Le forze armate ucraine non hanno bombardato la centrale nucleare di Zaporizhia, nei pressi della città di Energodar. Un’analisi delle traiettorie dei missili e della natura dei danni conferma che gli attacchi sono stati effettuati dai territori controllati dalle truppe di occupazione russe. Il video della propaganda russa mostra filmati di un altro impianto, la centrale termica di Zaporizhia, che si trova a circa 7 chilometri dall’impianto nucleare e che ha smesso di funzionare a maggio a causa della carenza di carbone. 

“Prove del bombardamento della centrale nucleare zaporizhzhya da parte dell’esercito ucraino” sono state esposte dai principali media propagandistici russi, RT e altri media pro-Cremlino.

Diamo uno sguardo più da vicino alla storia del propagandista di RT, Alexei Repin. Egli mostra un edificio danneggiato definendolo “una delle stazioni di pompaggio”, aggiungendo poi che “la centrale nucleare è stata risparmiata da danni ancor più gravi solo perché gli impianti sono alloggiati nel seminterrato”.

A riprova, vengono mostrati agli spettatori (nel video a partire da 00:04) i resti del razzo che ha distrutto la “stazione di pompaggio all’inizio di luglio”. Il sito intorno alla stazione è in cemento, eppure il proiettile ha colpito un aperto prato. Ed è caduto non alla fine di luglio, come sostiene il propagandista Repin, ma il 5 agosto. Lo ha riferito lo stesso Ministero della Difesa russo. A quel tempo, l’esercito russo ha cercato di accusare l’Ucraina di aver bombardato “l’impianto di stoccaggio del petrolio e la stazione dell’ ossigeno”. E come prova hanno mostrato (nel video al momento 00:16) frammenti dello stesso proiettile di Repin.

Le prove seguenti confermano che entrambi i video mostrano le stesse parti di proiettile. Lo stesso graffio oblungo a forma di croce su una delle pinne del proiettile (1), rimaste tutte quattro integre. Tappeto erboso e suolo attorno al punto d’impatto sono identici (2). Ragnatele nell’ugello del razzo. Queste non si vedono nel video del Ministero della Difesa del 5 agosto, ma compaiono nel video di RT ripreso due settimane dopo (3). Ne consegue che i resti giacevano in quello stesso posto da molto tempo.

L’immagine 1 mostra i resti del razzo, l’angolo di impatto e dove è caduto. L’immagine 2 mostra la traiettoria di caduta del missile. L’immagine 3 mostra l’area dell’impianto di Zaporizhia, controllata dalle forze armate russe, attraverso il quale si sviluppa la traiettoria del missile.

Il 6 agosto, Energoatom, l’impresa statale che gestisce le centrali nucleari ucraine, ha negato le accuse secondo cui l’Ucraina “ha bombardato con missili la centrale di Zaporizhia”.

Energoatom ha riferito che l’attacco è avvenuto “vicino all’impianto di stoccaggio a secco del combustibile nucleare esaurito”. A causa del bombardamento uno dei dipendenti dell’impianto è rimasto ferito dalle schegge. L’informazione dei propagandisti secondo cui l’attacco era diretto “all’impianto di stoccaggio del petrolio e alla stazione dell’ossigeno”, così come “a una delle stazioni di pompaggio”, non è stata confermata.

Il propagandista di RT Repin, ha mostrato un filmato di 30 secondi di due diversi edifici “danneggiati dagli attacchi”. Innanzitutto, la telecamera si trova vicino a una struttura con un cumulo di macerie davanti, chiamata “stazione di pompaggio”. Eppure, dopo il “bombardamento” la pensilina sopra la porta e il condizionatore alla parete non mostrano alcun segno di danneggiamento. Vale la pena notare che non ci sono nemmeno resti di razzi conficcati nello spiazzo di cemento.

Dopo un po’, Repin si trova vicino a un altro edificio (nel video a 00:23) con molti vetri rotti a terra.

Se, stando a ciò che dice Repin, l’edificio è stato bombardato alla fine di luglio, allora perché il vetro che giace al suo esterno da quasi un mese, è ancora pulito e trasparente? È importante notare che neppure ci sono frammenti di razzo nel prato adiacente all’edificio.

Negli ultimi 10 secondi del video lo spettatore vede (nel video da 00:40) la seguente inquadratura: due ciminiere, cancelli, muri di cinta in cemento, un tabellone informativo, un cartello “Divieto di parcheggio”, una Toyota Camry grigia e una recinzione a grata.

L’ingrandimento dello tabellone mostra la scritta “Schema di circolazione nell’area di Zaporizhia TPS (centrale termica di Zaporizhia)”. Inoltre sopra lo stand si può vedere un cartello con il logo della società energetica ucraina DTEK.

Con l’aiuto di Google Maps, StopFake ha rintracciato questo edificio: risulta essere uno degli ingressi sorvegliati della centrale termica di Zaporizhia (TPS). Questa centrale elettrica appartiene alla compagnia privata ucraina DTEK. L’ultima volta che il sito web della compagnia ha menzionato questa stazione è stato il 3 marzo, appena prima che l’esercito russo occupasse Energodar. Secondo il sindaco di Energodar, la TPS di Zaporizhia ha smesso di funzionare all’inizio di maggio a causa della mancanza di carbone, la cui fornitura è stata bloccata dagli occupanti russi.

La Zaporizhia TPS, una centrale energetica di tutt’altro tipo, dista 7 chilometri dalla centrale nucleare di Zaporizhia. Ma questo non ha impedito al propagandista di RT Repin, di spacciarla per la centrale nucleare di Zaporizhia, farloccamente bombardata dalla parte ucraina.