Nel magico mondo russo può accadere anche questo, si può dichiarare il cessate il fuoco in una situazione di cessate il fuoco all’interno di un accordo siglato l’anno scorso che prevedeva il cessate il fuoco ed il ritiro delle armi pesanti entro i 20 km dalla linea del fronte (Minsk2)

E’ l’ennesima riprova di come oramai nel circo mediatico si trattano i cittadini come perfetti idioti o per meglio dire gli si fornisce la benzina per tenere viva la loro radicalizzazione. E’ indubbio infatti che la propaganda tende a dividere l’opinione pubblica in fazioni che non debbono mai confrontarsi ma soltanto insultarsi, avviene quotidianamente anche nella vita politica italiana. La propaganda è nemica del confronto, la propaganda necessita sempre di avere argomenti forti da poter urlare in faccia al nemico senza mai entrare nel merito della questione e permettere un confronto.

L’operazione “tregua” è una di quelle cose che funziona, si prende un “pupazzo” che non ha alcun riconoscimento ufficiale, gli si fa dire che dichiara una tregua unilaterale e la notizia rimbalza ai quattro angoli del pianeta sui maggiori media internazionali. Solo in Italia abbiamo Repubblica, ANSA, Euronews, etc.

Quid prodest ?

Da una parte si dà un implicito riconoscimento al “pupazzo” di turno, e poi come detto pocanzi si fornisce un argomento all’esercito degli zombie da utilizzare massicciamente sui vari social network nel supportare le tesi che la Russia è buona, che è uno Stato pacifico, che lavora per il bene comune etc. etc.

Pochi invece si domandano perché c’era bisogno di dichiarare una tregua all’interno di un’altra tregua dichiarata solo due settimane fa.

La risposta è abbastanza semplice, oggi c’era la visita in Donbass del Ministro degli Esteri tedesco e domenica ci sono le elezioni in Russia per il rinnovo del Parlamento. Necessitava una finestra “di normalità” che purtroppo finirà in pochi giorni. Se ci fosse una vera possibilità di tregua l’ONU avrebbe risposto positivamente alla richiesta del Presidente Ucraino di inviare nel Donbass un contingente di caschi blu.

Questo ripropone anche una questione che viene raramente affrontata ma che rappresenta un enorme problema per la politica estera, la scomparsa della diplomazia.

Per secoli la diplomazia ha avuto un ruolo predominante nella politica estera e sugli assetti geopolitici. Il fitto lavoro di tessitura che vedeva impegnati oscuri personaggi spesso trovava soluzioni a problemi che sembravano insormontabili. Gli accordi che venivano presi dalle diplomazie erano accordi veri e nessuno pensava di infrangerli. Così la parola data dai servizi di sicurezza era una assicurazione e sulla base di quella ci si scambiava le spie, si fermavano i conflitti, si ridisegnavano gli assetti.

Poi la diplomazia è entrata in crisi ha cominciato a perdere di credibilità e con la guerra Russia Ucraina del 2014 tutto ciò è diventato evidente. Era stato praticamente stracciato un accordo noto come il Memorandum di Budapest e nessuno osava parlarne, anche gli stessi firmatari non hanno mai affrontato l’argomento. Per chi non lo ricordasse il Memorandum di Budapest era stato firmato da Russia, Ucraina, USA e Regno Unito e prevedeva che l’Ucraina avrebbe visto riconosciuta la sua integrità territoriale in cambio dello smantellamento del suo arsenale nucleare (era la terza potenza mondiale). Nel caso l’occidente l’avesse attaccata la Russia sarebbe scesa al suo fianco e viceversa nel caso fosse stata attaccata dalla Russia.

E’ ovvio che tutto ciò che viene dopo a livello diplomatico viene parametrato al Memorandum di Budapest, il ragionamento comune è “perchè ci si dovrebbe fidare oggi ?”. Lo stesso accordo firmato dall’Iran sulla non proliferazione nucleare ha un valore puramente mediatico ma nulla di concreto, l’Iran continuerà nella progettazione dell’arma atomica senza dover temere nulla.

Chiunque può fare una verifica di quanto la diplomazia sia impotente, lo stesso Steffan de Mistura ha recentemente affermato che purtroppo non ci sono le condizioni in Siria per portare gli aiuti umanitari nonostante sia stata dichiarata una tregua dopo l’incontro Lavrov – Kerry. Non ci sono le condizioni perché nonostante quanto viene riportato sui media la Russia sta continuando a bombardare i centri abitati in barba alla tregua che lei stessa ha protocollato.

In Ucraina dall’entrata in vigore dell’accordo Minsk 2 sono morte centinaia di persone e sono migliaia i feriti, dall’entrata in vigore del cessate il fuoco del primo settembre sono morti sotto i bombardamenti russi molti soldati ucraini e molti altri sono rimasti feriti.

Per questo motivo non vi è alcuna speranza che le armi tacciano in Ucraina orientale o in Siria, perchè non è stata trovata una soluzione politica ed una soluzione politica può essere trovata solo dalla Diplomazia e non certo dai militari, ma da una Diplomazia forte e con pieni poteri e non da una che ha le frecce spuntate e vive una profonda crisi di credibilità. Voi sareste pronti a firmare un contratto, dove affidate tutti i vostri averi, con un venditore di enciclopedie che vi suona alla porta ?

E così torniamo alla casella iniziale come nel più classico del gioco dell’oca, e dobbiamo trarre le conclusioni che ogni volta che sentiamo annunciare una tregua di cui sappiamo sin dall’inizio che nessuno rispetterà, ci ritroviamo immersi nella più classica commedia Pirandelliana del “così è se vi pare”. In questo gioco ogni politico potrà affrontare la conferenza stampa e snocciolare i dati a lui favorevoli e giustificare il suo operato richiamando quella o quell’altra azione messa in campo, sicuro che mal che vada dovrà soltanto cambiar poltrona. Intanto il tempo passa e fuori dal circo mediatico, nella vita reale la gente continua a morire.

Mauro Voerzio