Il rimpatrio forzato in Ucraina degli uomini idonei all’arruolamento non ha base giuridica e le istituzioni diplomatiche ucraine non possono farlo. Una simile narrazione è l’ennesima disinformazione russa.

I media russi scrivono che l’Europa “avrebbe deciso di sbarazzarsi dei rifugiati ucraini: la registrazione dei cittadini in età di leva potrebbe finire con la mobilitazione nelle Forze armate ucraine”.

Screenshot: t.me

Screenshot: t.me

Questa disinformazione è stata ripetutamente diffusa dai media del Cremlino anche per lasciare intendere una mancanza di risorse per la mobilitazione in Ucraina. StopFake ha già avuto modo di confutare tale narrazione nell’articolo Fake: l’UE potrebbe deportare gli ucraini per la mobilizzazione militare in Ucraina. 

A conferma di questo falso, i canali Telegram russi scrivono che i Ministeri dell’Interno di Austria e Germania avrebbero iniziato a censire i rifugiati ucraini in età di leva. 

In realtà, però, tali affermazioni non hanno alcuna base giuridica. Le istituzioni diplomatiche ucraine non possono deportare ucraini da mobilitare nelle forze armate, così come le strutture UE non sono autorizzate a formare unità di militari ucraini sul loro territorio. 

La Polizia di frontiera ucraina può rimpatriare in Ucraina solo gli uomini che tentano illegalmente di attraversare il confine durante la legge marziale e che non hanno i requisiti per ottenere lo status di rifugiato. Un funzionario della Polizia di frontiera, Andriy Demchenko, lo ha spiegato durante una diretta telethon.

Attualmente, gli ucraini soggetti al servizio militare che si sono trasferiti all’estero per più di tre mesi, devono registrarsi per il servizio militare presso le istituzioni diplomatiche ucraine all’estero. Si tratta di tutti i rifugiati che hanno vissuto all’estero dall’inizio della guerra. Allo stesso tempo, le istituzioni diplomatiche di Paesi terzi non sono autorizzate a emettere convocazioni per i cittadini ucraini all’estero. Inoltre, le istituzioni diplomatiche non sono autorizzate a procedere con il rimpatrio forzato in Ucraina degli idonei al servizio militare. 

“La registrazione militare nelle sedi diplomatiche straniere è piuttosto un meccanismo dichiarativo per chiarire la posizione dei cittadini ucraini. Ignorare questa norma non è causa di espulsione. Le istituzioni diplomatiche non hanno l’autorità per farlo”, ha dichiarato l’avvocato militare Yaroslav Zhukovskyi in un commento per Hromadske

Inoltre, l’UE ha assicurato che non rimpatrierà nessuno contro la sua volontà, così come non ha intenzione di limitare l’ingresso di uomini dall’Ucraina. Per l’Europa, tutti gli ucraini arrivati dopo l’inizio dell’invasione su larga scala ricadono sotto la direttiva della protezione temporanea. Possono costituire motivo di espulsione solo le seguenti violazioni: multe non pagate, visto scaduto, invito non valido, precedenti penali non indicati al momento del rilascio del visto, violazione dell’ordine pubblico o soggiorno illegale nel Paese.

Per quanto riguarda i dati sui rifugiati, Eurostat ha censito il numero di ucraini a cui è stata concessa una protezione temporanea nei Paesi dell’UE alla fine di giugno 2023. I dati sono stati raccolti per comprendere il quadro generale, ma in nessun modo per contare gli ucraini in età di leva.

“Al 30 giugno 2023, quasi 4,07 milioni di cittadini non comunitari che hanno lasciato l’Ucraina a seguito dell’invasione russa del 24 febbraio 2022 avevano lo status di protezione temporanea nei Paesi dell’UE. I principali Paesi dell’UE che hanno accettato beneficiari di protezione temporanea dall’Ucraina sono stati la Germania (1.133.420, 28% del totale), la Polonia (977.740, 24%) e la Repubblica Ceca (349.140, 9%)”, ha riferito Eurostat. Tra coloro che hanno ricevuto protezione temporanea, il 46,6% sono donne, il 34,4% bambini e il 19% uomini.