordo sia terrorismo o se lo sia bombardare quotidianamente civili ed ospedali ad Aleppo, l’importante è ricevere la dose quotidiana di veline che ci dicano cosa dobbiamo pensare e pazienza se come nel caso della Turchia di Erdogan dovremo magari cambiare radicalmente idea nel giro di 24 ore. La realtà non è quella che vi sembra ma solo quella che vi propone lo Zar, l’ultimo “baluardo” della cristianità che si è appena alleato con uno dei più forti stati islamici. L’ignoranza è forza!

Mauro Voerzio