La querelle di Al Bano con lo stato ucraino ha sinora assunto la forma di una di quelle storie che normalmente si leggono nei mesi estivi sui settimanali di gossip. Come tutte le storie con poco senso però possono essere utilizzate da chi vuole sfruttare gli avvenimenti per fare disinformazione a buon mercato e magari aggiungerci qualche sotto elemento di puro razzismo verso una comunità, quella ucraina, che in Italia si è sempre distinta per laboriosità e per essere una delle più tranquille in Italia. E’ successo recentemente con gli articoli di Fabrizio Gatti sull’Espresso dove addirittura si è descritto l’aspetto “somatico” della “razza ucraina” (i visi rotondi) con i capelli rasati per far trapelare il messaggio che se anche Vitaly Markiv fosse innocente in fondo si merita il carcere in quanto ucraino è nazista e simbolo di  una razza cattiva che non si sa comportare in un’aula di Tribunale, di persone violente e senza alcun rispetto per la vita altrui.

Al Bano in questi giorni si è impegnato molto affinché la sua storia fosse amplificata sui media, e sino a qui nulla di strano. Ciò che è strano è che nessun giornalista che ha riportato le dichiarazioni del cantante sia stato in grado di porre alcuni quesiti o fare delle puntualizzazioni sulle affermazioni dell’artista.

In una ipotetica mia intervista ad Al Bano (cosa che ovviamente non avverrà mai) gli avrei chiesto :

Lei parla di Putin come uomo di pace, quale è la sua idea di pace?

Putin in questi ultimi cinque anni ha portato la guerra in Ucraina, provocato tredicimila morti, duecentomila feriti, un milione e mezzo di sfollati interni, interi villaggi distrutti. Ha sottratto con la forza una parte del territorio ucraino. In Siria la sua aviazione ha bombardato le città di Aleppo e Idlib colpendo ospedali, scuole e mercati uccidendo migliaia di civili, nel 2008 ha bombardato la Georgia, mentre in Cecenia ha condotto una delle guerre più sanguinarie che si ricordi negli ultimi decenni. Personalmente io vedo un uomo di pace in Papa Francesco o nel Dalai Lama, ma faccio difficoltà a vedere in Putin un uomo di pace.

Le dice di non aver mai parlato di politica e di non avere nulla contro l’Ucraina, ma le sue dichiarazioni ai media dimostrano il contrario, come ce lo spiega?

Nel 2014 in una sua intervista alCorriere della Sera che venne ampiamente ripresa dai quotidiani russi lei dichiarò :«Sto con Putin: è come l’Istria, tutti sanno che è italiana», «L’ho conosciuto nell’87, è un mio fan ed è un grande illuminato», Non lo conosce bene. «Ma lo conosco meglio di altri», «Penso che Putin abbia ragione. Quella parte d’Ucraina era Russia ed è Russia. Lo sai che anche Krusciov era ucraino? I separatisti lottano per rimanere russi. È come con l’Istria: tutti sappiamo che è italiana, anche se abbiamo accettato i diktat delle superpotenze».«I separatisti chiedono aiuto: se un popolo vuole staccarsi da uno Stato, perché no? In Crimea s’è fatto un referendum, il 90 per cento voleva stare con la Russia e se n’è preso atto», «E perché? Ho cantato l’Ave Maria quando c’era l’Urss. Ho sfidato la Spagna di Franco. So che cos’è un regime. Qui c’è una democrazia giovane che esce da settant’anni di comunismo e ha bisogno di tempo. C’è un presidente che dice: voi russi potete stare con la Russia. Io sono nato pugliese, perché devo morire cinese? Se in Ucraina non andrà a finire come nei Balcani, bisognerà ringraziare Putin. Un grande illuminato»,«Putin è un grande politico che sta dimostrando in questa vicenda tutto il suo valore. Gli danno del dittatore, ma lui ha il popolo dalla sua parte»,«La storia è sempre un po’ diversa da come ci viene raccontata. In Ucraina è da anni che scoppiano rivolte legate al gas e a certi affari. C’è una grande destabilizzazione cominciata dagli americani in tutto il mondo dopo l’11 settembre…»,«Ci arrivo. Putin è rimasto al fianco dell’Occidente anche nei momenti peggiori. Ci ha sempre detto: io sono vostro amico. Però, se da ingrati non capiamo la sua politica in Ucraina, poi è giusto che ci dica: attenti, ho la Russia in mano… Nessuno ha fatto nulla a Bush che ha ammazzato Saddam quando non nuoceva più. Però si dà del dittatore a Putin che vuole aiutare i russi. Lui non attacca nessuno. Difende e basta».«Fra due giorni sono a Mosca per cantare, poi parto col mio tour. C’è un po’ più di diffidenza, si sente un’atmosfera pesante. Mi chiedono: “Perché volete farci la guerra?”. Le sanzioni le sentono quelli che vendono mobili o elettronica: chi fa canzoni, sopravvive. Spero che duri. Con Putin e i suoi si sta da dio. Faccio una decina di concerti l’anno, pagano i cachet senza storie. Quaranta, cinquanta, non c’è problema…».

