Con tale accusa contro le Nazioni Unite sono intervenuti i rappresentanti della comunità ucraina in Crimea. Questa “notizia” è stata pubblicata dall’agenzia di propaganda russa “Sputnik” il 20 dicembre sulla sua pagina spagnola: “Gli ucraini della Crimea si rammaricano del fatto che le Nazioni Unite stanno inventando storie sulla loro vita nella penisola”. Per screditare la risoluzione adottata in Crimea all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 19 dicembre, i propagandisti sostengono che le informazioni contenute nella risoluzione si basano sui miti e che non vi sono violazioni dei diritti umani in Crimea.

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Oltre a “Sputnik”, articoli simili con le citazioni principalmente dei rappresentanti delle autorità di occupazione sono state pubblicate su TAССПравда.ruРИA НовостиРамблер ed altri.

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Nel suo articolo “Sputnik” cita “il presidente della comunità ucraina di Crimea” Аnastasia Gridchina. Lei afferma che “AG dell’ONU non ha mai visitato la Crimea, né ha interrogato gli ucraini e i tatari della Crimea sulla loro vita in Crimea, inventando miti e storie di persecuzione”.

Bisogna dire che l’organizzazione «Comunità ucraina in Crimea» è sotto il controllo del Cremlino e la dirigono i membri del partito di governo di “Russia Unita”. È stata fondata a marzo 2016 da Оleg Usik e Anastasia Gridchina, i quali fanno parte di Russia Unita”. L’obiettivo dell’organizzazione è di mostrare il benessere immaginatario della comunità ucraina in Crimea. Nonostante le frequenti pubblicazioni sulla loro pagina  Facebook, ci sono solo 45 iscritti.

L’accusa di Gridchina secondo cui la Missione di monitoraggio delle Nazioni Unite sui diritti umani non ha visitato la Crimea è  rivelatrice, perché nel testo della risoluzione, nonostante il pertinente mandato della Missione, si denuncia  proprio la mancanza dell’accesso alla Crimea per la Missione di monitoraggio dell’ONU sui diritti umani .

 

L’informazione secondo la quale  i rappresentanti dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite sui diritti umani non hanno comunicato con i tatari di Crimea, e le vittime e i testimoni delle violazioni dei diritti umani, non corrisponde alla verità. Il capo della Missione di monitoraggio delle Nazioni Unite sui diritti umani Fiona Fraser il 12 dicembre ha presentato il rapporto alla Missione per il 16 agosto — 15 novembre 2017. Nel suo discorso ha spiegato che i dati sono stati raccolti attraverso interviste e attraverso il monitoraggio dei procedimenti giudiziari (al video dal 18 °minuto).

 

https://www.youtube.com/watch?v=3weLs1KP9lo

 

Fiona Fraser cita di esempi concreti di violazioni dei diritti umani, soprattutto nei confronti dei tatari di Crimea, episodi che hanno avuto luogo nella Crimea occupata dalla Russia nel periodo di tempo indicato. Si riferisce ” agli arresti indiscriminati, detenzioni, torture, maltrattamenti, nonché alle restrizioni dei diritti alla libertà di riunione e della espressione di pensiero”. L’ONU ha registrato 49 casi di arresti di tartari di Crimea nella penisola per aver tenuto i picchetti pacifici solitari nei diversi insediamenti della Crimea, 10 casi di perquisizioni e 18 incursioni nelle case dei tatari di Crimea (solo a novembre di quest’anno). Fiona Fraser ha anche fornito un esempio, quando il 13 settembre gli agenti dell’FSB hanno arrestato un tataro di Crimea senza nessuna accusa, e il giorno dopo, con gravi ferite l’hanno lasciato alla fermata di Simferopoli.  

Precedentemente a settembre di quest’anno Fiona Fraser ha comunicato, che la Russia, essendo lo stato occupante, applica la sua base giuridica in Crimea, violando in tal modo la legge internazionale e la risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite 68/262.

 

Ukrinform ha citato Fraser “La Corte Suprema di Crimea ha condannato Ahtem Chiyhoz, il vice capo della Mejlis del popolo tataro di Crimea, a 8 anni di reclusione in una colonia di regime severo”.

StopFake ha inviato un’inchiesta all’ufficio di Kiev della Missione di monitoraggio delle Nazioni Unite sui  diritti umani con una richiesta di spiegare nei dettagli i metodi della raccolta delle informazioni sulle violazioni dei diritti umani in Crimea e i motivi delle autorità di occupazione a non dare alla missione l’opportunità di svolgere le sue funzioni sul territorio della Crimea. La coordinatrice delle pubbliche relazioni della Missione di monitoraggio delle Nazioni Unite sui diritti umani in Ucraina, Irina Yakovleva, ha spiegato, che la Missione ha ripetutamente chiesto allo stato occupante di aprire l’accesso per il monitoraggio.

“La Missione di monitoraggio sui diritti umani delle Nazioni Unite non ha potuto visitare la Crimea, perché non ha ottenuto l’accesso alla penisola da parte dello stato occupante – Federazione Russa.  Hanno spiegato alla Missione: Questa situazione continua ancora oggi, nonostante la richiesta alla Federazione russa, contenuta nella risoluzione 71/205 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, nonché nella recente risoluzione dell’Assemblea generale, adottata il 19 dicembre 2017, di fornire alle missioni sui diritti umani un accesso senza ostacoli alla Crimea “.

A causa della mancanza dell’accesso alla Missione, il monitoraggio sulla situazione dei diritti umani in Crimea è stato effettuato a distanza, principalmente dall’Ucraina continentale, anche attraverso le missioni di registrazioni delle violazioni nella regione di Kherson e sul confine amministrativo con la Crimea. La missione di monitoraggio delle Nazioni Unite sui diritti umani conduce le interviste con i residenti di Crimea di varie nazionalità, opinioni politiche o religiose, status sociale diverso, ecc. Stiamo parlando di quelle persone che entrano e lasciano la Crimea, così come quelli che si trovano sul territorio della penisola. Così, dal marzo 2014 года sono stati intervistati centinaia dei russi, ucraini e dei tatari di Crimea che vivono in Crimea o sfollati interni sulla terraferma dell’Ucraina, provenienti dalla Crimea.

 

 

Per quanto riguarda la metodologia, utilizzata dalla Missione per monitorare la situazione, è principalmente la raccolta di informazioni direttamente da persone che dichiarano di essere vittime di violazioni dei diritti umani, oltre a testimoni, parenti delle vittime, avvocati o persone che vogliono segnalare violazioni.

Irina Yakovleva ha aggiunto: “Le informazioni ottenute sono sempre controllate da diverse fonti per determinarne l’affidabilità, inserite nel database ed eventualmente, utilizzate come esempio per situazioni ripetitive o tendenze rivelatrici “.

Nonostante il monitoraggio remoto della situazione in Crimea, tutte le informazioni raccolte attraverso interviste dirette, anche telefonicamente o via Skype, così come il numero e la diversità delle persone con cui comunica la Missione, forniscono un’immagine e una valutazione abbastanza accurata di eventi, problemi e tendenze nel campo dei diritti umani. Inoltre, tutte le interviste della Missione di monitoraggio sono riservate.

Se tali prove non sono sufficienti per la cosiddetta “comunità ucraina di Crimea”, anche altre organizzazioni per i diritti umani riportano numerose violazioni in Crimea. Ad esempio, Human Rights Watch nel suo rapporto nel 2017 ha tratto la conclusione che “la persecuzione dei tatari di Crimea è aumentata “.

 

 

 

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