L’articolo apparso il 18 aprile sul Corriere della Sera a firma di Fabrizio Dragosei (inviato a Mosca per la testata) è un ottimo esempio di manipolazione dell’informazione utilizzando le tecniche della desynformazia. Si prende una notizia vera, la si condisce con elementi estranei che instradino il lettore su una strada differente rispetto quella che invece la notizia dovrebbe essa stessa portare in maniera naturale. Contemporaneamente si sminuisce la portata della “notizia vera”.

Vediamo più in dettaglio di cosa si tratta. La notizia è che la Procura Italiana avrebbe aperto un fascicolo contro i mercenari italiani che in questi anni hanno offerto i loro servigi alla Russia di Putin.

Già nel sottotitolo si nota una delle keywords preferite dalla propaganda russa, “ribelli filorussi“. Tutti coloro che si sono occupati della guerra in Ucraina sanno che la maggior parte di questi “ribelli” sono soldati russi inviati da Mosca in Donbas.

Da subito un attacco al deputato “reo” di aver trasmesso i nomi alla nostra Ambasciata in quanto “Il deputato che ha avuto la lista, Andrej Antonishak, si è lamentato perché dalla rappresentanza diplomatica non ha saputo nulla sull’esito delle indagini”. A noi di Stopfake non risulta nessuna lamentela, ne tantomeno il giornalista descrive che tipo di lamentela ufficiale abbia fatto il Deputato ucraino. Comunque sono in corso ulteriori nostri accertamenti per comprendere quale sia stato il problema.

La seconda keyword cara alla propaganda la troviamo mel paragrafo successivo “Di nostri connazionali scesi in campo con gli indipendentisti del Donbass”, vale la stessa cosa di cui sopra per ribelli.

Passiamo alla parte che dovrebbe “bilanciare” la vergogna italiana dei suoi mercenari, “Altri italiani in questo periodo sono andati invece ad ingrossare le file dei volontari che combattono al fianco dell’esercito regolare ucraino.” Questa affermazione è in parte vera ma manipolatoria. Sono TRE gli italiani che combattono o hanno combattuto nelle file dell’esercito Ucraino di cui due sono stati arrestati in Italia.

Quindi 3 (di cui due arrestati) da parte ucraina, 25 di cui nessuno arrestato da parte russa. Va da se che le proporzioni sono differenti ed anche le modalità con cui le Procure italiane si sono mosse sino adesso. Tra l’altro uno dei due arrestati è Vitaly Markiv, cittadino ucraino con doppio passaporto che nel 2014 allo scoppio della guerra è tornato nel suo paese per arruolarsi nella Guardia Nazionale. Markiv viene paragonato da Dragosei agli italiani che durante la trasmissione delle IENE hanno ammesso di essere li perchè in Italia disoccupati.

Poi la stoccata con la terza keyword “Per i volontari che sono dalla parte di Kiev, è più difficile l’individuazione perché godono della protezione di un governo «amico» che fino ad oggi ha tollerato (decisamente troppo, secondo i molti critici) le azioni di unità apertamente filo-naziste.” Cioè il messaggio che deve passare è che il Governo ucraino (composto di farabutti nazisti) protegge i mercenari italiani.

Altro passaggio che deve creare confusione nel lettore “Curiosamente, i combattenti italiani sui due fronti hanno spesso una provenienza simile. Sono estremisti di destra, ultra-nazionalisti, razzisti. Poi ci sono gli estremisti neo-comunisti che vedono gli indipendentisti del Donbass come paladini della libertà contro l’onda «fascista» proveniente dall’Ucraina occidentale.” Questa frase è probabilmente inserita nell’articolo proprio per lasciare al lettore la sensazione che da parte ucraina sono  estremisti di destra, ultra-nazionalisti, razzisti, mentre gli “indipendentisti” sono paladini della libertà contro l’onda «fascista» proveniente dall’Ucraina occidentale.

E’ chiaro che chi conosce gli eventi sa che la realtà è differente, noi di Stopfake avevamo già due anni fa prodotto l’elenco completo dei mercenari italiani  ricavato dai loro profili facebook e social. Non ci voleva una grande indagine investigativa, non era necessario appartenere a nessun servizio segreto, era tutto li bastava volerlo vedere. I mercenari italiani spesso e volentieri si sono vantati delle loro gesta, fornendo modalità e tempi di quando hanno eseguito le loro azioni criminali pubblicandole su tutti i social (la foto dell’articolo del Corriere ne è un esempio).

Di sicuro l’azione ufficiale del Deputato Ucraino obbliga (perchè in Italia vige l’obbligatorietà dell’azione penale dopo aver ricevuto una notizia di reato) il nostro sistema giudiziario ad avviare delle indagini che per tanto tempo non si è probabilmente voluto avviare chiudendo un occhio (se non entrambi) sulla questione.

Di fronte a tutto questo sorprende non poco che il maggior quotidiano nazionale italiano pubblichi immediatamente un articolo che sovverte il senso dell’azione del politico ucraino e apparentemente difende i connazionali (ma solo quelli che combatto per Putin, perchè gli altri 3 sono dei “nazisti”) che si sono macchiati di reati gravi all’estero.

Infine “In entrambi i gruppi figura anche un certo numero di semplici ultras delle varie curve, interessati solo «a far casino», come ci ha detto uno di loro“. A noi non risulta che i tre combattenti da parte ucraina provengano dal mondo Ultras ed infatti il giornalista si guarda bene dal fornire indicazioni verificabili.