Le parole del vice premier italiano Matteo Salvini, ascoltate durante un intervista al Washington Post relativamente alla questione della rivoluzione in ucraina e all’invasione della Crimea da parte della Russia, rappresentano un grave pericolo ed un grave precedente anche per la sicurezza nazionale italiana.

Sarebbe fin troppo facile dimostrare che  quanto sostenuto da Matteo Salvini sia frutto di anni di disinformazione e propaganda russa (ampiamente diffusa anche in Italia proprio grazie alle varie associazioni della Lega la cui gestione vede una congrua rappresentanza russa).

Noi di StopFake lo abbiamo fatto diverse volte dalle nostre pagine e siamo disposti ad un confronto pubblico per confutare le tesi del Cremlino (sposate dal Governo Italiano) secondo le quali la rivoluzione di Maidan fu un colpo di stato e che la Crimea è una parte naturale della Russia. Quest’ultimo aspetto denota purtroppo anche una certa ignoranza oltre che culturale anche storica, facilmente confutabile semplicemente interrogando qualsiasi storico sganciato da ogni ingerenza politica. Va purtroppo detto che l’attuale governo italiano sembra fare della “non conoscenza”, “non specializzazione” e a volte “dell’ignoranza” un vanto ben preciso che secondo alcune discutibili teorie li distinguerebbe in questo modo dalla “Casta” e dai “nemici del popolo”.

Tralasciando per il momento la grave offesa procurata a tutto il popolo ucraino dalle gravi parole del vice premier, che potrebbe procurare una crisi diplomatica tra i due paesi, le parole di Salvini spalancano le porte alla politica aggressiva del nuovo governo austriaco nei confronti dell’Italia.

Salvini giustificando l’aggressione militare russa in Crimea con l’assunzione che la maggioranza dei cittadini di quella regione sono di lingua russa e che il passato storico ha visto la dominazione russa su quelle terre, praticamente ha fornito un formidabile assist per una ulteriore ingerenza austriaca nelle terre del Trentino Alto Adige. Si tratta come tutti sanno di una regione a statuto speciale proprio perché la maggioranza della popolazione è di lingua tedesca e solo da pochi decenni quelle terre sono Italiane. Non sorprende in questa ottica la proposta dell’attuale governo austriaco di dotare i cittadini di quelle zone del doppio passaporto. In tale condizioni si sarebbe riprodotto lo stesso scenario creato dalla Russia nel Donbas ucraino. Se in un esercizio di fantapolitica proviamo a pensare un futuro prossimo dove truppe austriache penetrano nel territorio trentino con la scusa di voler difendere i propri cittadini di lingua tedesca dalla politica “nazista” del governo italiano e  un successivo referendum farlocco per l’annessione, avremo riprodotto la stessa identica situazione proposta da Salvini rispetto la Crimea.

Che dire poi delle vallate valdostane e parte del Piemonte dove si parla il patois, dialetto molto più simile al francese che non all’italiano, terre di antica dominazione francese. Anche esse potrebbero chiedere l’annessione alla Francia.

Se tutto questo nel dopoguerra non è mai avvenuto è grazie al rispetto del diritto internazionale a cui i paesi democratici si sono attenuti. Richiedere di non rispettare il diritto internazionale può significare due cose, la prima che sia venuta a meno la Democrazia in Italia, la seconda che si stia scegliendo una nuova visione del mondo ove si predilige la politica della forza. Significherebbe tornare alla politica delle culle piene per la baionette alla madre patria, ai litigi con gli stati vicini, al recupero dei valori della razza contro “mescolanze bastarde”, all’intimidazione di coloro che non sono allineati con il pensiero unico… per fortuna stiamo solo parlando di fantapolitica, di cose che “non accadranno mai”.