La serie televisiva “Chornobyl“, prodotta da HBO e Sky, ha attirato l’attenzione in diverse parti del mondo, dagli Stati Uniti alla Russia. La miniserie in cinque parti racconta la storia dell’incidente nucleare avvenuto a Chornobyl nel 1986, che provocò l’esplosione di un reattore, l’evacuazione della città di Pripyat, 31 morti immediati e un gran numero di persone e animali affetti da sindrome acuta da radiazioni. La serie TV ricostruisce la catastrofe e l’indagine sulle sue cause. Racconta anche la storia dell’indolenza dell’amministrazione sovietica prima dell’incidente e dei tentativi di coprirlo.

La serie ha causato una serie di reazioni, approvazione e commenti entusiastici da una parte e critiche su come l’URSS è stata mostrata dall’altra. Anche i media pro-Kremlino hanno preso parte al dibattito, usando il tema per screditare i soliti target dei loro attacchi.

La sindrome da accerchiamento

Si può argomentare quanto realistica fosse la trama o la scenografia delle serie TV. Alcuni media russi hanno fatto proprio questo, concentrandosi su dettagli molto specifici, cercando di dimostrare il maggior numero di incongruenze possibili. Altri si sono attenuti alla narrativa ricorrente sulla propaganda americana per aver creato un’immagine negativa dei russi.

Alcuni outlets, tuttavia, sono andati oltre e hanno colto l’occasione per ripetere le ben conosciute narrative della cospirazione. Komsomolskaya Pravda ha scritto che la serie non è stata presentata a causa dell’anniversario dell’incidente del 1986 ma che la vera ragione sarebbe che la compagnia energetica russa Rosatom è diventata un pericoloso concorrente per gli Stati Uniti, la Francia e il Giappone nell’area dell’energia nucleare.

Pertanto, i concorrenti vogliono dimostrare quanto i russi siano dei presunti selvaggi, stupidi e distratti, in grado di causare una catastrofe ecologica senza precedenti in Europa con reattori costruiti in modo scadente. La Russia è il vero campione nucleare, quindi l’Occidente cerca solo di distruggerlo con la disinformazione. Questo tipo di narrativa si verifica spesso negli outlets pro-Cremlino e così mette in atto la strategia di whataboutism, impiegata per distogliere l’attenzione dal vero argomento. Ad esempio, Regnum, che ha ammesso che l’Unione Sovietica stava effettivamente cercando di mantenere segreti le sue responsabilità attorno alla catastrofe di Chernobyl, diffondeva anche il messaggio sul mondo occidentale “che non ha mai riferito i propri errori”. Allo stesso modo, News Front e RT hanno usato l’argomento della catastrofe per parlare … di Julian Assange. Come dice il proverbio, se non ti piace quello che stanno dicendo, cambia la conversazione. Tutto ciò però non rende il vero problema meno vero.

Chi è preoccupato per l’energia nucleare?

Anche i media pro-Kremlino hanno colto l’occasione per screditare la politica energetica dell’Ucraina. Le sue centrali nucleari, come descritto da RT e dal canale televisivo News One, “sono diventate un mini-Chernobyl“. Hanno detto che dal momento che le strutture ucraine sono state costruite nell’Unione Sovietica, è essenziale che siano curate da specialisti russi – ma gli ucraini non vogliono più collaborare con la Russia! RT ne vede le ragioni in quello che definisce “il colpo di stato del 2014”, la definizione usata dagli outlets pro-Cremlino per riferirsi alle manifestazioni spontanee di Euromaidan. L’Ucraina che ha scelto l’integrazione europea, quindi, sembra essere la ragione per cui esiste una presunta minaccia di un grande blackout energetico in Ucraina. Tutto sommato, la cooperazione con la Russia risolverebbe tutti i problemi ucraini, sostiene RT.

Chornobyl come parola chiave è utilizzata da molto tempo dal Cremlino per instillare paura. La banca dati EUvsDisinfo contiene diversi casi relativi a “un’altra Chornobyl” o “Chornobyl si ripete” in riferimento all’Ucraina e alle sue centrali elettriche. Parte del quadro della disinformazione è l’Ucraina e il suo settore nucleare che sta crollando a causa della decisione ucraina di utilizzare il combustibile nucleare americano e non russo. Un altro trucco della disinformazione è quello di collegare i reattori nucleari alla produzione di armi di distruzione di massa, con teorie cospirative su come l’Ucraina li avrebbe usati contro la Crimea o l’Ucraina orientale. Le affermazioni non hanno nulla a che fare con la verità, ma sono buone per minare la sicurezza e l’economia ucraine.

Il pericolo reale

La paura è un’emozione forte e universale. Non c’è da stupirsi che sia stata la principale sensazione di molti spettatori della mini serie HBO,  la tecnologia nucleare, in tutta la sua complessità, può essere percepita come rischiosa. Ma più sconvolgente è quello che è realmente accaduto a Chornobyl dopo la catastrofe (ed è stato anche rappresentato nella serie televisiva) di come una bugia è stata coperta con un’altra, e poi un’altra ancora. Di conseguenza, trentatré anni dopo la catastrofe, non conosciamo ancora le risposte ad almeno alcune domande.

La mini-serie inizia con i pensieri di Valery Legasov, che guida l’indagine sul disastro: “Qual è il costo delle bugie? Non è che le scambieremo per la verità. Il vero pericolo è che se ascoltiamo abbastanza bugie, non riconosciamo più la verità. Che altro è rimasto se non abbandonare anche la speranza della verità, e accontentarsi invece … di storie “. Questo è un pensiero davvero spaventoso.

A proposito di storie, è già stato annunciato che la Russia racconterà la sua storia su Chornobyl. In questa versione, commissionata dal Cremlino a NTV e co-finanziata dal Ministero della Cultura russo, un ufficiale del KGB inseguirà … sì, avete indovinato, i “veri” criminali che si nascondono l’incidente, gli agenti della CIA.

 

Di EU vs Disinfo