La foto che circola come “prova” che gli ucraini avrebbero bruciato la bandiera bulgara non è stata scattata a Kiev o nel Donbass, ma nel villaggio macedone di Vechani, e l’anno in cui è accaduto il fatto non era il 2015, ma il 2021. Sebbene questo falso sia stato ripetutamente smentito dagli utenti dei social media e dai fact-checker, continua a diffondersi ancora oggi.

Subito dopo l’attacco immotivato della Federazione Russa all’Ucraina del 24 febbraio 2022, una sorta di “manifesto” in nove punti (in alcuni casi anche dieci) e con un “promemoria” dei presunti casi di “oppressione e terrore” contro i bulgari in Ucraina, ha iniziato a essere diffuso massicciamente in Bulgaria. Lo scopo di tali pubblicazioni è giustificare l’attacco della Federazione Russa all’Ucraina e convincere i bulgari che i rifugiati ucraini che cercano scampo dalla guerra in Bulgaria non meritano empatia, trattamento benevolo o assistenza alcuna.

Tra i vari “fatti” elencati dall’ignoto autore c’è, ad esempio, il falso già smentito sui bulgari bruciati nella Casa dei Sindacati di Odessa. Ci sono anche fatti realmente accaduti, ma estrapolati dal contesto, per esempio le “15 bandiere bulgare stracciate a Kiev nel 2015”. Poco dopo, il tema del vandalismo alla bandiera bulgara in Ucraina si è trasformato in un vero e proprio falso: la foto di una bandiera bulgara incendiata è circolata ampiamente sui social network, accompagnata dal testo “Ecco come gli ucraini bruciano le bandiere bulgare e uccidono i bulgari!” (scritto tutto in maiuscolo). In alcune pubblicazioni si invita a non aiutare i rifugiati ucraini in Bulgaria perché “Azovtsy, pravosseki e i rappresentanti della Guardia Nazionale ucraina gridano GLORIA ALL’UCRAINA!, DISTRUGGETE I NEMICI!, il tutto mentre bruciano il tricolore bulgaro, quando al contempo le loro famiglie ricevono l’assistenza statale per rifugiati in Bulgaria e tengono manifestazioni con slogan russofobi nelle vie centrali delle principali città bulgare”.

Screenshot: Фейсбук

Due settimane dopo la stessa foto inizia nuovamente a circolare, con un testo diverso, affermando di essere stata estrapolata da un filmato del rogo della bandiera bulgara nel Donbass nel 2015. In alcuni di questi post gli utenti chiedono “come può la loro memoria essere così corta?”.

Il falso sulla “bandiera bruciata nel Donbass” rivive una nuova ondata di diffusione virale a novembre, con alcuni post che ottenengono centinaia di interazioni e ripubblicazioni.

Screenshot: Facebook

Il falso è stato rapidamente sfatato nell’aprile del 2022 dall’utente Twitter @petar_baka che ha chiarito che la foto con la bandiera bulgara in fiamme non ha nulla a che fare con l’Ucraina, perché il fatto è avvenuto nella Macedonia settentrionale nel 2021.

Screenshot: Tuytar

Infatti nel gennaio 2023, i progetti di factchecking Factcheck.bg e AFP pubblicano alcuni materiali in cui si smentisce il fatto e viene dimostrato che il filmato con la bandiera bulgara in fiamme è stato girato nella Macedonia settentrionale nel 2021 e non a Kiev nel 2015.

L’incidente col fuoco appiccato alla bandiera bulgara nella Macedonia settentrionale è avvenuto durante un carnevale nel villaggio di Vevchany il 15 gennaio 2021 – quasi un anno prima dello scoppio della guerra su larga scala in Ucraina – ed è stato ampiamente coperto dai media bulgari. Nei mesi successivi l’interesse per lo scandalo non si è spento e i cittadini bulgari sono stati regolarmente informati sull’andamento del procedimento legale contro i vandali. In effetti quell’utente aveva ragione: “perché avete una memoria così corta?”.

Eppure, nonostante sia stata ripetutamente smentita, questa disinformazione si sta diffondendo ancora oggi.

Screenshot: Facebook

Questo falso è stato ricordato anche il 6 luglio, quando il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è arrivato in Bulgaria in visita ufficiale.

Perché tutte le pubblicazioni che riportano il falso della bandiera bulgara bruciata parlano del 2015?