Mi sa trovare un solo passaggio nella sua intervista precedente dove parla di musica e della sua vita artistica? A me sembra molto un’intervista intrisa di politica, lei ha recentemente dichiarato di non aver mai parlato di politica sull’Ucraina.

Lei giudica il regista Oleg Sentsov un artista di serie B? Ha recentemente dichiarato che gli artisti non dovrebbero essere investiti dalla geopolitica, Non trova che ci siano due pesi e due misure su questa tematica?

Oleg Sentsov, regista ucraino incarcerato in Siberia su volere “dell’uomo di pace” per le sue posizioni critiche all’invasione della Crimea, rischia di morire in un carcere mentre a lei i trucidi ucraini le hanno semplicemente posto un divieto ad entrare nel paese. Forse “l’uomo di pace” poteva limitarsi ad una misura simile. Per Oleg Sentsov si sono mossi in tutto il mondo altri artisti per chiederne la liberazione. Lei dice di volersi rivolgere alla corte di Strasburgo per i diritti dell’uomo per sollevare la sua questione. Non pensa che di fronte a quanto accade a Oleg Sentsov in Russia sia perlomeno un’azione di cattivo gusto?

Sono sicuro che se avesse accettato l’invito dell’Ambasciata Ucraina in Italia e in una dichiarazione congiunta avesse detto che lei in Ucraina e Russia va solo per cantare, che è contrario alle risoluzioni militari per le dispute internazionali e che anche lei ha firmato l’appello internazionale per la liberazione di Oleg Sentsov (suo collega), di certo nessuno avrebbe alcuna contrarietà che lei canti un Ucraina come ha sempre fatto.

Il problema è quando un artista lascia il suo solco e decide di entrare nelle questioni politiche. Nessuno penso si scandalizzerebbe se la Francia negasse ad un rapper che inneggia all’ISIS di cantare al Bataclan di Parigi. Lei gioca molto sulla parola “terrorista” ma sa benissimo che la questione è un’altra. Lei essendo una persona famosissima può facilmente essere usato dalla propaganda, un influencer che in un paese in guerra canta le lodi del nemico non è una cosa compatibile. Non è mai accaduto nella storia.

Segua il mio consiglio, aderisca alla campagna internazionale che chiede la liberazione del regista Oleg Sentsov, utilizzi la sua amicizia con Putin per convincerlo a liberare i 68 prigionieri politici ucraini in Russia, lo convinca a liberare i 24 marinai ucraini detenuti illegalmente in Russia per i recenti fatti di Kerch e vedrà che nessuno sarà contrario a che lei canti in Ucraina. Certo che se lei pensa che esistono artisti di serie A (come lei) e artisti di serie B (come Sentsov) allora difficilmente potremmo mai trovare un punto di incontro.

Mauro Voerzio