Nella giornata di ieri il primo ministro Conte ha tenuto una conferenza stampa dove ha deciso di “lavare i panni sporchi in pubblico”, anzi in diretta televisiva. Nell’era della comunicazione a tutti i costi non dovrebbe stupirci anche se si sono raggiunti livelli trash mai visti nella storia repubblicana italiana. Una conferenza che ben presto ha preso le sembianze degli appelli che si possono vedere durante la trasmissione “Chi l’ha visto”. Forse le stesse cose il primo ministro poteva dirle direttamente a Salvini e Di Maio senza il bisogno di occupare l’etere, ma certamente l’effetto scenico e drammatico sarebbe stato minore.

Dai commenti si evince che i più si sono limitati a percepire le apparenze ovvero un governo in affanno sul punto di crollare per la litigiosità dei suoi leader. Questo tipo di lettura è però superficiale ed anche  fuorviante. Potrebbe essere una lettura appropriata se veramente si credesse che Lega e Movimento 5 Stelle sono due movimenti di “apprendisti stregoni” formati da “baluba“senza alcuna visione strategica, di faciloni che si navigano a vista in mezzo ad un mare in tempesta. Ma tale visione cozza però con il fatto che la Russia ha investito molti soldi per creare il “governo del cambiamento”, che nei piani di Putin deve essere un perfetto cavallo di Troia con il compito di far implodere il progetto europeo dal suo interno. La Russia economicamente non se la sta passando molto bene, ha lo stesso PIL dell’Italia ma con 160 milioni di abitanti ed una estensione territoriale immensamente più grande del belpaese. Credere che in queste condizioni investano soldi nel nostro sistema politico in cambio di nulla è veramente da ingenui. Per comprendere il concetto bisogna pensare al contrario, ovvero l’Italia che investe decine di milioni di euro per finanziare la campagna elettorale di Navalny….

L’investimento economico e politico della Russia su questi due partiti politici è evidente ed adesso, dopo alcune inchieste giornalistiche, anche documentato. Un’osservatore attento si chiede quindi “veramente un lungimirante come Putin ha investito tanti soldi a dei perfetti imbecilli? Possiamo credere che Vladimir sia diventato un filantropo?”. Ovviamente la risposta è no e va preso in seria considerazione che ciò che sta avvenendo in Italia è stato scritto proprio come quando girando un film si segue un copione forte e consolidato.

Almeno sul finale di questo horror movie dovremmo essere più o meno tutti d’accordo, ovvero che il fine ultimo dei gialloverdi è l’Italexit. Avendo quindi presente quale è l’obiettivo ed utilizzando gli strumenti culturali messi a disposizione dallo studio delle nuove guerre ibride per studiare le mosse di questi mesi, è ipotizzabile uno scenario e come esso prenderà forma.

Anche la casalinga di Voghera ha oramai compreso che le ricette economiche messe in campo hanno messo in ginocchio la nostra economia e che in pochi mesi conosceremo una nuova Caporetto. Probabilmente al momento giusto la compagine governativa troverà un motivo per dividersi (apparentemente), con un casus belli che possa accontentare i rispettivi elettorati. A quel punto sarà inevitabile o un governo tecnico o un governo di unità nazionale che grazie alla sete di poltrone dell’opposizione prenderà vita nonostante tutti saranno consci che si tratta di una missione suicida. In queste condizioni avranno nuovamente buon gioco i gialloverdi, che da opposti finti schieramenti, potranno urlare contro l’Europa matrigna che strangola i figli italici e sobillare la popolazione portandola ad un livello tale di astio verso le istituzioni europee che l’Italexit diventerà un giochetto facile facile. In fondo basta fare leva (come nel caso della disinformazione) su aspetti psicologici che contraddistinguono la nostra specie, in questo caso la bramosia di potere.

Chi pensa che Lega e 5 Stelle stanno litigando veramente non ha presente due cose. La prima che entrambi hanno legami e prendono direttive da un’unica entità politica (Russia Unita) e la seconda che la loro potenza mediatica e informativa è data dalla miriade di siti e pagine social che in molti casi (come scrivevamo nel 2017) sono comuni, ovvero gestite dagli stessi amministratori. Se Lega e 5 stelle entrassero in vera rotta di collisione sarebbe un disastro per la loro potenza comunicativa, una specie di 8 settembre digitale. I gruppi cogestiti con centinaia di migliaia di follower, le botnet e tutti gli artifici digitali che hanno permesso loro la presa del potere, entrerebbero in collisione generando una “guerra civile digitale” all’interno delle stesse comunità.

Invece la struttura continuerà ad essere operativa anche se Salvini e Di Maio si separeranno, struttura che apparentemente avrà una crisi di identità ma che sarà il vero cannone con cui condurre la guerra al governo tecnico “imposto da Bruxelles” che “affama il popolo italiano” etc. Entrambi concentreranno il loro fuoco contro il nuovo governo e avranno gioco facile su una popolazione provata e comunque incline a farsi attrarre dall’uomo forte contro i “poteri forti“. Credere sulla capacità di analisi delle masse è un errore grave, le masse sono use farsi dominare dal leader carismatico, dal condottiero che chiama alla rivolta e che fa leva sulle narrative populiste.

Per fermare questa deriva sarebbe necessario prima di tutto che la classe dirigente dell’opposizione si rendesse conto di quanto sta avvenendo, lasciandosi alle spalle le convinzioni acquisite in tanti anni di politica, anni ed esperienze importanti ma lontane oggi una era geologica. La politica odierna si muove su binari completamente nuovi, con regole impensabili sino a pochi anni fa ed i sistemi democratici stanno entrando in crisi, specie quelli che non si sono attrezzati per creare una valida difesa. Un giorno, quando il nostro presente sarà un capitolo sui libri di storia, gli studenti si chiederanno come abbiamo fatto ad essere così miopi nonostante avessimo tutti gli elementi per prevedere cosa ci sarebbe successo.

Mauro Voerzio