In primo luogo, l’incidente con le bandiere bulgare a Kiev nel luglio 2015 è realmente avvenuto. Il 7 luglio 2015, il presidente bulgaro Rosen Plevneliev è arrivato a Kiev in visita ufficiale su invito dell’allora presidente ucraino Petro Poroshenko. Secondo il protocollo, la capitale ucraina è stata decorata con le bandiere bulgare e ucraine. Ma la sera, alla luce dei lampioni, il colore verde del tricolore bulgaro sembrava blu e i passanti l’hanno scambiato per quello russo, rimuovendo diverse bandiere e strappandole. Le autorità di Kiev hanno immediatamente reagito e si sono scusate con la delegazione bulgara e con il popolo bulgaro per l’incidente. Intendiamo sottolineare che l’atto vandalico era diretto contro bandiere rassomiglianti a quelle russe, e il motivo per cui sono state strappate le malintese bandiere bulgare non era un atteggiamento negativo nei confronti dei bulgari e della Bulgaria.

Va anche riportato che alcune pubblicazioni bulgare riportarono all’epoca che le bandiere sui pali delle strade di Kiev erano effettivamente russe, non bulgare, e che si è trattò di una “gaffe cerimoniale degli ucraini”.

Screenshot: utroruse.com

Un altro motivo per cui tali fake parlano del 2015 e del Donbass è probabilmente legato al materiale del canale televisivo bulgaro bTV. Nel febbraio 2015, il telegiornale di bTV ha trasmesso una notizia manipolatoria sulla situazione in Ucraina con il titolo “Decine di bulgari etnici uccisi durante la crisi ucraina”. La storia affermava che, a seguito delle ostilità in Ucraina, diversi bulgari bessarabi erano morti di stenti, mentre altri erano morti al fronte; un interlocutore anonimo del canale televisivo affermava che vi erano coinvolti 40 soldati. Il racconto proseguiva affermando che il distretto di Bolgrad è stato isolato dalle truppe ucraine dal resto dell’Ucraina a causa del “rifiuto di massa dei bulgari e gagauzi di mobilitarsi per la guerra”. Si sottolineava inoltre che gli attivisti bulgari per i diritti umani stavano fornendo aiuti umanitari, insistendo per la creazione di un corridoio umanitario verso la Bulgaria per salvare i bulgari della Bessarabia. Nel servizio era presente anche un reportage dal Donbass in cui i reporter del canale televisivo raccontavano che i residenti di Donetsk si erano nascosti nei sotterranei per ripararsi dai bombardamenti sulla città. Si noti che il servizio di bTV non dice nulla sul rogo delle bandiere bulgare nel Donbass, né sui motivi per cui i locali dovrebbero odiare la Bulgaria. Nel marzo 2022, però, ha iniziato a circolare online uno screenshot del principale canale TV con la didascalia “Foto: bTV nel 2015: l’esercito ucraino uccide i civili bulgari nel Donbass”. Lo screenshot in questione è ancora in circolazione, insieme al “manifesto” in nove punti citato all’inizio e che fa riferimento allo strappo delle bandiere bulgare a Kiev nel 2015.

Screenshot: Facebook

Evidentemente, gli autori del falso si sono affidati ancora una volta alla memoria corta del pubblico per quanto riguarda eventi e fatti, combinando in un’unica immagine elementi che evocano forti emozioni: una bandiera bulgara in fiamme e un ricordo del Donbas nel 2015.  

Va notato che secondo i dati ufficiali dell’Agenzia di Stato per i rifugiati e della Direzione generale della polizia di frontiera, quasi 1,1 milioni di cittadini ucraini sono entrati in Bulgaria dal 24 febbraio 2022 al febbraio 2023. La Bulgaria ha registrato più di 151.000 rifugiati ucraini in condizioni di protezione temporanea. Secondo le ultime statistiche, al 19 giugno, 72 mila ucraini sono stati registrati per la protezione temporanea in Bulgaria, e lo Stato bulgaro si sta attivamente occupando di circa 12 mila di questi, mentre i restanti, secondo Maryana Tosheva, presidente dell’Agenzia di Stato per i rifugiati, sono in grado di prendersi cura di se stessi e delle loro famiglie.

Nonostante la massiccia campagna anti-ucraina sui social media e le dichiarazioni di alcuni politici bulgari, i rifugiati ucraini hanno trovato per lo più un’accoglienza calorosa in Bulgaria. Seda Kuzuju, rappresentante dell’UNHCR in Bulgaria e coordinatore dei rifugiati, ha anche osservato che “Il popolo e il governo bulgaro hanno generosamente accolto e aiutato decine di migliaia di ucraini in difficoltà, dimostrando un’incredibile solidarietà con la loro condizione di rifugiati”, ha dichiarato il funzionario delle Nazioni Unite.

In precedenza Stopfake ha smentito il fake secondo cui in Bulgaria i rifugiati ucraini sarebbero stati cacciati dagli alberghi e lasciati per strada.