L’articolo a firma di Francesco Santoianni sull’Antidiplomatico è una reazione alle parole di reporter senza frontiere che hanno accusato il Movimento 5 Stelle di minacciare la libertà di stampa in Italia grazie  anche alle invettive di Beppe Grillo contro i giornalisti.

Poi prosegue con l’oramai quotidiano attacco all’Ucraina (ndr, ma i lettori grillini dell’Antidiplomatico sono veramente così interessati alle vicende ucraine ?) con :

“Ma queste sono quisquilie rispetto ad  agghiaccianti dichiarazioni contenute nel Rapporto annuale di RSF; ad esempio quelle sull’Ucraina : “Dalla rivoluzione del 2014, le autorità ucraine hanno adottato una serie di riforme, tra cui la trasparenza della proprietà dei media e l’accesso a informazioni statali, ma è necessario aumentare la tenuta dei mezzi oligarchici sui media e incoraggiare l’indipendenza editoriale. La guerra d’informazione con la Russia è ancora una fonte di preoccupazione. (…) Nel 2016 le autorità si sono rivelate impotenti per proteggere i media da attacchi come l’omicidio del giornalista Pavel Sheremet, la pubblicazione dei dati personali di migliaia di giornalisti accusati di tradimento”  Peccato non venga spesa neanche una parola per denunciare le indubbie responsabilità del Governo Poroshenko nella creazione della lista nera dei giornalisti “traditori” (sistematicamente perseguitati se non licenziati, arrestati, bastonati o addirittura uccisi) o nello scandaloso silenzio che, ancora oggi, ammanta gli assassinii di numerosi reporter in Ucraina tra i quali l’italiano Andrea Rocchelli.”

A queste frasi aggiungiamo noi un PECCATO, e cioè che non ci sia mai un riferimento oggettivo alle cose scritte, si tratta di parole in libertà che possono funzionare per un limitato pubblico settario che non ha nessuna intenzione di informarsi e di chiedere qualcosa di più al proprio interlocutore. Il Governo Poroshenko non ha creato nessuna lista nera di giornalisti, infatti il progetto Myrotvorets non è un progetto del Governo Ucraino ed in esso sono stati pubblicati i nomi di giornalisti ed “associazioni” che in qualche modo sono venuti a contatto con la realtà terroristica di DNR e LNR. Sono state altresì pubblicate le tabelle dove i militanti paramilitari delle zone occupate davano un giudizio sui giornalisti abbinandoli a colori. In base a tale catalogazione tali “giornalisti” potevano essere riaccreditati o meno in futuro in base alla loro disponibilità a modificare le loro narrazioni una volta rientrati in Patria. Sembra ovvio che l’Ucraina non permetta a tali giornalisti che si sono resi disponibili ad operazioni di propaganda (spesso renumerata e spesata) di entrare in Ucraina e potersi recare sul fronte di guerra magari geolocalizzando importanti postazioni militari.

Non ci risulta che i giornalisti presenti sulla lista siano stati sistematicamente perseguitati se non licenziati, arrestati, bastonati o addirittura uccisi, e non risulta neanche al giornalista che ha scritto questa cosa altrimenti l’avrebbe sicuramente evidenziato così come evidenzia il triste caso di Andy Rocchelli. Va detto che la vicenda di Andy Rocchelli non centra nulla con la libertà di stampa o con la lista di Myrotvorets perchè lo sfortunato reporter italiano morì nel 2014 essendosi venuto a trovare nel bel mezzo di un combattimento. Già in passato altri hanno provato a speculare sulla figura di Andy Rocchelli e anche in quel caso StopFake spiegò i fatti oggettivamente circostanziandone le cause.

Questo tipo di informazione basata sul nulla, create a tavolino senza magari mai aver passato un minuto sul fronte di guerra ucraino, purtroppo va a minare la professionalità e serietà di chi invece esssendo lui stesso testimone oculare o potendo argomentare in maniera oggettiva le proprie tesi, lavora rischiando del suo e mettendoci la faccia.

Leggendo il profilo del giornalista forse capiamo il perchè di tanta superficialità nell’affrontare un argomento così complesso e delicato, dice di se “Risultati di questa mia frenetica attività? In termini di carriera, zero (o quasi). Solo il piacere di averlo fatto.”