L’azione di guerra avvenuta ieri nello stretto di Kerch da parte della Russia contro l’Ucraina deve essere letta in un contesto più ampio rispetto quello regionale. L’Ucraina viene nuovamente utilizzata come test delle democrazie occidentali. La Russia vuole con questa azione dividere ancor di più il contesto europeo e delineare in maniera più chiara gli stati che in Europa sono realmente pronti ad una svolta di tipo autoritario abbandonando i principi fondanti l’Unione Europea.

Per chi non conoscesse il contesto ove stanno avvenendo i fatti, lo stretto di Kerch collega il mare di Azov con il mar Nero, si tratta di uno stretto che era sino a poco tempo fa a controllo condiviso tra Ucraina e Russia. Dopo l’annessione militare della Crimea questo stretto è controllato dai militari russi ed è chiaro che la chiusura di tale passaggio distruggerebbe tutta l’economia delle comunità che si affacciano sul mare di Azov.

I russi sostengono che le navi avrebbero “invaso” le acque territoriali russe, ma anche se fosse vero va ricordato che quelle acque per la comunità internazionale non sono di pertinenza russe ma ucraine in quanto si tratta delle acque territoriali della penisola della Crimea.

Oggi alle 16 a Kyiv si riunisce il Parlamento in seduta straordinaria per votare l’introduzione della legge marziale per sessanta giorni e la mobilitazione di primo livello. Un passo dovuto e obbligato in quanto la Russia con questa azione non ha lasciato nessuna possibilità alle autorità ucraine di agire diversamente. In questo momento le autorità russe detengono tre navi ucraine e 23 marinai prigionieri. Per fare un esempio comprensibile al pubblico italiano è come se l’Austria attaccasse una caserma italiana in Alto Adige e facesse prigionieri i nostri militari. La non reazione da parte dell’Ucraina provocherebbe forti tensioni interne e spalancherebbe le porte ad una ulteriore aggressione. Putin è un maschio Alfa, comprende solo il linguaggio della forza e con tale linguaggio bisogna colloquiare con lui.

Con questa mossa Putin ottiene anche di condizionare in qualche modo le prossime elezioni presidenziali in Ucraina che si terranno a marzo 2019, elezioni che a differenza delle Russia si svolgono in maniera democratica e non vi è un vincitore designato.

Si tratta di un importante test per l’Europa in quanto questa volta la Russia non ha utilizzato escamotage di facciata come gli omini verdi o negando la sua presenza in Donbas. Putin si presenta in prima persona con le sue insegne e deliberatamente commette un atto contrario al diritto internazionale, sfidandolo e lanciando il messaggio a paesi come l’Italia che i rapporti di forza valgono più dei principi e dei patti.

Tutte queste situazioni sono figlie del neo espansionismo russo che si è palesato in Ossezia in Georgia e in Ucraina. Quando nel 2014 l’occidente non ha avuto il coraggio di far rispettare il memorandum di Budapest ha implicitamente sancito la fine di tutti i patti. Pacta Sunt Servanda non vale più, un accordo si può stracciare a seconda delle proprie convenienze e questo comporta che in futuro nessuno potrebbe aderire a dei protocolli di intesa. Tale frazionamento che ci riporta agli stati nazionali ovviamente fa il gioco delle grandi potenze che possono esercitare così un controllo totale sugli staterelli satelliti.

e di seguito le conversazioni navali intercettate dai servizi di sicurezza ucraini dalle quali si evince come la provocazione sia stata programmata a Mosca