La legislazione ucraina non attribuisce alcuna responsabilità penale all’atto di ricezione degli aiuti umanitari russi nei territori occupati. Al contrario, i nuovi disegni di legge intendono aggiungere l’aiuto umanitario all’elenco delle attività non considerate come collaborazionismo, purché questo non comporti l’aiuto o il favoreggiamento agli occupanti russi.

Canali di Telegram e account Twitter filorussi stanno diffondendo disinformazione sul fatto che gli ucraini saranno penalmente puniti per aver accettato gli aiuti umanitari russi nei territori occupati. Questo reato sarebbe punibile con la reclusione fino a 15 anni. Allo stesso tempo, i propagandisti citano “la legge sul collaborazionismo, entrata in vigore il 16 agosto”.

Le agenzie di stampa russe citano il quotidiano ucraino online in lingua inglese The Kyiv Independent, che ha scritto quanto segue nel suo post Twitter ora cancellato: “Ricevere e distribuire aiuti umanitari russi nei territori occupati è da considerarsi collaborazionismo. Il 16 agosto è entrata in vigore la legge sul collaborazionismo, stando alla quale, gli atti di collaborazionismo saranno puniti con fino a 15 anni di reclusione”.

Aggiornamento: il 23 agosto il Kyiv Independent ha corretto il tweet del 16 agosto, dicendo che hanno citato un funzionario del Ministero dell’Interno che potrebbe essersi espresso male durante il briefing. “Il tweet originale conteneva un errore: La legge che introduce la sanzione penale per gli atti di collaborazionismo è entrata in vigore a marzo, non agosto“, ha twittato il Kyiv Independent.

Il Kyiv Independent ha citato la portavoce del ministero dell’Interno, Alyona Matveeva, in un briefing del 16 agosto. Parlando della lotta ai collaborazionisti nei territori liberati, ha affermato: “La punizione per aver collaborato con gli occupanti è in ogni caso determinata individualmente. Appelli a sostenere l’esercito russo, fornendo informazioni, ricevendo e distribuendo aiuti umanitari: questo prevede una certa forma di sanzione, che può consistere nel divieto di ricoprire determinate posizioni per un certo periodo di tempo. In presenza di atti più gravi invece, la responsabilità può arrivare a prevedere l’ergastolo”. Allo stesso tempo Matveeva ha aggiunto che nel caso in cui un cittadino lavori semplicemente come parrucchiere, per esempio, senza supportare gli occupanti, non sussisterebbero accuse contro di lui.

Ad ogni modo, in Ucraina non esiste un’unica “legge sul collaborazionismo”. Il 15 marzo, dopo l’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia, sono entrati in vigore diversi emendamenti a tutta una serie di atti legali per stabilire le responsabilità penali della cooperazione con gli occupanti russi. Questi non vietano di ricevere aiuti umanitari dalle autorità di occupazione, né tantomeno di assumersi le responsabilità penali per tali azioni. Inoltre, anche gli emendamenti non prevedono un’unica punizione per i collaborazionisti, che a seconda delle circostanze, può variare da un divieto di ricoprire determinate posizioni fino all’ergastolo.

Ad agosto, il Ministero ucraino per la Reintegrazione dei Territori Temporaneamente Occupati, ha elaborato per conto del governo due ulteriori disegni di legge volti a chiarire la responsabilità penale per il collaborazionismo. Entrambi i progetti di legge – n. 7646 e n. 7647 – sono attualmente in fase di revisione da parte degli esperti. Ma nessuno dei due è entrato in vigore il 16 agosto, come invece riportato dal Kyiv Independent. In particolare, questi specificano che solo la cooperazione volontaria con l’aggressore è soggetta a sanzione, mentre elencano le attività consentite nei territori temporaneamente occupati che non violano la legge. Ad esempio, il governo propone di considerare le attività come la beneficenza e l’aiuto umanitario legali nei territori temporaneamente occupati, purché non forniscano assistenza allo Stato aggressore.

L’avvocato Roman Holovenko del Mass Information Institute afferma che è improbabile che qualcuno venga condannato per aver ricevuto aiuti umanitari russi. “Ma se una persona riceve dei beni o partecipa alla loro distribuzione esprimendo commentati davanti a una telecamera, allora teoricamente ciò potrebbe essere interpretato come ‘attuazione di attività informative in collaborazione con lo Stato aggressore e/o la sua amministrazione occupazionale(parte 6 dell’articolo 111-1 del Codice Penale ucraino). Tali azioni possono essere punite con la reclusione da dieci a dodici anni”, ha sottolineato Holovenko.

Holovenko ha anche osservato che la spiegazione della proposta di legge avrebbe potuto essere formulata più chiaramente: “A mio avviso, quanto affermato dal portavoce del Ministero dell’Interno, ossia che ‘Se una persona riceve degli aiuti umanitari e poi li distribuisce’, presuppone la consapevole partecipazione alla distribuzione degli aiuti umanitari. Ma tale affermazione avrebbe dovuto essere davvero più chiara”.