Sergio Romano, ex ambasciatore italiano a Mosca, non è nuovo ad articoli contro l’Ucraina. Questa volta scrive un articolo seguendo una delle narrative preferite dal Cremlino, quella della “Crimea regalata“. Ci siamo occupati già diverse volte di questo argomento, è una narrativa che è stata creata da Mosca per i paesi esteri (come l’Italia) in quanto sia in Russia che in Ucraina questo tipo di disinformazione non funziona bene perché conoscono la loro storia recente.

Fake corriere della sera

La questione della cessione della Crimea alla Repubblica Ucraina negli anni cinquanta è stata ben descritta in Italia dallo scrittore e storico Massimiliano Di Pasquale nel suo libro “Abbecedario Ucraino” dove spiega dati alla mano che non fu un “regalo” ma bensì uno scambio proficuo per la Russia.

Sergio Romano fa anche un richiamo storico alla conversione attuata dal principe Vladimir nel 988 dimenticandosi però di dire che a quel tempo non esisteva ne la Russia ne Mosca. Dove oggi è edificata la capitale russa vi era allora un rigoglioso bosco.

Fake corriere della sera

Parla delle elezioni del 2004 “La vittoria di Yanukovich nelle presidenziali del 2004 provocò diffuse proteste di dimostranti che denunciarono brogli, chiedevano nuove elezioni e sostenevano Yushenko, politicamente molto più gradito alle democrazie occidentali. Il voto venne ripetuto ed iniziò così un lungo periodo dei torbidi“. Romano dimentica di dire che Gli osservatori dell’OSCE affermarono che il voto “non aveva soddisfatto le regole internazionali“. L’Unione europea affermò subito che non avrebbe riconosciuto i risultati delle elezioni. Tutti i 25 paesi membri dell’UE raccomandarono ai propri ambasciatori in Ucraina di protestare fortemente contro quella che era stata vista come frode elettorale.

Tra i due turni elettorali, la grande crescita nell’affluenza fu registrata nelle regioni sostenenti Yanukovich mentre nelle  regioni favorevoli a Yushenko all’incirca lo stesso dato, comparato col primo turno. Questo effetto fu marcato principalmente nell’Ucraina orientale e specialmente nelle roccaforti di Yanukovich nella regione di Donestk, dove si verificò un’affluenza del 98,5%, più del 40% più del primo turno. In alcuni distretti, fu registrata un’affluenza maggiore del 100%, e uno di questi riportò addirittura un’affluenza del 127%

Forse per Sergio Romano questo non era “torbido” ma un “esercizio di democrazia”, basta avere delle sensibilità differenti e nel mondo moderno delle verità alternative tutto diventa possibile.

Non pago di aver scritto un articolo dal dubbio valore giornalistico, Sergio Romano ci regala una ultima chicca: “Scoppiarono nel 2014 nuovi disordini brutalmente repressi dalla polizia in piazza Maidan. Sembrò che un accordo fosse a portata di mano quando Yanukovich promise ad alcuni ministri degli esteri occidentali che avrebbe ritirato la polizia e indetto nuove elezioni. Ma con un improvviso dibattito notturno il Parlamento ucraino lo defenestrò e il potere passò a Yushenko” ???????????????

Fake sergio Romano

Questa frase contiene due fake (conoscendo la cultura di Sergio Romano, verrebbe da pensare scientemente voluti) in quanto non vi fu nessun dibattito notturno in Parlamento ma in realtà nella notte Yanukovich fuggiva in elicottero con centinaia di milioni di dollari e solo all’indomani mattina il Parlamento si riunì in una sessione straordinaria. Ma ancora più grossolano è l’errore “il potere passò a Yushenko”. Il potere passò a Turchinov eletto Presidente temporaneo prima delle elezioni che avrebbero eletto Petro Poroshenko. Yushenko da anni si era ritirato dalla vita politica e non entrò praticamente mai nelle vicende di Maidan se non per il sostegno morale al suo popolo.

Questo è quanto leggono gli italiani sul maggior quotidiano nazionale, questo è quanto scrive una persona che gode della fiducia di milioni di lettori. Non c’è da stupirsi quindi se gli italiani hanno una idea fuorviata della storia ucraina e dei recenti avvenimenti.

Ultima osservazione, Sergio Romano indica l’indipendenza della Chiesa Ucraina come una risposta all’aggressione militare russa nel mare di Azov, come se tale processo non fosse durato anni ma solo pochi giorni….