Ancora una volta accade che i media italiani leggano un evento russo con gli strumenti culturali propri del belpaese (ma possiamo ancora fregiarci di questo termine?). Il risultato è come sempre misinformation e giornalismo di scarsa qualità. E’ successo nuovamente quando i nostri media hanno riportato la notizia relativa al programma di capodanno andato in onda sulla Tv russa dal titolo Ciao 2020. Il programma è in lingua italiana con sottotitoli in russo e mette in evidenza l’immagine dell’Italia vista dalla Russia.

Il Tempo lo descrive come una parodia della TV italiana, il Messaggero scrive di “perle creative”, per La Stampa si tratta di uno speciale omaggio, per il Corriere è una “esilarante parodia”, tutti più o meno allineati alla linea di Sputnik il quale scrive di “rievocare quella leggera nostalgia”.

In realtà se il programma fosse stato prodotto dai nostri vicini francesi o tedeschi, oggi nel nostro Parlamento fioccherebbero le interrogazioni parlamentari e le dichiarazioni dei nostri politici, scandalizzati da cotanto razzismo nei nostri confronti. 

Ma questa è solo una delle tante psyops russe nei nostri confronti, e la nostra attule posizione geopolitica vuole che se la “parodia” proviene da Mosca dobbiamo sorridere e prenderla come un’opera creativa artistica e non come un becero insulto razzista. Spesso in Italia si dibatte sulle tematiche gender e sull’uso dell’immagine della donna stereotipata, ma al momento nessuno si è scandalizzato per l’accostamento delle donne italiane a “4 putane”.

Ma se questo programma lo guardiamo e lo analizziamo con gli strumenti culturali di un russo, ecco che il significato che emerge è ben diverso da quello illustrato dai media italiani.

L’Italia è vista come un paese decadente, ancorato ai miti di pizza-mafia-mandolino, un paese che avendo scelto la cultura occidentale si è perso, una babilonia dove imperversa l’omosessualità e il malcostume (il gruppo delle 4 putane di cui una non è presente perché sta lavorando ne è un esempio), un paese incapace di affrontare in maniera seria la pandemia Covid e che ha dovuto chiedere l’aiuto russo (unici in Europa) per venirne fuori. Per loro rimaniamo un paese di ridicoli dove vi è solo un piccolo gruppo di illuminati che hanno compreso la giusta strada da intraprendere, quella di seguire il solco di Mosca e abbandonare una volte per tutte la via della decadenza. Qualcuno forse ha dimenticato l’intervista al capo missione russo in Italia durante la prima ondata della pandemia, intervista nella quale parlò di un paese allo sbando con una sanità da terzo mondo.

L’Italia deve prendere atto dei suoi errori in geopolitica e fare un mea culpa, queste considerazioni verso il nostro paese sono alimentate da noi stessi, i Russi non hanno inventato nulla, gli abbiamo fornito noi tutti gli strumenti per produrre un programma trash che ci ridicolizza agli occhi di 160 milioni di persone. Forse la prossima volta che avremo delle difficoltà interne dovremo pensare di rivolgerci a partner che hanno un po’ più di rispetto per la nostra cultura.