In questi giorni molti media vicini al Cremlino stanno pubblicando diversi articoli volti a screditare l’Ucraina ed il suo Presidente Petro Poroshenko. Si tratta di inziative volte a contenere la grande vittoria politica ottenuta dall’Ucraina con la liberalizzazione dei visti entratta in vigore l’11 giugno.

Il Manifesto” da sempre vicino anche ideologicamente alle politiche di Putin, esce con un articolo a firma di Simone Pieranni che definire di fantapolitica è un eufemismo. Un tentativo di difendere Trump (fa sorridere che il quotidiano più antiatlantista del panorama italiano si lasci andare alle lodi di un Presidente come Trump) con delle teorie perlomeno discutibili.

Ma se le teorie possono essere discutibili non altrettanto i fake. Come sappiamo una cosa è stata detta oppure no, non ci possono essere altre strade. Quando su un giornale si riportano le dichiarazioni di un personaggio pubblico tra virgolette, queste o sono state profferite oppure no.

“Il Manifesto” riporta citando l’intercettazione telefonica della Nuland con Pyatt «Vadano affanculo quelli della Ue, a Kiev mettiamo il nostro uomo»

Fake Manifesto

Questa tecnica è tipica della disinformazione russa, si prende una piccola parte della verità a cui si aggiungono degli elementi di fantasia e su questo si crea un teorema.

La Nuland effettivamente disse “Fuck the Eu” (si fotta l’Europa), parole che comunque erano all’interno di un contesto molto più ampio. Cio che la Nuland non disse è “a Kiev mettiamo il nostro uomo“.

Per completezza vi rimandiamo alla trascrizione della famosa telefonata pubblicata su un media internazionale la cui credibilità non può certamente essere messa in discussione, ovviamente non parliamo del Manifesto ma della BBC