La maggior parte delle navi da carico che sono riuscite a lasciare i porti ucraini fino ad oggi sono navi commerciali che trasportano grano, acquistate in base a contratti commerciali perfezionati prima dell’inizio della guerra russa contro l’Ucraina. Le Nazioni Unite ritengono che gli scambi commerciali svolgano un ruolo importante nello stabilizzare il mercato globale, anche se tale commercio non va direttamente ai paesi che che fronteggiano una carenza di generi alimentari. Il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite sta compiendo sforzi per consegnare il grano ucraino direttamente ai paesi africani dove c’è carestia. A tal fine l’organizzazione ha noleggiato la nave da carico Brave Commander che trasporta 23mila tonnellate di grano dal porto ucraino di Pivdennyi all’Etiopia.

I media russi sono stati impegnati a diffondere la dichiarazione del Ministero degli Esteri russo che accusa l’Occidente di ipocrisia, avendo affermato che la sicurezza alimentare mondiale dipende dallo sblocco dei porti ucraini e che nessuna nave con grano ucraino è salpata verso i paesi africani affamati. Tutte le navi, affermano i media russi, fanno rotta verso i porti occidentali, con un carico che non è principalmente grano, ma piuttosto olio di mais e girasole.

Nonostante l’Ucraina sia riuscita a far fronte al blocco russo del grano, con la prima nave carica di grano ucraino che ha lasciato il porto di Odessa il 1° agosto, il Cremlino continua a sfruttare il tema della carenza di cibo per i suoi scopi propagandistici. L’affermazione del Ministero degli Esteri russo secondo cui le navi ucraine navigano principalmente verso i porti occidentali, è un’altra manipolazione del Cremlino volta a screditare gli accordi di Istanbul che hanno sbloccato i porti ucraini e fatto riprendere le esportazioni di grano attraverso il Mar Nero.

In conformità con l’accordo di Istanbul, solo una parte dei prodotti alimentari esportati è destinata ai paesi che soffrono la carenza di cibo. La maggior parte delle navi che sono riuscite a salpare dai porti ucraini trasportano grano e olio vegetale acquistati in base a contratti commerciali firmati prima dell’inizio della guerra. Secondo il Ministero delle Infrastrutture ucraino, 16 navi hanno lasciato i porti ucraini trasportando prodotti agricoli da consegnare in nove paesi, mentre altre sei navi sono entrate nei porti per imbarcare prodotti agricoli freschi. L’ONU tiene traccia di ogni nave che lascia i porti ucraini e contabilizza il tonnellaggio del grano che trasportano. Secondo i dati dell’Onu, l’Ucraina è già riuscita ad esportare 438 mila tonnellate di generi alimentari – tra mais, semi di soia, grano e olio di girasole – in paesi come Turchia, Gran Bretagna, Irlanda, Cina e Iran.

Secondo il New York Times, le navi commerciali sono le prime a salpare dai porti ucraini perché è necessario liberare il poco spazio portuale per permettere ad altre navi di entrare nei porti e caricare grano. Inoltre, come ha affermato in precedenza Stéphane Dujarric, portavoce del Segretario generale delle Nazioni Unite, la priorità è data alle navi che sono rimaste “intrappolate” nei porti ucraini da più tempo. In seguito, altre navi commerciali potranno entrare nei porti ucraini.

I funzionari delle Nazioni Unite ritengono che lo scambio commerciale di grano svolga un ruolo importante nella stabilizzazione del mercato, anche se tale commercio non consegna grano direttamente ai paesi che si trovano ad affrontare carenze alimentari. Stéphane Dujarric ha affermato che lo sblocco dei porti ucraini ha già portato a un calo dei prezzi alimentari mondiali, che alla fine aiuterà i paesi che affrontano la precarietà alimentare.

Inoltre, le Nazioni Unite stanno compiendo evidenti sforzi per fornire grano ucraino direttamente a quei paesi che hanno bisogno di sostegno alimentare. All’inizio di agosto i rappresentanti del Programma Alimentare delle Nazioni Unite hanno annunciato di voler noleggiare delle navi per inviare almeno 30 mila tonnellate di grano ucraino.

Nell’ambito di questo programma, la prima nave noleggiata dal Programma Alimentare mondiale delle Nazioni Unite, è partita dal porto ucraino di Pivdennyi il 15 aprile trasportando grano. Il Brave Commander trasporterà 23 mila tonnellate di grano a Gibuti per la successiva distribuzione nel Corno d’Africa, dove 18 milioni di persone sono soggette a una grave carestia. Secondo il World Food Program, altre 7mila tonnellate saranno consegnate con un’altra nave nell’immediato futuro.

I paesi dell’Africa nordorientale stanno soffrendo una delle peggiori siccità degli ultimi decenni. La minaccia di carestia in quei paesi è stata esacerbata dal blocco russo dei porti ucraini. Il Programma Alimentare mondiale delle Nazioni Unite sta effettuando a sue spese forniture alimentari umanitarie destinate all’Africa.

Durante la cerimonia che ha accompagnato la partenza del Brave Commander da Pivdennyi, Denise Brown, coordinatore permanente delle Nazioni Unite in Ucraina, ha affermato che questo carico è il primo di molti altri che andranno ai paesi in difficoltà alimentare, cinque dei quali sono già sull’orlo della denutrizione.

“Tutti e tre i porti di Odessa hanno aderito all’iniziativa grano del Mar Nero. Questo è un giorno importante, prima di tutto perché la Brave Commander viene caricata con grano ucraino. Questa è la prima nave operante nell’ambito dello United National World Food Program. Attraverso questo programma spero che entro settembre raggiungeremo l’ammontare del volume di spedizioni di grano che avevamo prima della guerra”, ha affermato il Ministro delle Infrastrutture ucraino Oleksandr Kubrakov.

Secondo la Banca di Sviluppo Africana, prima che la Russia scatenasse la sua guerra contro l’Ucraina, l’Ucraina e la Russia insieme fornivano oltre il 40% del grano destinato all’Africa. L’aggressione militare russa ha causato una carenza di 30 milioni di tonnellate di cibo nel continente africano, che a sua volta ha causato un aumento dei prezzi alimentari del 40%.

L’analisi di StopFake sulla disinformazione propagandistica russa sullo sblocco dei porti ucraini, “Cospirazione Anti-russa”: le narrazioni della Russia sul grano ucraino, fornisce ulteriori dettagli sul blocco commerciale russo e le relative conseguenze.