Da italiano certamente non mi sarei aspettato di dover effettuare il debunking di un nostro Ambasciatore, anche se va detto che si tratta dell’Ambasciata Italiana a Mosca. Stiamo parlando di una intervista rilasciata da Cesare Ragaglini al Corriere della Sera che più che l’Ambasciatore italiano a Mosca sembra essere l’Ambasciatore russo in Italia.

L’articolo presente anche sulla versione online del Corriere della Sera offre al lettore diversi spunti di riflessione, ma noi come sempre ci soffermiamo solo sulle inesattezze lasciando giudicare le opinioni personali dell’Ambasciatore a chi ne ha titolo.

E’ interessante notare come in questo articolo compaiono quasi tutte le keywords della propaganda russa (tranne quella degli ucraini nazisti), magari pronunciate involontariamente o dovute al fatto che chi vive nella società russa non può evitare il bombardamento mediatico e non rimanerne condizionato.

Nella prima parte dell’articolo l’Ambasciatore presenta la caduta dell’Unione Sovietica come una tragedia per un intero popolo “Dopo l’implosione dell’Urss, la Russia si è trovata sull’orlo del fallimento, depredata delle sue risorse, destabilizzata, indebolita militarmente, privata del suo status di grande potenza, dominata da un senso generale di insicurezza. ” Dimentica di aggiungere che un grande piano di aiuti straordinari messo in campo dall’occidente (Europa e USA) evitò proprio evitò proprio che in Russia le persone arrivassero a spararsi per strada per fame e che l’Unione Sovietica era un apparato che opprimeva i popoli, destinato ad implodere come tutti i regimi. La scomparsa dei gulag, della siberia (intesa come luogo di internamento), del KGB, della repressione del libero pensiero non fu certo un capitolo nero della storia.

Ma subito dopo incontriamo il primo Fake “Putin ha risollevato il Paese e dopo la crisi ucraina, vissuta come l’ultima umiliazione, ha tracciato una linea rossa” con la prima keywords (crisi ucraina, ucraina stesso popolo dei russi).

Subito dopo troviamo la seconda keyword, (referendum Crimea). L’Ambasciatore dichiara “Intanto la Crimea non era il primo Paese che votava per la sua indipendenza in Europa“. L’Ambasciatore sembra non essere a conoscenza che il “referendum” avvenne dopo un’invasione armata di 29.000 uomini dell’esercito regolare russo che occuparono la penisola. Il referendum ovviamente avvenne in un clima non certo democratico e lo stesso Putin un anno dopo ammise durante un’intervista pubblica che il referendum fu quasi una messa in scena per giustificare una annessione studiata a tavolino mesi prima. I cosiddetti “omini verdi” non erano altro che le truppe speciali russe che approfittarono di un vuoto di potere ucraino dovuto alla recente rivoluzione della dignità.

Terza keywords, l’Ucraina e la NATO. “«Non è possibile pensare che l’Ucraina entri nella Nato, che poi è il punto focale. ” Innanzitutto un Paese sovrano dovrebbe avere la possibilità di autodeterminarsi e di essere indipendente nelle proprie scelte sia di politica interna che internazionale, detto questo va ricordato che la scelta di avvicinarsi alla NATO è stata forzata proprio dagli avvenimenti provocati dalla Russia. Durante e dopo la rivoluzione di piazza Maidan la richiesta del popolo ucraino era quella di poter commerciare liberamente con l’Europa (si trattava di un accordo commerciale) e di arrivare ad un sistema di Visa Free. E’ stata la successiva risposta armata di Mosca a spingere l’Ucraina sempre più vicino alla NATO.

Quarta Keywords (la rivoluzione di Maidan era sostenuta da Europa e USA). “non c’è dubbio che il negoziato della Ue con l’Ucraina aveva forti motivazioni politiche: era evidente il tentativo di sottrarre Kiev all’influenza storica della Russia. Se questo era l’obiettivo, l’Ue ha fallito“. Le prime manifestazioni contro l’ex Presidente Yanukovich avvengono dopo il 21 novembre 2013 quando a sorpresa si rifiuta all’ultimo momento di firmare l’accordo con l’EU. Sono manifestazioni pacifiche che culminano con i 400 feriti della notte del 29 novembre quando l’ex Presidente Yanukovich ordina ai reparti speciali Berkut di disperdere gli studenti radunatisi pacificamente in piazza Maidan. Due giorni dopo la popolazione scende in strada (sempre pacificamente) con un corteo nato sui social e che porta un milione di persone in piazza. Inizia la rivoluzione di Maidan. Ora solo chi pensa che Yanukovich era una agente degli USA o della UE può pensare che abbia volutamente acceso la miccia che ha portato alla rivoluzione della dignità. Sarebbe anche questa una teoria, complottistica ma pur sempre una teoria, se non fosse per il fatto che Yanukovich è in esilio proprio in Russia, coccolato da Vladimir Putin.

Quinta Keywords (le sanzioni). “per esempio dovremmo valutare un rinnovo trimestrale invece che semestrale delle sanzioni.” Il leit motiv delle sanzioni che viene utilizzato quotidianamente dalla Russia ci ricorda quanto siano necessarie perchè vanno a colpire il cerchio magico degli oligarchi vicini a Putin. La questione sanzioni è spesso usata anche in Italia per motivi di politica interna. Si fa credere che il mancato export dei prodotti italiani in Russia sia dovuto alle sanzioni imposte dalla UE, facendo finta di non sapere che i prodotti italiani hanno avuto un calo nel mercato russo per le CONTROSANZIONI imposte dallo stesso Putin. Le sanzioni dell’EU riguardano solo alcuni specifici settori dell’energia, della tecnologia, della finanza e dell’industria militare.  Putin nel tentativo di ricattare l’Europa e di dare nuova benzina propagandistica ai movimenti populisti in Europa, ha reagito con le controsanzioni, vietando molti prodotti del settore food (che comunque si trovano in tutti gli store di Mosca in quanto entrano nel paese non direttamente ma triangolando con la Bielorussia) e vietando anche ai dipendenti statali di fare viaggi turistici in Europa (e questo dovrebbe dare l’idea del livello di democrazia esistente in quel paese)

Questo invece non è un fake ma una manipolazione della realtà. “ La Russia ha una spesa militare dieci volte inferiore a quella degli Stati Uniti” L’affermazione è vera in parte in quanto è anche vero che la Russia non ha il PIL (1,283 migliaia di miliardi USD) degli Stati Uniti (18,57 migliaia di miliardi USD) ma ha un PIL inferiore rispetto quello italiano. In proporzione la Russia spende più degli USA in spese militari.

Questa invece potrebbe essere solo una mancanza di conoscenza, l’Ambasciatore non sa che l’apparato hacker russo (che poi è la GRU) è uno dei più attrezzati al mondo. “Mi sembra una sorpresa che un Paese fin qui considerato con capacità tecnologiche limitate possa improvvisamente influenzare i processi elettorali in Occidente.

Letta in questa maniera, l’intervista dell’Ambasciatore italiano a Mosca suscita più di un dubbio.