Il processo di istruzione in presenza avverrà solo se nelle scuole e nelle università sono disponibili adeguate strutture di protezione. Inoltre, la decisione finale sul tipo di didattica da attuare è presa dalle amministrazioni civili-militari regionali insieme ai genitori degli studenti: se i genitori non sono d’accordo con lo studio in sede, possono scegliere tra la modalità a distanza, una pianificazione mista e individuale, o persino far studiare il figlio a casa secondo un programma istruzione parentale. 

Diversi media russi hanno diffuso la notizia secondo cui il presidente Volodymyr Zelensky avrebbe “ordinato” l’apertura di tutte le scuole e università in Ucraina dal 1° settembre. “Esortando i genitori a preparare i loro figli per l’istruzione in presenza”, affermano i media. Inoltre, questi articoli riferiscono che i genitori hanno tentato senza successo di opporsi a tale decisione, persino affiggendo manifesti che chiedono di non esporre ulteriormente i propri figli ai pericoli della guerra.

Tali resoconti sono solo uno dei tanti filoni di disinformazione diffusi dalla propaganda russa. Alla vigilia del nuovo anno accademico la Russia usa questo argomento per aumentare il panico tra gli ucraini. In realtà, l’istruzione in presenza non è obbligatoria in Ucraina. Vale anche la pena notare che il presidente dell’Ucraina non è responsabile dell’istruzione, essendo questa una prerogativa del governo regionale e degli enti locali. Il fatto stesso di riferirsi al Presidente in merito a presunte decisioni educative indica quanto sia inattendibile questa notizia.

Secondo un decreto del Consiglio dei ministri ucraino del 24 giugno, l’anno accademico in ciascuna regione sarà organizzato in base alla situazione della sicurezza nell’area e alla disponibilità di strutture di protezione. Il processo educativo sarà organizzato in formati a tempo pieno, online e misto, a seconda delle condizioni specifiche della regione e di ciascun istituto di istruzione. Lo riporta il Ministero dell’Istruzione e della Scienza ucraino. Il ministro dell’Istruzione Serhiy Shkarlet, ha aggiunto che oltre alla decisione delle amministrazioni militari-civili sul formato dell’istruzione, la scelta spetta anche ai genitori degli studenti.

“Se i genitori non sono d’accordo con l’istruzione a tempo pieno, possono scegliere un programma di apprendimento a distanza oppure individuale, o persino trasferire il bambino a un programma di istruzione esterno o parentale. Per gli studenti i cui genitori scelgono la didattica a distanza, all’istituto è concesso di approntare classi virtuali diversificate. Nessun bambino sarà escluso dal processo educativo”, afferma Shkarlet.

Le scuole nelle regioni di Donetsk, Luhansk, Kharkiv e Kherson lavoreranno tramite la didattica a distanza. Gli istituti di istruzione a tempo pieno non opereranno nelle regioni di Zaporizhia e Odesa, aggiunge il ministero. In 17 regioni tutte le scuole lavoreranno secondo tutti i formati sopra descritti.

Per quanto riguarda le “proteste” dei genitori a Chernihiv, riportate da fonti filo-Cremlino, nessun media locale ne ha fatto cenno. Non ci sono informazioni a riguardo, nemmeno nei gruppi dei social media locali. I manifesti che, si dice, sarebbero stati affissi nei pressi delle scuole dai genitori, contengono errori di ortografia e promuovono la tipica narrativa della propaganda russa, secondo cui tutte le scuole dovrebbero funzionare come basi dell’esercito ucraino. Queste fake provengono da canali Telegram pro-Cremlino.

A Chernihiv, come ovunque in Ucraina, il formato educativo viene scelto insieme ai genitori. Di fatto, in questa città il 57% dei genitori ha scelto l’apprendimento virtuale e il 43% ha optato per l’apprendimento in presenza. Secondo il consiglio comunale di Chernihiv, la principale condizione per l’istruzione a tempo pieno è la obbligatoria disponibilità di rifugi opportunamente attrezzati.