Nella giornata del 20 ottobre è stato pubblicato sul quotidiano nazionale La Stampa un articolo a firma di Francesca Sforza in qualità di inviata del giornale a Kyiv. La giornalista è stata invitata a Kyiv dal “German Marshall Fund” insieme ad altri giornalisti americani ed europei. Francesca Sforza non è una giornalista di secondaria importanza, ha una lunga carriera agli esteri alle spalle ed anche alcuni anni trascorsi a Mosca come inviata de La Stampa.

Nell’articolo sono presenti numerosi errori (Kurakhova, Advinka) e una descrizione della situazione non attinente alla realtà dei fatti. E’ probabile che la giornalista abbia scritto delle vicende del Donbas senza esserci stata, basandosi sulle dichiarazioni di chi ha incontrato nella capitale ucraina. Chi frequenta regolarmente da anni quello zone sa che non c’è stata una recrudescenza particolare nel conflitto in Donbas, il conflitto era semplicemente uscito dai radar della stampa italiana ma ad Avdiivka e Mariinka si è continuato a morire come nei tre anni precedenti.

A Kiev, del resto, si sparano provvedimenti finalizzati a restringere il predominio linguistico russo” qui si fa riferimento al fake della nuova legge sulla lingua in Ucraina, fake già confutato da StopFake.

E’ nel seguito dell’articolo che la misinformation si fa più evidente, quando la giornalista tira in ballo StopFake accostando la nostra testata a quelle propagandistiche tipo Sputnik. “Come rispondono gli ucraini? «La strada che abbiamo scelto – dice Yevhen Fedchenko, condirettore di “Stop-Fake” – è quella di dar voce ai militari al fronte, raccontare i battaglioni di volontari, costruire una narrativa dei nostri eroi»

Fedchenko è il Direttore di StopFake e non ha mai profferito tale frase bensì rispondendo ad una domanda della giornalista ha detto : “la propaganda spesso ha come obiettivo anche l’esercito ed i battaglioni dei volontari

Sembra abbastanza chiaro l’intento di far apparire StopFake quello che non è, che non è mai stato e mai sarà, un organo di propaganda che utilizza la retorica degli “eroi”. Dispiace che un giornale importante come La Stampa abbia cercato di “sporcare” l’immagine di StopFake, un’immagine e una credibilità acquisita negli anni dimostrando serietà e professionalità nel lavoro di debunking.

Abbiamo anche scoperto che non è la prima volta che Francesca Sforza incappa in questo tipo di “errore”. Circa un anno fa la Sforza faceva parte di una delegazione di giornalisti che il 24-26 maggio 2016 ha partecipato ad un press tour organizzato  dall’Ambasciata degli Usa in Italia. Intervistò Yulia Volfovska, una volontaria dell’Ukraine Crisis Media Center che prestò supporto alla delegazione italiana in quanto lei stessa interprete. Proprio perchè interprete parla un ottimo italiano e lo comprende perfettamente, pertanto non è neanche pensabile che non abbia compreso le domande o non si sia saputa esprimere correttamente.

Al suo rientro la Sforza fece pubblicare un articolo dove vi erano alcune affermazioni di Yulia virgolettate. Tali affermazioni non erano però mai state fatte da Yulia e la cosa provocò la reazione dell’UCMC che scrisse una lettera aperta al direttore della Stampa. Purtroppo nessuno rispose a quella lettera ed in Italia si pensa che Yulia abbia pronunciato quelle frasi alla faccia dell’informazione.

Visto che il quotidiano La Stampa di Torino non ha prestato attenzione alla segnalazione della redazione di UMCA ed ancora oggi si può vedere l’articolo con le dichiarazioni taroccate sul sito ufficiale del giornale.

Francesca sforza fake

Suppliamo noi a questa mancanza riportando il testo della lettera che venne inviata alla redazione de La Stampa di Torino

«Abbiamo ancora tutti i problemi di un’economia post-sovietica, quando la corruzione era l’unico modo per fare affari», dice Yulia, una delle attiviste del centro.

Gli unici che riescono a fare affari nel Paese, al momento, sono i cinesi: escono a gruppi in grisaglia dalle hall degli alberghi del centro, e la sera organizzano tavolate ai ristoranti georgiani per festeggiare compleanni e ricorrenze. «Magari comprano un paio di edifici in periferia, poi li riempiono, vengono qui, lavorano, stanno per conto loro», dice Yulia. 

Vogliamo sottolineare che durante la visita dei giornalisti a Kyiv il problema della corruzione è stato al centro di discussioni con diversi esperti, nonché rappresentanti governativi e diplomatici. L’Ukraine Crisis Media Center è anche molto attivo come piattaforma dove vengono presentate ricerche e analisi sul tema della corruzione svolte sia da organizzazioni governative, sia da quelle non-governative che fanno capo alla società civile.

Vogliamo ribadire che le informazioni, contenute nelle citazioni sopraindicate e riportate nell’articolo in questione, non sono mai state pronunciate dalla persona indicata e non corrispondono a verità. Questo modo di procedere non è in linea con gli standard del lavoro giornalistico e crea un danno di immagine all’Ukraine Crisis Media Center e alla professionalità del suo staff e dei suoi collaboratori.

L’Ukraine Crisis Media Center chiede alla redazione di Origami che i virgolettati erroneamente attribuiti a Yulia Volfovska e al Centro vengano eliminati dalla versione online del numero 35. Chiediamo inoltre gentilmente la pubblicazione di una smentita ufficiale sul numero cartaceo della rivista.

Distinti saluti,
Il team dell’Ukraine Crisis Media Center

Kyiv, il 7 luglio 2016

 

Infine la nostra richiesta di rettifica inviata oggi al giornale dal Direttore Yevhen Fedchenko che speriamo questa volta sia presa in considerazione da un quotidiano importante come La Stampa che ha una grande storia di giornalismo e si è spesso battuto contro il fenomeno delle Fakenews.

Dear Editor,

In this article La Stampa journalist FRANCESCA SFORZA misquote my words about aims and activities of StopFake Project she was briefed about during her visit to Ukraine as a part of press tour on invitation from German Marshall Fund. 
She wrote «La strada che abbiamo scelto – dice Yevhen Fedchenko, condirettore di “Stop-Fake” – è quella di dar voce ai militari al fronte, raccontare i battaglioni di volontari, costruire una narrativa dei nostri eroi».
In reality I said ‘ among the topics for Russian propaganda there are fakes about Ukrainian army and volunteer batallions. And we get facts strait and correct the fake narrative’.
I think you understand the difference in meaning between what I said and what she ‘quoted’. More on this you can find in our article  
For the sake of truth finding and to stop dissemination of fake news I guess La Stampa can make correction to the article not to mislead your readers.
Hope for your understanding! 
Best wishes,
Yevhen Fedchenko, PhD
Director
Mohyla School of Journalism, UKMA
Co-founder/Chief Editor, StopFake.org