L’ortodossia mondiale non riconosce Tomos e la Сhiesa ortodossa dell’Ucraina (COU) – tale manipolazione viene diffusa sia dalla propaganda russa che dai rappresentanti della Chiesa russa, subordinata al Patriarcato di Mosca. Il prete della Chiesa ortodossa ucraina sotto Patriarcato di Mosca (COU-PM) Gennady Shkil ha detto che al momento la maggior parte delle chiese locali non hanno riconosciuto Tomos riguardo all’autocefalia della nuova chiesa in Ucraina e ha presentato le sue statistiche raccolte, che però non provano nulla.

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Il prete della diocesi di Kherson della COU-PM, Gennady Shkil, ha compilato una tabella con i suoi dati raccolti, che dovrebbe dimostrare che “le chiese locali che hanno già dichiarato che non riconoscono il Tomos sull’autocefalia della nuova struttura ecclesiastica in Ucraina costituiscono la maggioranza del mondo ortodosso”.

Inoltre, Shkil scrive la parola tomos tra virgolette, e afferma che per il momento questa decisione del Patriarcato di Costantinopoli non è stata riconosciuta dalla COR (Chiesa ortodossa russa), la Chiesa ortodossa polacca, la Chiesa ortodossa serba, “il disconoscimento è stato dichiarato dai Primati dei Chiesa ortodossa di Antiochia e Cipro” aggiunge il prete, che scrive anche che “per evitare accuse di sopravvalutazione delle cifre, ha usato le cifre più basse in relazione al COR”. E alla fine, aggiunge che “le cifre ottenute sono approssimative, poiché non ci sono cifre esatte da tutte le chiese -“tali statistiche non vengono confermate”.

 

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Gennady Shkil non indica da dove vengono presi i dati nella tabella, sebbene egli stesso affermi che potrebbero essere inaccurati. Allo stesso tempo, i rappresentanti di Costantinopoli sottolineano che la chiesa non è determinata dal numero delle parrocchie, ma da quello che fa per il bene del suo gregge. Nel COR cercano di manipolare i numeri.  Ad esempio, nella tabella c’e’ la Chiesa ortodossa americana, sebbene il Patriarcato ecumenico non riconosca questa chiesa, e la Chiesa ortodossa russa, che non aveva l’autorità per farlo, ha concesso all’autocefalia nel 1970. Ma il prete della COU-PM la riferisce “all’ortodossia mondiale”.

Una dichiarazione ufficiale contro la Chiesa ortodossa ucraina è stata fatta dalla Chiesa ortodossa russa, dalla Chiesa ortodossa polacca, così come dai singoli rappresentanti delle chiese di altre strutture sotto l’influenza russa. Così, la Chiesa ortodossa serba, definita uno dei maggiori oppositori al Tomos all’Ucraina, si è ufficialmente pronunciata solo contro la riabilitazione e il riconoscimento del Patriarca Filarete e del Metropolita Macario come vescovi. A sua volta, la Chiesa serba chiede di risolvere la questione dell’autocefalia al Consiglio pan-ortodosso. Il Patriarca di Serbia Irinei ripete le stesse tesi in una recente intervista, ma non dice che la Chiesa ortodossa in Ucraina non sarà ufficialmente riconosciuta in Serbia.

 

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L’arcivescovo Daniel of Pamphylia, ex-arcivescovo del Patriarca ecumenico in Ucraina, in un’intervista al servizio della BBC russa, ha risposto alla domanda sui tempi di riconoscimento della Chiesa ortdossa ucraina da parte delle altre chiese sostenendo che “questa è una questione di mesi” e “le chiese serbe, polacche e antiochene sono le tre strutture per cui ci vorrà del tempo per elaborare il riconoscimento della Chiesa ortodossa dell’Ucraina”.

 

 

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I fake e le manipolazioni relativi al fatto che la Chiesa ortodossa dell’Ucraina e il Tomos non sono riconosciuti dall’ortodossia mondiale o che alcune chiese rifiutano di riconoscere, sono stati anche condivisi dai media filo-russi in Ucraina. Il sito “Vesti”, per esempio, alla fine della notizia sulla firma di Tomos indica: “Nel frattempo, si vede la reazione dell’Ortodossia mondiale alla concessione del Tomos alla COU. Pertanto, il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa di Grecia non ha riconosciuto la COU.” Sebbene nel comunicato stampa della Chiesa ortodossa ellenistica, a cui il sito fa riferimento, non c’e’ una parola che la COU non sarà riconosciuta, ma afferma solo che il caso sarà trasferito al Santo Sinodo della Chiesa greca. La decisione verrà presa a febbraio, – scrivono i media locali.