L’OSCE ha categoricamente negato di aver fornito comunicazioni e intelligence all’esercito ucraino situato nello stabilimento Azovstal della città portuale di Mariupol, nel sud-est dell’Ucraina. I rappresentanti dell’OSCE hanno sottolineato di non aver mai fornito alcuna ulteriore informazione oltre ai rapporti ufficiali open source, e di non aver sostenuto nessuna delle parti in conflitto.

Sulle reti dei social network e sui siti web sono state diffuse informazioni secondo cui l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) avrebbe fornito comunicazioni e intelligence al reggimento Azov a Mariupol. La prova di ciò, secondo i post, consisterebbe in un telefono satellitare, su cui è applicato un adesivo dell’OSCE, trovato negli impianti dell’acciaieria Azovstal. Alexander Khodakovky, comandante del cosiddetto battaglione Vostok della Repubblica popolare di Donetsk, afferma che “la scoperta di questo dispositivo nelle catacombe dell’impianto indica che i membri dell’organizzazione stanno aiutando i combattenti delle forze armate ucraine”.

I media russi, citando Khodakovsky, dicono: “In tutti questi anni abbiamo sospettato che l’OSCE stesse assistendo il nemico. Eravamo sicuri che le loro telecamere, abbondantemente sparse lungo la linea di contatto col presupposto scopo di monitorare il rispetto del regime di cessate il fuoco, trasmettessero al nemico effettive informazioni sulle nostre azioni”.

Le affermazioni secondo cui l’OSCE avrebbe fornito informazioni e comunicazioni all’esercito ucraino situato ad Azovstal, o aiutato in qualsiasi altro modo le forze armate ucraine, non sono vere.

Rispondendo alla richiesta di StopFake di chiarire la situazione, l’Ufficio OSCE in Ucraina ha categoricamente negato di aver fornito assistenza all’esercito ucraino a Mariupol come altrove. Da marzo 2014 la missione speciale di monitoraggio dell’OSCE, agendo in conformità ai principi di trasparenza e imparzialità, monitora e riferisce sulla situazione della sicurezza e dei diritti umani in tutta l’Ucraina, in particolare nelle aree colpite dal conflitto. I risultati della Missione sono pubblicati in rapporti giornalieri consultabili sul sito web dell’organizzazione. L’OSCE sottolinea che la missione non ha fornito a nessuno alcuna informazione aggiuntiva, fatta eccezione per i rapporti ufficiali, e che non ha sostenuto nessuna delle parti in conflitto.

Secondo l’OSCE, dallo scoppio delle ostilità del 24 febbraio 2022, la missione ha notato una retorica pubblica sempre più ostile contro la Special Monitoring Mission dell’OSCE in Ucraina, specialmente nelle aree non controllate dal governo ucraino. “Si stanno diffondendo accuse infondate sempre più oltraggiose verso la SMM, poi sistematicamente sfatate dall’OSCE. Per quanto riguarda Mariupol, a causa delle ostilità in corso, la SMM non ha più il controllo del suo ufficio da marzo”, ha affermato un rappresentante dell’OSCE.

Inoltre il 25 maggio, sul sito web ufficiale dell’OSCE è apparsa la richiesta del Presidente dell’OSCE, del Ministro degli Esteri polacco Zbigniew Rau e del Segretario Generale dell’OSCE Helga Maria Schmid, di rilasciare immediatamente i quattro membri della missione di monitoraggio detenuti a Donetsk e Lugansk.

“Le continue accuse mosse contro i membri della SMM stanno diventando sempre più oltraggiose. I nostri colleghi sono detenuti in modo irragionevole e devono pertanto essere rilasciati immediatamente. Questa campagna mirata contro la SMM, e qualsiasi altra intimidazione o molestia nei confronti del personale attuale o precedente dell’OSCE, deve cessare immediatamente”, si legge nella dichiarazione.

Per quanto riguarda il presunto telefono trovato ad Azovstal, non ci sono prove che il dispositivo si trovasse effettivamente nel territorio dell’acciaieria o che fosse utilizzato dall’esercito ucraino. Molto probabilmente il telefono, spacciato per un dispositivo di comunicazione fornito al reggimento Azov, è stato trovato nell’ufficio dell’OSCE a Mariupol, ora sotto il controllo dell’esercito russo.

StopFake continua a smascherare fake sulla presunta partecipazione dell’Occidente alla guerra della Russia contro l’Ucraina e sul battaglione Azov, così come ha fatto nelle storie Fake: Kyiv e l’UE peggiorano la situazione degli agricoltori nella regione di Kherson, Fake: The West sta mentendo sul furto di grano ucraino dalla Russia, Fake: il reggimento Azov ha attaccato un convoglio umanitario.