Dopo la firma del cosiddetto piano Steinmeier è iniziato un balletto di dichiarazioni, smentite, prese di posizione che più differenti non si potevano immaginare. La miglior cosa in questi casi è attenersi ai fatti e non alle supposizioni. Per adesso abbiamo due fatti certi, il primo è il documento firmato, il secondo è l’intervento successivo del presidente Zelensky. Proviamo a metterli a confronto.

Il documento Steinmeier riporta

Al rappresentante speciale del Capo della Missione OSCE in Ucraina e nel Gruppo Trilaterale del Contatto  Martin Sajdik .

Egregio Sig. Sajdik!

Nell’allegato alla Sua mail del 13 settembre scorso è stato diffuso tra le parti del Gruppo Trilaterale del Contatto il testo, concordato l’11 settembre 2019  dai rappresentanti diplomatici dei capi di Stato e dei governi dell’Ucraina, Germania, Francia e la Russia, per l’implementazione della cosiddetta “formula Steinmeir” nella legislazione ucraina, nella redazione che segue: 

“La presente Legge entra in vigore alle ore 20:00 del giorno delle votazioni per le elezioni locali straordinarie in alcune zone delle regioni di Donetsk e  Luhansk in conformità con la Costituzione ucraina e con  Legge speciale dell’Ucraina sulle elezioni straordinarie nelle zone sopra menzionate. La Legge sarà in vigore temporaneamente fino al giorno della pubblicazione del rapporto finale della Missione di monitoraggio elettorale dell’OSCE\ODIHR, in conformità con le pratiche della Missione di monitoraggio elettorale dell’OSCE\ODIHR, sulla conformità in generale delle elezioni locali straordinarie agli standart dell’OSCE\ODIHR e agli standart internazionali delle elezioni democratiche, nonché alla legislazione ucraina che risponde alla questione concordata nel formato Normandia e nel Gruppo Trilaterale di contatto ed inviata dalla parte Ucraina nella sua lettera di invito e dalla presidenza dell’OSCE all’‘Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani dell’OSCE. 

Nel caso che il rapporto dell’OSCE\ODIHR , sarà in conformità alle pratiche della Missione del monitoraggio elettorale dell’OSCE\ODIHR,  si arriverà alla conclusione che le elezioni locali straordinarie in alcune zone delle regioni di Donestk e Luhansk si sono svolte secondo gli standart dell’OSCE\ODIHR e gli standart internazionali delle elezioni democratiche, nonché alla legislazione ucraina, e che rispondono alla questione concordata nel formato Normandia e nel Gruppo Trilaterale del Contatto ed inviata dalla parte Ucraina nella sua lettera di invito e dalla presidenza dell’OSCE all’‘Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani dell’OSCE. “.

La parte ucraina accetta il testo di questa formula. 

Firmato : Kuchma …..

Tale documento ha sollevato più di una perplessità tra la popolazione ucraina che è scesa in piazza in diverse città al grido “Ni kapitulatsia” (no alla resa). Il presidente è stato costretto a pubblicare un video sui social nel tentativo di chiarire alcuni punti oscuri del documento Steinmeier.

Riportiamo qui la traduzione del suo discorso

Ucraini!

Forse ora farò arrabbiare qualcuno, ma il “tradimento” viene cancellato. Spiegherò perché e ti esorto ad ascoltarmi.

Cominciamo con la cosa più importante. Vogliamo la fine della guerra e il ritorno di tutti i territori ucraini? Sì.

Oggi esiste una piattaforma in cui questi problemi possono essere discussi al più alto livello. Questo è un incontro nel formato Normandia.

Potrebbe succedere nel prossimo futuro? No.

Perché? Perché c’era un ostacolo a questo – la più grande storia dell’orrore delle ultime settimane – la Formula di Steinmeier.

Vediamo qual è la formula.

Implica che l’Ucraina riconosce l’annessione della Crimea e rinuncia al Donbas? No.

Implica che le elezioni nel Donbas si terranno domani davanti alle mitragliatrici? No.

Perché il precedente presidente dell’Ucraina ha annunciato l’inizio dei lavori sull’attuazione di questa formula tre anni fa ?! Voleva tradire l’Ucraina?

Questa formula significa solo una cosa: quando la cosiddetta legge sullo status speciale di Donbas dovrebbe iniziare a funzionare.

Vale a dire, dopo le elezioni locali, che si terranno ai sensi della Costituzione ucraina, della legislazione ucraina e dopo la pubblicazione del rapporto dell’OSCE che le elezioni si sono svolte conformemente alle norme democratiche internazionali.

Questo è quanto ha concordato l’Ucraina a Minsk.

Abbiamo firmato accordi congiunti con il cosiddetto DPR o LPR? No.

Abbiamo inviato una lettera separata a Mr. Sajdik confermando l’accordo della posizione sul testo di questa formula.

Qual è il prossimo? Elezioni nel Donbas domani? No.

