Ha sollevato più di una perplessità l’articolo pubblicato su il Post.it a firma Alessandro Iovino relativo ad un reportage sulla vita quotidiana nel Donbas.

In tale articolo si possono rilevare numerose inesattezza ed anche falsità che come sempre andiamo ad analizzare e confutare.

Kramatorsk, oggi uno dei principali centri economici della regione” oggi la città si chiama Bahmut e dista pochi km da Sloviansk, vero centro economico della zona. Bahmut è sede del quartier generale dell’esercito Ucraino nel Donbas.

a Kostantinovka, dove si fermano i treni per l’ultima volta prima di entrare in territorio russo” In realtà Kostantinovka è si l’ultima fermata del treno, città in cui chiunque può accedere senza alcune permesso speciale, ma dista dal confine russo in linea d’aria almeno 150 km, nell’articolo quindi si da per scontato che le zone occupate illegalmente dalle truppe russe siano territorio integrante della Russia

Semenivka, una delle città che più sono state distrutte dalla guerra.” Probabilmente l’autore dell’articolo non è stato a Optyne, Piski, Marinka etc. cioè le città fantasma veramente distrutte dalla guerra.

Imbarazzante questa affermazione “a Kramatorsk, sempre nella stessa zona, il numero delle attività commerciali si è ridotto in maniera significativa, e anche trovare un locale aperto la sera non è facile.”  come se in una zona di guerra sia normale andare in discoteca la sera. Nonostante questo proprio noi di StopFake avevamo scritto come stridesse vedere un Discopub ad Avdiivka dove i giovani bevevano birra ed ascoltavano musica quando poco più in la si sentivano i colpi di mortaio e gli scambi di armi automatiche.

Ma la parte dell’articolo che solleva più dubbi è la seguente “«Nel Donbass oggi è diventato molto complicato lavorare, non si può fotografare nulla di militare, no check points, no postazioni, no armi e soprattutto è quasi impossibile avere una normale conversazione con militari o membri dell’esercito. “Documentare questa guerra è diventato impossibile”, mi ha detto il mio fixer appena ci siamo conosciuti. La ragione principale di questa “diffidenza” che rende complicato mostrare la realtà nel Donbass, è la paura che vengano divulgate informazioni che possano condizionare l’opinione pubblica mondiale».

Condizionare l’opinione pubblica mondiale ?? Ma se mai come in questa guerra la propaganda sta lavorando a pieno regime per divulgare notizie false come questa !!

In realtà quando giornalisti professionisti sono venuti a documentare gli avvenimenti in Donbas non hanno avuto alcuna difficoltà a svolgere il loro lavoro e a confrontarsi ed intervistare militari o popolazione locale. Ricordiamo i lavori di Roberto Travan, di Paolo Siccardi, Marco Alpozzi solo per citarne alcuni o i servizi che ha fatto il sottoscritto. Ovviamente trattandosi di territori in guerra non ci si può improvvisare reporter di guerra ma bisogna sapersi muovere consci del fatto che non si è in gita scolastica ma in un territorio dove la gente muore e soffre ogni giorno e pazienza se la sera non ci si può rilassare in qualche bel karaoke che sta aperto sino a notte tarda.