Il rapporto delle Nazioni Unite è dedicato alle “flagranti e continue violazioni dei diritti umani” durante l’attacco russo su vasta scala contro l’Ucraina. La relazione non afferma che l’Ucraina ha condannato persone innocenti per collaborazionismo. L’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani ha semplicemente espresso preoccupazione per il fatto che “molte delle persone arrestate o anche condannate, stanno soffrendo per azioni che, in linea di principio, potrebbero essere state costrette a compiere dalla potenza occupante”, data la politica aggressiva della Russia nei territori temporaneamente occupati dell’Ucraina.

Alcuni media russi scrivono che l’ONU avrebbe accusato il “regime di Kiev” di aver condannato persone innocenti. Si tratta di quasi seimila casi penali per cooperazione con la Russia. Questa dichiarazione sarebbe stata fatta dal vice alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Nada Al-Nashif, durante il suo intervento a una riunione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite il 9 ottobre 2023.

Questa informazione è stata diffusa da alcuni media facendo riferimento alla dichiarazione di Tatyana Moskalkova, commissaria per i diritti umani nella Federazione Russa, che ha accusato i “servizi speciali ucraini” di “detenere” insegnanti nella regione di Kherson. Secondo Moskalkova, l’Ucraina imprigiona gli insegnanti solo perché “non sono venuti meno al loro dovere professionale continuando a insegnare ai bambini”.

Screenshot: rossaprimavera.ru

Il 9 ottobre 2023, il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha discusso l’ultimo rapporto dell’Ufficio dell’Alto Commissario per i diritti umani (OHCHR) sulla situazione in Ucraina. Tra i temi discussi in Consiglio c’era anche la questione delle cause penali per collaborazionismo. In particolare, Al-Nashif ha riferito che nel territorio controllato dall’Ucraina, le autorità ucraine hanno aperto sino ad ora quasi 6.000 procedimenti penali per collaborazionismo e che si continua a registrare l’apertura di nuovi procedimenti di questo tipo. Tuttavia, il Vice Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani non ha rilasciato dichiarazioni secondo cui l’Ucraina avrebbe “condannato degli innocenti”. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha espresso solo preoccupazione per il fatto che “molte delle persone arrestate o anche condannate, stanno soffrendo per azioni che, in linea di principio, potrebbero essere state costrette a compiere dalla potenza occupante”. In questo contesto, l’Ufficio ha sottolineato che osservano “con profonda preoccupazione” la politica di distribuzione di massa della cittadinanza russa ai residenti dei territori ucraini temporaneamente occupati dalla Federazione Russa.

Inoltre, i media russi hanno trascurato di riportare la parte del rapporto in cui l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha richiamato l’attenzione sul fatto che, un anno e mezzo dopo l’attacco su larga scala della Russia contro l’Ucraina, nel mondo si continuano a ricevere dati su “gravi e continue violazioni dei diritti umani”. In dettaglio, l’ONU ha rilevato che nei soli sei mesi trascorsi dal 1° febbraio al 31 luglio 2023, altri 4.621 civili sono rimasti vittime di questo conflitto, con 1.028 morti e 3.593 feriti. L’ONU suggerisce che i numeri reali potrebbero essere anche più alti.  

“Nelle dichiarazioni dei testimoni, i sopravvissuti hanno descritto brutalità difficili da immaginare, tra cui torture tramite corrente elettrica, violenze sessuali e gravi percosse che in alcuni casi hanno provocato la frattura di ossa e rottura di denti”, ha detto Al-Nashif, “Sono state altresì riportate gravi condizioni di detenzione, tra cui carenza di cibo e medicine, e privazione del sonno”.

L’ONU ha anche richiamato l’attenzione sul fatto che la Russia non ha preso alcuna misura per contrastare le violazioni e i crimini commessi dalle sue forze di sicurezza. Al contrario, l’ONU ritiene che la nuova legge “abbia effettivamente concesso l’amnistia ai militari russi che hanno commesso un’ampia gamma di reati, rafforzando la percezione di impunità”.

L’affermazione di Tatyana Moskalkova, commissario per i diritti umani nella Federazione Russa, secondo cui l’Ucraina sta imprigionando gli insegnanti nella regione di Kherson solo perché “non sono venuti meno al loro dovere professionale continuando a insegnare ai bambini” non è vera.

Infatti, secondo l’articolo 111 del codice penale ucraino, la responsabilità penale è prevista non per il fatto di insegnare sotto occupazione, ma per “la diffusione da parte di un cittadino ucraino di propaganda Russa negli istituti scolastici, indipendentemente dal tipo e grado, con lo scopo di facilitare l’attuazione dell’aggressione armata contro l’Ucraina, stabilire e approvare l’occupazione temporanea di una parte dei territori ucraini, evitare la responsabilità per l’attuazione da parte dello Stato aggressore dell’aggressione armata, nonché le azioni dei cittadini ucraini volte a prevenire tale occupazione dei territori ucraini”.

Screenshot: Codice penale Ucraino

Il vice ministro della Giustizia ucraino, Valeria Kolomiets, ha sottolineato in un commento per Radio Liberty che “il semplice fatto che una persona abbia vissuto nel territorio temporaneamente occupato o vi viva attualmente non significa automaticamente che tale persona sia un collaborazionista”.

Valeria Kolomiets ha poi riferito che il Codice penale ucraino non fa riferimento alla responsabilità penale per l’insegnamento nei territori temporaneamente occupati, ma all’attuazione del processo educativo secondo le procedure approvate nella Federazione Russa, ossia il processo che impone narrazioni filo-russe ai bambini ucraini.

Il funzionario ha anche affermato che sono noti casi in cui gli insegnanti ucraini sotto occupazione sono stati costretti ad attuare tale processo educativo sotto minaccia per la loro vita e quella dei loro famigliari. Pertanto, le indagini preliminari e il processo considereranno le circostanze specifiche di ogni caso.

“Il codice penale, oltre a prevedere il concetto di responsabilità giuridica, prevede anche il decadere di tale responsabilità in alcuni casi specifici, come ad esempio quando una persona fa qualcosa sotto coercizione fisica o psicologica o agisce in uno stato di estrema necessità. Pertanto, è imperativo che le forze dell’ordine e gli organi investigativi verifichino durante le indagini non solo la violazione della norma in sé, come previsto dall’art. del Codice penale del caso, ma anche e soprattutto le condizioni in cui tale violazione potrebbe essere stata compiuta”, ha dichiarato Valeria Kolomiets a Radio Liberty.

Precedentemente, i giornalisti di StopFake hanno confutato la manipolazione riportata dai media russi secondo cui le Nazioni Unite avrebbero accusato “le forze di sicurezza ucraine di torturare i civili”.