Successivamente, ci sarà un incontro nel formato Normandia insieme al Presidente della Francia, al Cancelliere della Germania e al Presidente della Federazione Russa, dove discuteremo dei modi per porre fine alla guerra nel Donbas.

La mia posizione su questo tema è chiara ed è in linea con quella di tutti gli ucraini: capiamo tutti che il Donbas è Ucraina. La pace deve prevalere lì, il cessate il fuoco deve essere completato e le formazioni militari straniere devono essere ritirate.

Comprendiamo tutti che dovrebbero esserci guardie di frontiera ucraine al confine tra Ucraina e Russia.

Uno scambio di prigionieri deve aver luogo affinché tutti i nostri cittadini tornino a casa.

E le elezioni dovrebbero aver luogo non davanti le mitragliatrici, ma secondo la legge ucraina, con l’accesso di candidati di partiti politici ucraini, dei media ucraini e degli osservatori internazionali, con la possibilità di esercitare il loro suffragio da tutti gli sfollati interni.

Discuteremo tutto questo durante un incontro nel formato Normandia.

Una nuova legge su uno status speciale sarà firmata lì? No.

Questa legge è in vigore fino al 31 dicembre 2019. Ci sarà una nuova legge.

Lo svilupperemo noi stessi e la adotteremo rapidamente? No.

Lo scriveremo insieme – in collaborazione e discussione pubblica con la società ucraina. Senza attraversare alcuna “linea rossa”.

Quindi, non c’è capitolazione. Nessuna resa degli interessi nazionali ucraini. Nessun accordo e passaggi globali senza il consenso del popolo ucraino.

Solo il ritorno delle persone e dei nostri territori, il ritorno dei prigionieri e il ritorno della pace.

Abbiamo una lunga e difficile strada da percorrere per risolvere questo problema.

Dobbiamo farlo  insieme. E abbiamo bisogno di unità qui.

Rispetto il diritto costituzionale di ogni cittadino ucraino di protestare, ti ascolto e mi credi: non mi arrenderò mai in Ucraina!

Allo stesso tempo, esorto tutti a considerare la situazione con calma e a non cedere alle manipolazioni e alle provocazioni di alcune persone.

Vogliono davvero sfruttarti, riacquistare la possibilità di saccheggiare, diventare vittime di persecuzioni politiche ed evitare la responsabilità penale. Questo non accadrà.

Andrà tutto bene!

Ciò che emerge dalla lettura dei due testi è che dicono due cose diametralmente differenti e che le parole del presidente smentiscono il documento firmato. Nel documento firmato si sostiene semplicemente che ci dovranno essere elezioni straordinarie nelle regioni di Lugansk e Donestk e che se l’OSCE le valuterà regolari queste due regioni diventeranno immediatamente a statuto speciale.

Qui subito nasce una domanda, attualmente la regione di Donetsk comprende la città di Mariupol, Sloviansk e Kramatorsk, saranno queste tre città (attualmente sotto il controllo dell’esercito ucraino) cedute alla DNR?

Nel documento firmato non si parla delle condizioni per poter effettuare le elezioni citate dal presidente (ritiro delle truppe russe, disarmo delle milizie locali, controllo dei confini).

Non è chiaro come e se potranno votare i due milioni di profughi provenienti da queste due regioni e sparsi su tutto il territorio ucraino ed una parte in Russia.

Il presidente nel suo discorso non cita mai la Russia come paese aggressore ma solo come interlocutore per decidere il futuro di queste due regioni. La Russia da parte sua dice di non dover ritirare alcun soldato in quanto loro non sarebbero presenti in Donbas.

Chi si occuperà di disarmare le milizie presenti sul territorio?

Chi assicurerà l’ordine pubblico in un territorio dove da sei anni si svolge una feroce guerra e ove vi è ampia disponibilità di armi?

Quali sono le tempistiche che porteranno alle elezioni?

Infine va fatta una considerazione per comprendere lo scetticismo degli ucraini per questa formula Steinmeier. Va infatti ricordato che l’Ucraina aveva firmato il “memorandum di Budapest” che prevedeva il disarmo nucleare in cambio della protezione dell’occidente in caso di aggressione russa e viceversa la protezione russa in caso di aggressione dell’occidente. Questo memorandum è carta straccia. Poi ci sono già esempi di mediazioni OSCE divenuti carta straccia a favore della Russia, Nel 1999 venne siglato l’accordo di Istanbul che prevedeva che la Russia avrebbe dovuto abbandonare i territori della Trasnistria entro il 2002. La Russia è ancora presente oggi con il suo contingente militare in Trasnistria. Poi ancora c’è la “formula Sarkozy” che ricorda da vicino la formula Steinmeier. Nel 2008 la Georgia firmò questo accordo che prevedeva il ritiro delle truppe russe da Abkazya e Ossezya entro sette giorni. Sono passati 11 anni e le truppe russe sono ancora di stanza nelle due regioni georgiane.

Dopo tali precedenti ha ancora senso sedersi al tavolo con la Russia per siglare un accordo che tutti sanno non verrà rispettato?

Mauro Voerzio