L’epidemia di “infezione da coronavirus COVID -19” a Lugansk è esplosa quando si è assistito al rientro di lavoratori dalla Federazione Russa dopo che gli era stata diagnosticata una forma di polmonite. È nota la procedura in atto a Mosca secondo la quale in caso di rilevamento di segni di influenza o altre infezioni da raffreddore tra i lavoratori stranieri, che lavorano nella città e nella regione, vengano fatti rimpatriare forzatamente nella loro area di residenza permanente. Durante il loro trasporto non sono state prese ulteriori misure precauzionali per prevenire la diffusione dell’infezione. Gli ospedali di Yaroslavl erano totalmente occupati da pazienti con una diagnosi di polmonite. Dopo essere rientrati nel luogo di residenza permanente a Luhansk, questi lavoratori si sono recati in ospedale dove gli è stata diagnosticata la “polmonite”, sebbene con tutta probabilità siano affetti da coronavirus. La maggior parte dei pazienti hanno mediamente una età inferiore ai 40 anni.

A partire dal 2 aprile 2020, 2 persone sotto i 40 anni sono morte a causa delle complicazioni della cosiddetta “polmonite atipica”. Queste persone fanno parte di una squadra di lavoratori (7 persone) che sono tornate dalla Russia.

Alla fine di marzo di quest’anno si è tenuto a Donetsk un incontro con i rappresentanti della Federazione Russa. Durante l’incontro è stato discusso il problema della diffusione del Covid nella regione, ma non è stata riconosciuta come una tendenza “minacciosa”. È stata presa la decisione di rifiutare l’idea di un lockdown e dato mandato di riconoscere i casi di Covid, come complicazioni dovute alla SARS o alla polmonite. La misura principale adottata è stata: “nessun test, nessuna diagnosi – nessuna malattia”. Tuttavia, i medici confermano non ufficiosamente la presenza di malattie con segni di “infezione da coronavirus “, ma è ancora pericoloso parlarne apertamente e ufficialmente.

Alla luce della decisione presa durante tale incontro, il cosiddetto Ministero della Sanità della DNR ha raccomandato di non introdurre la quarantena nemmeno nelle scuole (nel caso l’epidemia rimanga a un livello inferiore al 30%).

Il 23/03/2020 medici e lavoratori delle istituzioni mediche di Gorlovka hanno firmato un accordo sulla non divulgazione di informazioni sulle malattie. È molto probabile che l’accordo sia stato firmato dal 100% degli operatori sanitari delle regioni occupate dell’Ucraina di Donetsk e Luhansk.

Nella città di Rostov-sul-Don (Federazione Russa) negli ospedali della città si rifiutano di accettare i militari della Federazione Russa di ritorno dalle regioni occupate di Donetsk e Luhansk. Dall’inizio di aprile di quest’anno il loro numero è stato di circa 30 persone.

È noto che alla fine di marzo di quest’anno circa 60-70 persone (appartenenti al gruppo Wagner) sono state inviate all’ospedale di Vladikavkaz (RF) con il sospetto di “infezione da coronavirus”. Queste persone sono arrivate con 2 aerei militari direttamente dalla Siria.

A partire dal 27 marzo 2020, è possibile lasciare il territorio delle regioni occupate di Donetsk e Luhansk per entrare sul territorio della Federazione Russa solo con un pass speciale. 

Con il deterioramento della situazione a partire dal 07/04/20 nel territorio di di Donetsk, è stata imposta una quarantena limitata con sanzioni per le violazioni che vanno da 30 a 60 mila rubli.

Nelle unità militari è stata introdotta la cosiddetta “quarantena silenziosa”. Ci sarebbero molti malati e deceduti e si va diffondendo la voce sul fatto che il virus sia stato importato dalle truppe russe durante le vacanze di febbraio.

A partire dal 06/04/2020, 140 persone della seconda brigata motorizzata della LNR sono risultati affetti da “polmonite atipica”.